"Nessun esito positivo dall'incontro di ieri in Prefettura". Questo il rassegnato commento di Salvo Barcellona, amministratore della Cooperativa Sociale "San Giuseppe"di Ramacca, all'indomani del confronto tanto atteso.
Nella mattinata di ieri insieme con i lavoratori si è recato a Palazzo dei Minoriti in cerca di risposte, ma purtroppo ne è uscito con un pugno di mosche. L'ente che da più di diciannove anni ospita minori sottoposti a provvedimenti civili, amministrativi o penali da parte dell’Autorità Giudiziaria Minorile versa da tempo in una situazione particolare, che vi abbiamo già ampiamente descritto in un precedente approfondimento. Riassumendo, lo "stato dell'arte" al 26 novembre era il seguente: l'ente privato ha un credito nei confronti della stato di circa mezzo milione di euro, e la mancata riscossione di queste spettanze potrebbe portarlo al fallimento. Ma adesso è cambiato qualcosa? Cosa si è deciso durante il confronto di ieri?
"Non c'è stato alcun cambiamento positivo. Hanno solo 'caricato' l'ammanco del 2017 (circa 250 mila euro, n.d.r) sulle spalle del Comune, il quale non avrà mai nè la liquidità nè la voglia di accettare una spesa di una tale entità, che per di più non era neanche prevista" chiarisce Salvo Barcellona. "Ovviamente come è giusto farò un tentativo, ma è chiaro che nel momento in cui io chiederò i soldi al mio Comune, questo si opporrà con tutte le sue forze, in una maniera che io ritengo per di più corretta. Perchè non è giusto caricare le spese del fenomeno migratorio, che dovrebbe essere gestito dall'Europa o a livello nazionale, sugli enti locali.
Gli oneri di pagamento sono stati spostati sul Comune, nonostante la consapezolezza che sia impossibile, di fatto, assolverli"
Ma questi 250 mila euro sono "solo" la metà dei soldi che spetterebbero alla Cooperativa "San Giuseppe", cosa si è scelto di fare con la seconda metà (relativa all'anno 2018, n.d.r)?"
Forse verrà erogato, entro la fine di questo mese, un solo trimestre dei dodici che ancora ci spettano, ma in realtà ci credo poco. Se entro un mese non si avranno delle risposte concrete dovrò sopprimere entrambe le strutture di accoglienza e licenziare tutti i dipendenti. Ho già interpellato l'Anci e anche la CIGL farà il suo a livello nazionale, perchè è veramente impensabile che si verifichi tutto questo. La situazione che dovrebbero gestire gli enti pubblici si trovano a gestirla i privati, in uno scaricabarile vergognoso"
È sull'onda di questa indignazione che nella mattinata di ieri i dipendenti dello Sprar di Ramacca si sono riuniti, assieme al loro "principale" a protestare sotto la Prefettura prima dell'inizio dell'incontro. Li abbiamo ascoltati e abbiamo dato voce alle loro ragioni, come avrete potuto ascoltare nel video "biglietto da visita" allegato a questo articolo.
Quel che emerge è la voglia di fare, di dare un contributo concreto alla comunità, lottando contro tutto e contro tutti, anche contro chi sulla carta avrebbe il compito di sostenerli.