Lo scorso 14 marzo, diverse persone avevano creato scompiglio al pronto soccorso dell'ospedale catanese "Vittorio Emanuele", dopo aver portato un giovane in sedia a rotelle privo di sensi. Due di loro avevano addirittura aggredito i medici di turno, semplicemente per essere stati allontanati, così che si potesse prestare le cure del caso al paziente in codice rosso. Oggi sono stati individuati e fermati dai Carabinieri Cristofaro Fuselli classe 1979, ai domiciliari, ed il fratello, classe 1984, sottoposto all'obbligo di firma. E' ancora forte l'emergenza per le aggressione al personale medico siciliano in ospedali e guardie mediche I dottori aggrediti erano in servizio al pronto soccorso, ed alle 14 circa, orario di cambio turno, erano stati chiamati d’urgenza per un codice rosso. Era infatti appena giunto in ospedale su di una sedia a rotelle, spinta da alcuni parenti, un giovane catanese privo di sensi, vittima di un probabile incidente stradale. http://www.sudpress.it/wp-content/uploads/2018/05/VIDEO-PIAZZA-DANTE.mp4 La prima a tentare di stabilizzare il giovane era stata una dottoressa, che senza poter soccorrere adeguatamente il paziente, si era vista letteralmente invadere la sala visite dai familiari. Dopo aver riscontrato la gravità delle condizioni del ragazzo, il medico, aiutato da un collega, aveva invitato i parenti a lasciare immediatamente la sala per poter assistere il malcapitato, ma per tutta risposta uno degli indagati oggi fermati, spalleggiato dal fratello, l'aveva prima offesa e poi aveva persino cercato di colpirla al volto. L'intervento di un altro medico per calmare le acque, aveva sortito l'effetto opposto, con il malcapitato costretto a fuggire e nascondersi, per essere però poi raggiunto e colpito selvaggiamente al volto. La denuncia presentata dai due medici ai Carabinieri della Stazione di Catania di Piazza Dante, aveva consentito agli investigatori dell’Arma di ricostruire l’accaduto e di dare un volto agli aggressori, identificati mediante l’analisi delle immagini registrate dalle telecamere di sicurezza nonché attraverso l’acquisizione di alcune testimonianze.
Tali approfondimenti investigativi, posti all’esame del magistrato titolare dell’indagine, hanno oggi consentito di produrre al G.I.P. del Tribunale etneo un esauriente quadro indiziario che si è tradotto nell’emissione di misure cautelari in ordine ai reati di violenza, resistenza a pubblico ufficiale nonché lesioni personali.