L'atmosfera al Teatro Massimo Bellini di Catania era elettrica la sera della prima di Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti con l'atmosfera carica di aspettative che non ha deluso il pubblico, con una rappresentazione ha dimostrato ancora una volta che l'opera, nelle mani giuste, è una forma d'arte senza tempo capace di trascendere epoche e confini.
La visione di Giandomenico Vaccari per questa produzione è stata chiara: raffinata, intelligente e immensamente coinvolgente.
Con le scenografie, i costumi e le scene di Alfredo Troisi, il pubblico è stato trasportato nella Scozia del 16° secolo, un mondo di passioni tumultuose e tradimenti taglienti.
Maria Grazia Schiavo, con la sua interpretazione di Lucia, ha dimostrato un'intensità che raramente si vede sul palcoscenico.
La sua resa del personaggio, complessa e profondamente umana, è stata un viaggio emozionante che ha tenuto il pubblico sospeso su ogni nota.
La celebre scena della pazzia è stata eseguita con una maestria vocale che ha lasciato il pubblico senza fiato.
Christian Federici, nel ruolo di Lord Enrico Ashton, ha offerto una performance intensa, alternando un potente controllo vocale con momenti di intenso pathos.
La sua raffigurazione di un uomo straziato tra l'amore familiare e la crudeltà politica è stata tanto convincente quanto struggente.
La direzione di Stefano Ranzani ha estratto dall'Orchestra del Teatro Massimo Bellini una qualità sonora che ha rispecchiato e arricchito ogni scena, ogni aria.
Ma non solo i solisti hanno brillato; il Coro del Teatro Massimo Bellini, sotto la direzione di Luigi Petrozziello, ha reso giustizia alla partitura donizettiana con precisione e passione.
La performance ha guadagnato una standing ovation, una sincera dimostrazione di apprezzamento e ammirazione.
Il sovrintendente Giovanni Cultrera ha espresso la sua soddisfazione, notando: "Queste serate riaffermano il valore e la vitalità dell'opera lirica. L'accoglienza entusiastica del nostro pubblico dimostra che l'opera parla ancora al cuore delle persone".