Della Pubbliservizi SpA, la società partecipata dalla Città Metropolitana di Catania, ci siamo occupati parecchie volte e più di recente dando notizia dell'indagine della Corte dei Conti sulle consulenze esterne presenti e passate.
Si tratta di una società di fatto pubblica di particolare importanza, per i servizi che dovrebbe svolgere e per la quantità di personale che impiega, con il rischio di trasformarsi nell'ennesima bomba sociale nel caso si giungesse ad un fallimento che ancora oggi non appare scongiurato.
Dal 2018 è amministrata da un Commissario Straordinario nominata dal ministero delle Attività Produttive, l'avvocata romana Maria Virginia Perazzoli.
Il sindacato nazionale UGL ha annunciato un sit-in per il giorno 22 febbraio a tutela dei 300 lavoratori che chiedono chiarezza sullo stato della società.
“La situazione in cui si trova attualmente la società, non è di certo delle migliori – fa notare Carmelo Catalano, componente della segreteria confederale della Ugl. Gli stipendi stentano ad arrivare e le forniture sono a singhiozzo, mentre dal committente giungono penali e sul fronte concordato preventivo c’è poca chiarezza."
Già nel passato altro sindacato, il Sifus Confali guidato da Maurizio Grosso, ha depositato pesantissime denunce presso la Procura di Catania.
I problemi non sono pochi e invece di risolversi sembrano aumentare, complice una scarsa trasparenza che comporta
la difficoltà di capire cosa accade.
Gli ultimi provvedimenti pubblicati nella sezione del sito dedicata all'amministrazione trasparente risalgono ad un anno fa, quella dedicata ai bandi di gara e contratti è ferma addirittura al 2016, dovendo poi andare a cercare un link denominato "delibere e determine" con l'ultima pubblicata che risale all'ottobre 2020, eppure pare che il ricorso alle "esternalizzazioni" ed ai "noli" sia più frequente di quanto pensabile.
Persino la parte relativa agli organi aziendali non risulta aggiornata, indicando comme amministratore la commissaria gudiziale Montana Trezza che non c'è più dal 2018...
Adesso, e forse da troppo tempo, la società si trova alle prese con la necessità di presentarsi innanzi al Tribunale Fallimentare con un concordato preventivo più credibile di quello già presentato dalla precedente amministrazione gestita da Silvio Ontario che, nonostante onerosissie consulenze esterne, venne duramente bocciato dai giudici con valutazioni serissime.
Un quadro quindi delicatissimo, con in gioco centinaia di posti di lavoro, che si sta consumando nel silenzio distratto di una città che non dovrebbe subire anche questa, considerando che le società partecipate, tutte, sono patrimonio comune e come tali devono essere gestite e controllate.
Ora desta sconcerto apprendere da una nota della Città Metropolitana che un'amministratore, per quanto di nomina ministeriale, possa impunemente negare riscontro a ben 130 richieste di chiarimenti provenienti dal socio pubblico: tali richieste, provenendo da un ente locale che rappresenta i suoi cittadini, devono intendersi come poste nell'interesse comune e deve ritenersi insuperabile la supponenza di mancate risposte così numerose. È davvero esagerato!
Su appalti, incarichi, consulenze persino "familiari", fatture cha appaiono, scompaiono e riappaiono torneremo a breve, intanto diamo notizia di una convocazione che lo scorso 12 febbraio la Città Metropolitana ha rivolto al commissario straordinario Perazzoli e che si dovrebbe svolgere il primo di marzo.
L'oggetto dell'incontro sarà "discutere sullo stato, in atto, della procedura di Amministrazione Straordinaria."
Il contenuto però é inquitante:
In pratica, la proprietà pubblica Città Metropolitana, che paga con soldi pubblici tutti i servizi resi dalla partecipata, ha chiesto 72 chiarimenti nel 2019, 51 nel 2020 e già 7 nel primo mese del 2021.
130 (CENTOTRENTA) richieste rimaste inevase?
E perché? Come è possibile?
La domanda l'abbiamo posta, appena avremo risposta ne daremo conto: magari sarà la 131esima...