Le accuse rivoltegli dalla Procura di Catania sono pesanti, minacce a pubblico ufficiale in concorso. Per gli altri coimputati c'è anche la calunnia e violazione di segreti d'ufficio. Una brutta vicenda che vede come protagonisti "poterucoli locali", che come "sistema" ne stanno combinando di tutti i colori e si attivano per soddisfare le brame possessorie non solo di loro stessi e familiari, ma persino di personaggi da fiction di quart'ordine: almeno questo emerge a leggere gli atti. Vittime del "sistema", in questo caso, due poveri coniugi colpevoli di volersi guadagnare il pane aprendo un chiosco in una zona che l'istigatore dell'inaudito complotto considera cosa sua esclusiva: dopo aver lottato con coraggio contro i soprusi, riuscendo ad attirare l'attenzione nazionale con l'inchiesta de Le Iene, i coniugi si sono subito costituiti parte civile assistiti dall'avvocato Patrizia Papalia. A margine: Una docente di Giurisprudenza "confezionava" gli anonimi che hanno portato alle accuse di calunnia. Davvero una brutta storia, che ha come cornice una Catania psico-colombiana, con una pletora di figuri che hanno trasformato importanti enti pubblici in bancomat personali e familiari, con l'unica abilità di millantare coperture e impunità che non possono avere ma che si basano soltanto su un sistema dei controlli lento e inefficiente: ma che con i suoi tempi arriva, arriva. Veniamo al caso del quale ci siamo già occupati e che adesso supera l'importante step giudiziario, con il Giudice Simona Ragazzi che ha riconosciuto fondate le accuse che la Procura di Catania ha rivolto a Franz Cannizzo, Rosario Carmelo Parisi e Paolo Zumbo, trasformandoli da indagati ad imputati. Li ha rinviati al giudizio della Terza Sezione Penale del Tribunale di Catania che si riunirà in composizione collegiale il prossimo 3 novembre 2020 per l'avvio del processo.
Il più noto dei 3 imputati è certamente Franz Cannizzo, già assessore comunale della giunta Stancanelli ed esponente di punta di quella ConfCommercio che ha come leader Cannizzo è imputato "per il delitto di cui agli artt. 110 e 336 c.p. perché, in concorso tra loro, PARISI Rosario, quale istigatore, e CANNIZZO Francesco, quale esecutore materiale, ponevano in essere indebite pressioni, costituenti minaccia indiretta, nei confronti dei funzionari della Direzione Sviluppo e Attività Produttive del Comune di Catania Adonia Giampaolo e Mangani Alessandro nonchè nei confronti di funzionari non identificati in servizio presso la Prefettura al fine di indurre gli stessi a compiere un atto contrario ai doveri d'ufficio, ovvero annullare l'autorizzazione all'esercizio dell 'attività economica del chiosco-bar sito in Catania, Via San Giuseppe La Rena angolo Via Santa Maria Goretti, rilasciata alla titolare Caratozzolo Concetta." Rosario Parisi, titolare dell'omonimo bar, è anche accusato di calunnia e violazione del segreto d'ufficio continuato in concorso con Paolo Zumbo, dipendente della prefettura di Catania. Tutto inizia nel 2013, quando i coniugi Rosario Spina e Cocetta Caratozzolo decidono di acquistare il chiosco bar in via San Giuseppe la Rena: il percorso burocratico per ottenere le necessarie autorizzazioni è particolarmente accidentato ma alla fine, nel marzo 2018, riescono ad aprire. Dopo pochi mesi dall'agognata inaugurazione, nell'ottobre 2018, arriva la tegola dell'intimazione di chiusura per mancanza del "titolo abitativo", formalità contestata dagli uffici del Comune di Catania che ne dispongono la chiusura. Per inciso La signora Caratozzolo, titolare della licenza, si accorge ben presto che qualcosa non funziona nelle lungaggini burocratiche e si rivolge a Dalla ricostruzione della vittima, assistita dall'avvocato Patrizia Papalia, emerge che i funzionari comunali, intervistati da Le Iene avevano ricevuto esposti da parte di un certo "Strano Antonio", diretti a richiedere anche la demolizione del manufatto " abusivo", in quanto a suo dire ne era stata intimata la demolizione già nel 2013. Si legge negli atti: "A seguito della trasmissione e di quanto dichiarato dai funzionari comunali, la sig.ra Caratozzolo presentava esposto presso la Procura della Repubblica di Catania che, dopo minuziose indagini corredate da intercettazioni telefoniche, ambientali e video registrazioni, arriva alla conclusione investigativa che , esortato dal sig. Parisi Rosario Carmelo, titolare del bar " CAFFE' PARISI" di Catania via San Giuseppe La Rena n. 98/ A nell'area adiacente al chiosco della sig.ra coadiuvato dal sig. Paolo Zumbo, impiegato presso la Prefettura di Catania, allo scopo di tutelare gli interessi economici del sig. Parisi, E ancora: "Il tutto condito da numerosi esposti anonimi o firmati con nomi di fantasia inviati dal Parisi Rosario a tutte le autorità cittadine, con false accuse a carico della sig.ra Caratozzolo e così integrando il reato di calunnia aggravata e avvalendosi dell'illecito ed antigiuridico comportamento di Paolo Zumbo, il quale per ben due volte, avvalendosi delle sue funzioni di impiegato presso la Prefettura eli Catania, violava ripetutamente i suoi doveri rivelando sia al Parisi che al Cannizzo notizie relative l'autorizzazione all'apertura del chiosco anche fornendo documentazione cartacea scaricando le pec indirizzate all'indirizzo mail della Prefettura di Catania." I danni per la famiglia Spina-Caratozzolo sono stati ingentissimi e la brutta storia, al di là degli esiti penali, dimostra la pervasività di un "sistema" su cui è ora si accenda più di un faro. , non indagata in questo procedimento, che esercitando anche la professione di avvocato "confezionava" gli anonimi utilizzati da Parisi per calunniare i coniugi Spina-Caratozzolo. visto che riguarda l'Università di Catania che, considerati i tanti problemi giudiziari dei suoi vertici, potrebbe trarne spunto per rinnovare l'offerta formativa con un bel corso innovativo di "Tecnica delle lettere anonime". Peccato che non è servita a gabbare gli investigatori della Squadra Mobile di Catania e così i signori Franz Cannizzo, Rosario Parisi e Paolo Zumbo saranno alla sbarra a partire dal prossimo novembre.
Pietro Agen, anch'egli sufficientemente noto.
parrebbe che nella zona questo "titolo" sia assente in esercizi commerciali ben più importanti: ma questa è un'altra storia che probabilmente sarà oggetto di altra inchiesta...
"Le Iene" che mandano Silvio Schembri a realizzare un'inchiesta che si rivelerà particolarmente efficace.
il dott. Franz Cannizzo, esponente della confCommercio di Catania e, pertanto ben conosciuto negli ambienti comunali
Caratozzolo,
esercitava pesanti pressioni nei confronti dei funzionari del Comune con lo scopo di non far aprire il chiosco è una volta aperto di far revocare le autorizzazioni legittimamente concesse."
A margine della vicenda il ruolo di una docente universitaria della facoltà di Giurisprudenza di Catania
Ne scriveremo a parte