La scuola è il primo esempio di società che i ragazzi vivono, il primo confronto col mondo vero. Per quanto sempre mediato e filtrato, lì non ci sono i genitori a difenderli e hanno quotidianamente a che fare con autorità, obblighi e responsabilità. A scuola dovrebbero imparare il rispetto per le leggi e per gli altri. Ma al "Principe Umberto" pare che le cose non vadano così. Genitori e alunni ignorati, l'ufficio protocollo che si rifiuta di recepire il reclamo redatto dai rappresentanti dei genitori, una preside sorda alle richieste dei ragazzi. http://www.sudpress.it/wp-content/uploads/2019/08/Principe.mp4 Quella vissuta da studenti e genitori del Liceo Principe Umberto di Catania, più che una situazione di negligenza amministrativa, pare una situazione di totale abbandono da parte della dirigenza della stessa Istituzione Scolastica. L’ultimo caso riguarda l’assegnazione delle classi destinate a trascorrere il prossimo anno nella succursale: “Chiediamo la convocazione urgente del Consiglio di Istituto e l’inserimento di nuovo punto all’ordine del giorno avente ad oggetto l’annullamento in autotutela della delibera impugnata con il presente reclamo nonché la contestuale adozione di una nuova determinazione collegiale volta a modificare le sezioni da destinare alla sede Succursale di via Susanna nel rispetto della normativa e dei criteri citati e non da ultimo del principio di buona amministrazione”, scrivono i rappresentanti dei genitori in un reclamo ufficiale presentato alla dirigenza. Reclamo avverso delibera del 16 luglio 2019 “La turnazione delle classi”, continuano nel documento, “è l’unico criterio specificato nel PTOF di Istituto e comunicato alle famiglie.” Criterio che, evidentemente, non è stato rispettato. Delle 65 classi che si formeranno a settembre,tra Liceo Scientifico e Linguistico, peraltro, ben 45 non hanno mai messo piede nei locali della Meucci Impedire agli studenti di frequentare il plesso centrale per ben due anni, significa privarli di un ambiente necessario per vivere in maniera completa e spensierata gli anni del liceo. Dalla data della decisione sono passati oltre due mesi, nei quali genitori, studenti e professori hanno cercato di dialogare con la Preside, totalmente invano. La prof.ssa Maria Raciti ha disertato tutti gli incontri, fino all’ultimo Consiglio di Istituto nella giornata di ieri. Consiglio al quale, fra l’altro, non sono stati presenti neanche numerosi membri e il Presidente del Consiglio stesso. E se come ci insegnava qualcuno in passato, a pensar male si fa peccato ma spesso si indovina, questa latitanza sembra nascondere motivi ben diversi da quelli organizzativi. Data l’assenza delle componenti interessate, genitori e alunni presenti ieri mattina al plesso centrale del Principe Umberto, si sono riuniti in un’assemblea autoconvocata, almeno fin quando i collaboratori scolastici non hanno invitato “gentilmente ad uscire” i presenti, a causa di un ordine arrivato “dall’alto”. Alto che, vista l’assenza per malattia della preside, assume sembianze a dir poco impersonali. Il risultato di questa assemblea è stato un foglio protocollo indirizzato proprio alla dirigenza e firmato dai genitori e dagli studenti intervenuti. Ma la chicca finale non poteva certo mancare: alla richiesta di protocollo della pratica da parte di uno dei rappresentanti di Istituto, la risposta è stata “l’ufficio è chiuso”. A titolo informativo: l’ufficio protocolli non può, per legge, essere chiuso. Tanto che, grazie all’intervento di alcuni genitori e alla intimidazione di richiedere l’intervento delle forze dell’ordine, l’ufficio protocolli ha magicamente aperto i battenti. Quello che chiedono gli alunni e i genitori del Principe Umberto è solo chiarezza e dialogo e, soprattutto, un cambiamento radicale nell’atteggiamento della dirigenza. Un atteggiamento che viene denunciato da studenti e genitori come caratterizzato troppo spesso da abusi, malafede e mancanza di trasparenza.