Torna nel dibattito, anzi si fa proprio prepotente il tema del "mare" ed a metterlo al centro come riflessione è il commercialista Antonio Pogliese, che con il suo intervento dà seguito agli ultimi due pubblicati, quelli dell'avv. Dario Riccioli e dell'ing. Alberto Pasqua.
Qui l'ipotesi si allarga, concentrando l'attenzione su un modello che può, e probabilmente deve trovare, finalmente, nelle economie del mare il suo principale modello di sviluppo.
(PDR)
Egregio Direttore,
la Sua determinazione di mantenere accesa la fiammella per fare ardere l'impegno sussidiario degli intellettuali catanesi è apprezzabile.
Al riguardo va rilevato che a volte la fiammella tende a spegnersi per mancanza di aria; altre volte, invece, per il vento generato dall'eccessivo livello intellettuale-culturale.
Questo tropo per una breve riflessione sulla cultura o più esattamente sul suo utilizzo ai fini del bene comune, e più in generale nella convegnistica.
A seconda dei settori (letteratura, filosofia, etc.) la cultura viene utilizzata nel confronto, in altri campi per comunicare.
Sui grandi temi sociali, invece, la cultura dovrebbe essere utilizzata principalmente per elaborare progetti per il bene comune.
Il legislatore costituzionale della legge 3 del 2001, nella riforma dell'art. V della Costituzione, ha previsto l'istituto della sussidiarietà.
Dopo oltre 20 anni dalla citata riforma è possibile sostenere che la sussidiarietà può consistere (quasi) esclusivamente nel presentare un'idea-progetto, un'analisi, una relazione di un grande tema sociale.
Da ciò deriva che la cultura è costante pre-condizione per l'analisi dei grandi temi sociali, per il confronto di idee, ma diventa un esercizio sterile se si limita soltanto alla critica di temi altrui.
Nella metafora il vento che spegne la fiammella è la cultura finalizzata soltanto a demolire i progetti di altri senza l'elaborazione di una proposta, di un progetto per la soluzione di un grande tema sociale.
Passando al merito del dibattito per Catania, anche nella prospettiva della prossima amministrazione del Comune, la proposta dell'Avv. Dario Riccioli, appunto nell'ambito della citata sussidiarietà intellettuale, è del tutto condivisibile e diventa peraltro importante nel ruolo della città che deve passare da città del mare a città di mare.
Il water front consentirà (rientra già nei progetti del Comune) che i cittadini ed i visitatori di Catania possano godere il mare che confina con la città per diversi km, ma costituirà anche una nuova idea del modello di Catania.
Catania città di mare include anche il modello di sviluppo economico che resta la questione centrale su cui avviare il dibattito.
A tal riguardo bisogna fare chiarezza prendendo atto pregiudizialmente che Catania non è una città industriale, turistica, comMerciale, agricola, degli studi, etc. etc.
Ciò per cancellare i miti e gli slogan di un recente passato come ad esempio, "Catania la Milano del Sud", "Etna Valley", etc.
Nel modello di Catania di oggi, invece, sono presenti alcune eccellenze industriali, elettronica e farmaceutica, istituzioni culturali quali l'Università di Catania, la Scuola di eccellenza e l'Istituto Nazionale di Fisica, molto utili per posti di lavoro, innovazioni e produzione di valori, ma da sole non sufficienti né a caratterizzare il modello di sviluppo né ad assicurare le risorse necessarie alla Comunità.
Dopo aver chiarito quanto precede, il modello di sviluppo economico attuale di Catania include le citate attività industriali di eccellenza con valenza anche internazionale, il turismo in crescita, l'agricoltura biologica e specializzata in crescita, l'Università, la ricerca scientifica e la formazione.
La novità rispetto al passato nel modello di sviluppo è rappresentata dalla logistica e trasporti, e dall'industria per la costruzione delle relative strutture, che ha fatto diventare la città capitale nella Sicilia per tale settore, produce valori significativi e cresce anno dopo anno a due cifre.
Oggi il modello di sviluppo di Catania si caratterizza per una pluralità di attività, avulse l'una dall'altra, e lo sviluppo del modello deve puntare a fare evolvere Catania da città del mare a città di mare con iniziative connesse al Porto di Catania, in sinergia con quello di Augusta, aspirando a diventare hub del Mediterraneo e a cogliere le opportunità offerte dalle economie del mare.
Antonio Pogliese
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