Di Pubbliservizi, la società partecipata della Città Metropolitana di Catania, ci siamo occupati a lungo seguendone le vicende che l'hanno squassata tra inchieste giudiziarie e rischio di fallimento non ancora superato visto che ancora oggi non sono riusciti, nonostante super consulenze e iper commissariamenti, a presentare al Tribunale Fallimentare una proposta di concordato preventivo che possa risultare sostenibile.
E proprio sulle consulenze da 245 mila euro relative alla redazione di questo agognatissimo "concordato" ci eravamo concentrati con due articoli in rapida successione: eravamo nel 2018:
"Pubbliservizi: il concordato respinto e lo scandalo delle consulenze per 245 mila euro"
La società era talmente sotto pressione che gli dedicammo un'intera pagina della versione cartacea del nostro giornale SUD
Sono passati quasi 3 anni e pur avendo perso attenzione mediatica, la società continua ad avere non pochi problemi, non solo legati al passato.
Adesso però il siluro arriva alla fine di gennaio 2021: mittente la Procura Regionale presso la Corte dei Conti, destinatario il commissario straordinario avv. Maria Virginia Perazzoli, che gestisce la società dal dicembre 2018 e adesso avrà 30 giorni per rispondere.
A firmare la richiesta è il Vice Procuratore Generale Maria Concetta Carlotti.
Il riferimento è al procedimento con oggetto: "Ipotesi di danno erariale per consulenze ingiustificate presso Pubbliservizi Spa"
Il periodo sotto esame tra il 2015 ed il 2018, quindi le amministrazioni di Adolfo Messina e Silvio Ontario.
Gli incarichi finiti sotto la lente della Procura contabile sono 35, con nominativi che si ripetono più volte.
L'elenco che la Procura allega alla richiesta è formattata sotto forma di tabella che oltre a nome, data, oggetto, durata e costo presenta due colonne che evidentemente sembrerebbero essenziali per determinare la loro eventuale illiceità: la presenza di una procedura di selezione tramite "interpello interno" o "bando esterno".
Per tutti gli incarichi affidati non risulta eseguita nessuna procedura di selezione.
Pare infatti che a Catania vi sia una singolare interpretazione in ordine alle facoltà di nomina di "persone di fiducia" da parte di chi amministra denaro pubblico, soprattutto nelle "partecipate" che vengono trasformate in vere e proprie "aziende familiari" con contributi ed incarichi ad amici e parenti "perché sono i più bravi del mondo".
Ma Catania, si sa, è Repubblica Indipendente: finché dura.