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Mater Agata: Inno alla vita e alla speranza

30-01-2025 06:00

Sofia Laudani

Cronaca, Focus,

Mater Agata: Inno alla vita e alla speranza

La mostra, allestita presso Palazzo Minoriti, sarà inaugurata il 31 gennaio alle ore 20:00 e resterà aperta al pubblico fino al 6 febbraio.

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La ventitreesima edizione della mostra Mater Agata, curata da Liliana Nigro, docente di Storia del Costume per lo Spettacolo dell’Accademia di Belle Arti di Catania, si conferma un appuntamento imprescindibile nel calendario agatino. Un evento che, anno dopo anno, fonde arte, fede e impegno sociale, trasformando gli abiti realizzati dagli studenti in autentici racconti visivi capaci di attraversare il tempo e la memoria.

 

La mostra, allestita presso Palazzo Minoriti, sarà inaugurata il 31 gennaio alle ore 20:00 e resterà aperta al pubblico fino al 6 febbraio. Quest’anno, il tema scelto, Mater Agata, si inserisce in una riflessione profonda sul ruolo della madre come simbolo di forza, coraggio e luce, ponendo in dialogo il culto agatino con la contemporaneità.

 

Un tema che guarda al presente

 

Durante la conferenza stampa tenutasi il 28 gennaio presso la Sala Consiliare Giovanni Verga del Palazzo di Città, la presidente dell’Accademia di Belle Arti di Catania, Lina Scalisi, ha evidenziato come questa edizione sia anche un “motore di speranza” per chi vive situazioni di difficoltà, citando il dramma di Trappeto Nord, quartiere catanese segnato da disagio e tragedie recenti. Gli abiti realizzati dagli studenti diventano così un segno di rinascita, una reinterpretazione della figura di Sant’Agata attraverso la sensibilità delle nuove generazioni.

 

Carmelo Grasso, presidente del Comitato per i festeggiamenti agatini, ha sottolineato come questa mostra sia diventata un vero e proprio punto di riferimento in tutto il mondo, definendola “la celebrazione religiosa numero uno” e riconoscendo il lavoro instancabile della professoressa Nigro nel valorizzare il talento dei giovani stilisti.

 

117 abiti, 117 storie

 

L’esposizione vedrà protagonisti 117 abiti realizzati dagli studenti del corso di moda dell’Accademia. Un numero che, come ha fatto notare il critico e storico dell’arte Paolo Giansiracusa, assume una valenza simbolica, quasi profetica, legata alla tradizione mistica dei numeri. Ogni creazione rappresenta una riflessione personale sul tema della maternità, con tessuti e cromie che evocano protezione, devozione e bellezza.

 

La mostra sarà accompagnata da un catalogo fotografico realizzato dagli studenti dell’indirizzo di fotografia, sotto la guida del professore Egido Ligera, il quale ha dichiarato che il suo obiettivo è quello di trasmettere, attraverso le immagini, un senso di fratellanza e connessione tra le persone.

 

La sfilata e il valore dell’inclusione

 

Uno dei momenti più toccanti della conferenza è stata la sfilata, che ha visto - tra le altre indossatrici - anche una ragazza speciale dalla tenacia indescrivibile, Martina, che ha indossato un sontuoso abito bianco, simbolo di purezza e speranza. A precedere la sfilata, l’esibizione del baritono Matteo Siculo, che ha intonato un brano dedicato a Maria, madre universale e figura di protezione affiancata a Sant’Agata.

 

Quest’anno, inoltre, la manifestazione è sostenuta dalla presenza di 43 associazioni umanitarie che sfileranno con il loro gonfalone durante la serata inaugurale, accompagnata dalla nota Corale Polifonica “Giuseppe Tovini”, prima del taglio del nastro.

 

Il valore aggiunto di questa ventitreesima edizione è proprio il coinvolgimento di cinque strutture sanitarie private che per un mese offriranno servizi medici gratuiti a persone fragili o in difficoltà. Un gesto che rafforza il valore sociale della mostra, ribadendo il legame profondo tra arte, comunità e solidarietà.

 

Premiazioni e riconoscimenti

 

Il lavoro degli studenti del Triennio dell’Accademia di Belle Arti testimonia un impegno straordinario e una forte connessione con il tema. Con dedizione e sensibilità, i giovani designer hanno saputo tradurre in tessuti e colori la solida forza di Sant’Agata, temprata dal dolore: sono abiti che raccontano sacrificio, coraggio e resilienza, tipici della figura materna.

 

A giudicare i 117 abiti in concorso sarà una giuria, che sceglierà e premierà quattro creazioni con borse di studio destinate a sostenere il percorso artistico degli studenti. Tra i membri della giuria figurano Claudia Cantone, Salvatore Lo Giudice, Enza Marchica, Marco Marziano, Paolo Pesce, Elena Petrollo, Barbara Renna, Valeria Rizzo, Riccardo Tommasello e Cinzia Tornisi.

 

A fare da madrina dell’evento sarà Giusi Malato, campionessa olimpica e simbolo della forza delle donne. Nel suo intervento, Malato ha espresso profonda stima per Liliana Nigro, con la quale condivide non solo la devozione per Sant’Agata, ma anche un vissuto personale segnato dal recente lutto per la perdita della madre.

 

Un tributo alla città e alla sua patrona

 

La mostra Mater Agata non è solo un’esposizione di moda, ma un tributo alla città di Catania e alla sua Santa Patrona, una celebrazione che, attraverso l’arte, racconta storie di fede, sofferenza e rinascita. Un evento che, come sottolineato dalla professoressa Nigro, continua a esistere grazie all’impegno instancabile degli studenti, alla collaborazione di numerose realtà del territorio e al sostegno di chi crede nella potenza evocativa della moda.

 

Un appuntamento che si rinnova ogni anno, portando avanti una tradizione che sa essere, al tempo stesso, antica e contemporanea, sacra e umana, locale e universale.

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Edito da: Sudpress S.r.l. zona industriale, c.da Giancata s.n. – 95121 Catania

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