Si addensano nubi sempre più tempestose sui vertici dell'Autorità portuale che gestisce, sotto il controllo del ministero dei trasporti (sic!), i porti di Catania, Augusta, Siracusa e Pozzallo.
Dopo le ultime due sentenze giudiziarie che ne hanno condannato l'operato sia nella gestione di appalti che del personale, con l'aggravante di conflitti d'interesse e paventata parentopoli, adesso interviene pesantemente l'associazione nazionale dei consumatori CODACONS che chiede espressamente la rimozione dei vertici e contestualmente deposita esposti alla Corte dei Conti ed all'Autorità Anticorruzione.
A seguire il comunicato ufficiale del CODACONS:
Ancora una nuova clamorosa sentenza contro l'Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale di Catania.
L’avvocato Bruno Messina, Vice Presidente Codacons Sicilia, spiega quanto sta accadendo.
Il 14 novembre di quest’anno l’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale di Catania viene condannata dal TAR Catania, che con sentenza ha annullato una serie di delibere dell’Autorità Portuale, evidenziando delle irregolarità nella gestione dell’Ente.
In particolare, afferma Bruno Messina, i giudici hanno rilevato un conflitto di interessi che coinvolgeva alcuni membri del Comitato di Gestione, i quali (si sarebbero dovuti astenere ma invece) avrebbero partecipato a decisioni legate a interessi diretti dei propri familiari.
Ebbene, in seguito a questa sentenza il Codacons ha depositato un esposto all’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione), chiedendo un’indagine approfondita sull’operato del Comitato di Gestione e un esposto alla Corte dei Conti per verificare se le irregolarità amministrative abbiano causato un danno erariale.
Adesso, continua l’avvocato Messina, un’altra sentenza, sempre del TAR Catania, pubblicata il 2 dicembre 2024 e recante n. 03956/2024, condanna nuovamente la stessa Amministrazione.
Stavolta il Tribunale Amministrativo ha annullato la determina (n. 118 del 22.7.2024) dell’Autorità Portuale di Catania, con cui era stato disposto l’affidamento diretto per sei mesi del servizio di pulizia e disinquinamento degli specchi acquei portuali e delle relative linee di battigia.
Infatti, spiega Bruno Messina, secondo i giudici, l’assegnazione diretta ad una società dell’appalto per la pulizia e il disinquinamento, senza che sia avvenuto un confronto concorrenziale tra le varie ditte che offrono gli stessi servizi, non poteva essere effettuata.
In particolare, continua Messina, il TAR ha stigmatizzato la mancata consultazione di almeno dieci operatori, prevista dall’articolo 187 del D.Lgs. 36/2023, e la scelta non motivata di una determinata società come unico affidatario.
La decisione del Tribunale, secondo il Codacons, rappresenta un’ulteriore campanello d’allarme sulla trasparenza dell’attività svolta dall’Ente Pubblico.
La mancanza di rispetto della normativa e una gestione potenzialmente dannosa per l’interesse pubblico spinge il Codacons a chiedere le dimissioni dei vertici dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale.
D’altra parte, prosegue il Codacons, non possiamo permetterci una governance che tradisca le aspettative dei cittadini e degli operatori economici, e quindi con le dimissioni del Presidente e del Comitato di Gestione dobbiamo dare un segnale forte e immediato per tutelare l’interesse collettivo.
Inoltre, chiediamo, conclude Messina, al Ministero dei Trasporti di esercitare i poteri di vigilanza e avviare un’ispezione approfondita sull’intero operato dell’Autorità Portuale.
Infine, il Codacons annuncia un ulteriore esposto all’ANAC e alla Corte dei Conti.
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