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Operazione FAKE BANK: smascherate le azioni illecite di Banca BASE

20-12-2019 04:44

Alessandra Di Marco e Sara Obici

Cronaca, Procuratore Carmelo Zuccaro, banca base, operazione fake bank, Pietro Bottino, Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, crack banca base,

Non siamo degli indovini, nè tantomeno prevediamo il futuro, ma appoggiamo ciò che diceva il commediografo greco Menandro: "Nessun bugiardo la fa fran

Non siamo degli indovini, nè tantomeno prevediamo il futuro, ma appoggiamo ciò che diceva il commediografo greco Menandro: "Nessun bugiardo la fa franca per molto tempo". Del resto, vi avevamo già parlato dei movimenti poco chiari della Banca Sviluppo Economico s.p.a o Banca BASE, e a distanza di 5 anni siamo qui a svelarvi i giochetti illeciti compiuti proprio da quest'istituto di credito catanese. Il video integrale della conferenza stampa di inquirenti ed investigatori.I reati sono stati dimostrati dalle indagini condotte dai Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania e del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria; e ieri mattina, presso la Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, si è appunto tenuta la conferenza stampa su questa operazione, denominata in maniera emblematica 'FAKE BANK'. Smascherate le azioni illecite di Pietro Bottino, ex presidente del C.D.A di Banca BASE, e di Gaetano Sannolo, ex direttore generale di Banca BASE, - entrambi agli arresti domiciliari - insieme a quelle di altri 18 indagati, di cui vi divulghiamo le generalità!L'incontro di ieri, moderato dal Procuratore, dott. Carmelo Zuccaro, è stato un'occasione per raccordare le voci di tutti coloro che hanno guidato l'indagine, e per delineare i modi e i tempi di un reato che ha distrutto decine di famiglie.


Ma procediamo con ordine e ricostruiamo la vicenda.

 

Banca BASE nasce nel 2007 e nel febbraio del 2009 apre due sportelli a Catania e a Misterbianco.


Dal 2010 fino al 2018 Bankitalia compie quattro azioni ispettive

 

attraverso le quali l'istituto bancario si trova "


in cattivo stato di salute caratterizzato dall'imprudente e spregiudicata concessione di prestiti e affidamenti in assenza di garanzie reali e da apporti partecipativi sempre poco trasparenti

". Nonostante le sanzioni amministrative e i richiami, totalmente ignorati, Banca BASE ha continuato ad operare loscamente. Il risultato? Con l'ultima ispezione la banca viene accusata di:

 

  • Bancarotta fraudolenta;
  • Falso in prospetto;
  • Aggiotaggio;
  • Abusivismo;
  • Ostacolo all'esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza

 

Se ci fosse da scherzare verrebbe da dire "mica spiccioli". Non si sono fatti mancare proprio nulla Bottino e Sannolo, i cui piani sono stati egregiamente bloccati dalle Fiamme Gialle, il cui obiettivo è quello di: "tutelare l'integrità economica del mercato, gli investimenti delle aziende e dei privati, l'inviolabilità del rispardio dei cittadini". Infatti, una delle conseguenze del crack bancario è stato che: "tutti coloro che avevano un conto corrente presso l'istituto di credito si sono trovati in difficoltà. I correntisti si sono visti chiudere i loro conti correnti, per cui non avevano la possibilità di prelevare le proprie risorse versate. Per fortuna la normativa di settore è venuta incontro a questi soggetti e con l'intervento dei FONDI INTERBCANCARI DI TUTELA DEI DEPOSITI, la banca è stata assistita durante la fase di chiusura e i correntisti della quota prevista dal fondo sono stati tutetali. Dunque, NON tutti i beni dei correntisti sono venuti meno", ha dichiarato il colonnello Raffaele D'Angelo.

 

Il fallimento di Banca BASE è stato richiesto dalla Procura di Catania

perchè ha accertato delle "sistematiche condotte di dissipazione, cioè aggravamento dei debiti della banca anche a favore degli stessi amministratori". Ma, tradotto, cosa vuol dire?

"Pietro Bottino si è reso segretamente proprietario della società "PROTEBE' s.r.l", e poi versava degli assegni  - con fondi provenienti della banca BASE di cui era presidente - al "finto" proprietario di quest'azienda. Questi versamenti erano giustificati come delle "fantomatiche" consulenze, ma sono stati smascherati dall'indagine" ci spiega il Tenente Colonnello Francesco Ruis, comandante della Tributaria. È intervenuta anche Agata Santonocito, Procuratore Aggiunto che coordina il gruppo investigativo

- creato nel 2016 per i reati contro la pubblica amministrazione, reati societari, tributari e fallimentari: "la banca, durante gli anni della sua attività, aveva raccolto tra i 30/40 milioni di euro utilizzati senza le garanzie previste dall'ordinamento".

 

Ma quali sono state le due operazioni che hanno creato danno ai correntisti?: "La prima è la cessione di 5 milioni di euro alla società COOPERFIN S.P.A , che non dava alcuna garanzia, e successivamente 670 mila euro alla società PROTEBÉ S.P.A". Di cui abbiamo già illustrato il CONFLITTO DI INTERESSE. A fornire ulteriore dettagli ci ha pensato anche il Comandante del Gruppo Addetto alla Tutela del Risparmio del Nucleo di Polizia Valutaria, Italo Savarese: "è stato analizzata una mole considerevole di materiale, sia cartaceo che informatico, per lo più provenienti dalle indagini compiute nell'estate del 2018. L'obiettivo è stato quello di individuare le situazioni di criticità relative al profilo dell'adeguatezza patrimoniale dell'istituto di credito catanese".

Quali altre azioni illecite hanno rivelato le indagini?

 

  1. Invio al CONSOB - Commissione Nazionale per le Società e la Borsa - di un prospetto di offerta connessa all'aumento del capitale;
  2. Azioni all'insegna dell'abusivismo: l'offerta di titoli non avveniva a Roma, così come autorizzato dalla CONSOB, ma a Catania (luogo falsamente riportato anche nei moduli di sottoiscrizione).

 

Tutto quello di cui abbiamo parlato fin ora ha riguardato il Capitale Sociale di Banca BASE - cioè per intenderci i soldi dei conti correnti dei normali clienti della Banca. Ma esiste anche un Capitale di Vigilanza, che è stato anch'esso manomesso.

 

"Il Capitale di Vigilanza è il minimo legale che prevede la Banca d’Italia per consentire ad un soggetto di operare sul mercato erogando credito. Una sorta di sistema di sicurezza pronto per essere liquidato nel momento in cui quei crediti devono rientrare. In realtà Banca BASE per almeno 3 o 4 anni era andata avanti con un capitale di vigilanza consapevolmente alterato, e nelle comunicazioni che faceva alla Banca d’Italia indicava l’esistenza integrale di crediti che in realtà non c’erano e che gli stessi ispettori della Banca d’Italia avevano svalutato nel corso della loro attività, invitando i dirigenti della banca a riclassificarli", spiega il Magistrato Fabio Regolo, sostituto procuratore.

 

"La Banca BASE non aveva ovviamente accettato questi inviti, perchè ciò ne avrebbe comportato l'immediata messa in liquidazione già molti anni prima. Invece, in un ultimo tentativo di far fronte alle prescrizioni che stavano ricevendo dalla Banca d’Italia, i dirigenti del c.d.a hanno grossolanamente creato una finta lettera di una società britannica, per simulare la presenza di un fantomatico investitore estero che avrebbe potuto investire nella banca, e ripianare in una certa misura gli ammanchi".

 

"Come nota di colore vanno specificate le modalità di contraffazione dei documenti. Cancellature visibili e grossolane, utilizzo del bianchetto, traduzioni quantomeno pessime di documenti ufficiali presentati come prove" conclude Fabio Regolo.

 

Furbi, a modo loro, nell'intascarsi il bottino - forse l'ex presidente del C.D.A ha preso troppo alla lettera il suo cognome - ma sicuramente meno abili nelle modalità ;)

 

 

E il resto dei 18 indagati? Vi riportiamo nomi e cognomi:

 

 

  • Dejana Giuseppe
  • Ripoli Carmine
  • Salvatore Bentivegna
  • Longo Antonino
  • Alessandro Filadelfo Leone
  • Biagio Giancola
  • Santorsola Giuseppe Maria
  • Chiarenza Gianbattista
  • Giuseppe Di Giovanni
  • Pezzino Manfredi
  • Giordano Antonio
  • Cascone Gaetanino
  • Cutuli Isidoro Edoardo
  • Rampello Flavio
  • Torre Francesco
  • Leotta Fabrizio
  • Pappalardo Andrea

 

 

 

Il video integrale della conferenza stampa:

 

Registrazione Tribunale di Catania n. 18/2010 – PIVA 05704050870 - ROC 180/2021
Edito da: Sudpress S.r.l. zona industriale, c.da Giancata s.n. – 95121 Catania

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