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Anziani massacrati. Ramacca come Palagonia, la furia omicida colpisce i più indifesi

14-12-2017 16:29

Francesca Guglielmino

Cronaca, tributi comune di catania, navi, ignazio baglieri, città metropolitana catania,

Anziani massacrati. Ramacca come Palagonia, la furia omicida colpisce i più indifesi

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Non è ancora chiaro il movente che avrebbe spinto Gianluca Modica, pregiudicato di Ramacca, a uccidere le due sorelle Mogavero, Filippa di 70 anni e Lucia di 79, con diverse coltellate dopo averle brutalmente picchiate. Un caso di efferata violenza ai danni di due persone anziane che riporta alla memoria quanto successo nell'agosto 2015 ai coniugi Vincenzo Solano di 68 anni e Mercedes Ibanez di 70, torturati e uccisi, dal presunto assassino Mamodou Kamara a Palagonia



Persone indifese, con poche possibilità di reagire, eppure la furia omicida è stata bestiale nei loro confronti. Le due donne uccise a Ramacca sono state sgozzate, nonostante soprattutto la grande pare fosse anche malata e quindi ancora più fragile. Uccise probabilmente per una rapina da parte di un balordo di paese, peraltro già conosciuto alle forze dell'ordine per spaccio di droga. Anche i due coniugi di Palagonia, più o meno la stessa età sono stati massacrati con ferocia. Prima picchiati e assassinati con un cacciavite, una tronchese e uno sgabello. Dopo la morte del marito, la donna avrebbe poi subìto violenza sessuale e buttata giù dal balcone della villetta in via Palermo. Oggi il presunto aguzzino nega, anche lui pare spinto dalla ricerca di denaro e oggetti di valore.



L'ivoriano, diciannovenne all'epoca dei fatti, ancora oggi durane le udienze continua a proclamarsi innocente. "Non sono stato io a uccidere i coniugi Solano". Mamadou Kamara ha respinto le accuse di omicidio davanti il giudice Maria Concetta Spanto, presidente di sezione della Corte D'Assise del Tribunale di CataniaNel corso delle udienze per il processo relativo all'uccisione di Mercedes e Vincenzo Solano i testimoni continuano ad accusare l'ivoriano, all'epoca dei fatti ospite del C.A.R.A. di Mineo. Due dipendenti del vicino supermercato Famila hanno confermato di aver visto Kamara anche nei giorni precedenti l'assassinio.



In occasione dell'ultima udienza il giudice Maria Concetta Spanto ha avuto modo di ascoltare due periti della polizia postale, che hanno effettuato i controlli sul cellulare di Mamadou. Secondo alcuni rilievi fatti sul profilo Facebook e sui tabulati GPS si evince come l'ivoriano dopo aver lasciato il C.A.R.A. di Mineo si sia diretto nella casa dei coniugi uccisi.



"Determinante è stata la testimonianza resa da due dipendenti del supermercato, spiega il difensore della famiglia Solano, Francesco Manduca. Durante il loro racconto le commesse hanno dichiarato di aver visto Mamadou Kamara anche nei giorni precedenti all'assassinio dei signori Solano, sia dentro l'esercizio commerciale, sia nel parcheggio. Sostanzialmente ci troviamo di fronte una serie di indizi che continuano a confermare la colpevolezza di Kamara".



Presente in aula anche la figlia delle due vittime, Manuela Solano, raggiunta da Sudpress: "Assistere alle udienze diventa ogni volta sempre più difficile. Mamadou Kamara continua a proclamarsi innocente, nonostante tutte le prove conducano a lui. La domanda che mi pongo continua a essere la stessa: chi ha ucciso i miei genitori, ma soprattutto perché? ".



"La speranza è che questo processo si concluda con una condanna esemplare e certa nei confronti di colui che è stato capace di uccidere così brutalmente due persone, senza alcun motivo apparente", conclude Manuela.



La prossima udienza relativa al processo per il duplice omicidio di Mercedes Ibanez e Vincenzo Solano è in programma per l'11 gennaio 2018, con nuovi testimoni.


 


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