Nelle scorse settimane, i giornali, hanno speso fiumi di inchiostro per parlare della maggioranza del governo Schifani in frantumi.
La notizia arriva dopo due “scoppole” a sala d’Ercole dove era presente il presidente e la sua giunta.
La prima arriva dopo il voto segreto per il ddl salva-ineleggibili voluto da Fratelli d’Italia: la norma è stata bocciata dall’Ars, 34 voti contrari e 30 favorevoli.
La mattina del voto, Schifani, per compattare la coalizione, aveva convocato un apposito vertice.
Qualche giorno dopo, fallisce il tentativo del governo Schifani di reintrodurre l'elezione diretta dei presidenti delle Province in Sicilia.
E' stato infatti bocciato all'Ars, con voto segreto, il disegno di legge.
Sono stati 13 infatti i "franchi tiratori" che hanno votato contro la riforma.
La votazione si è chiusa con 25 favorevoli e 40 contrari.
Di fatto la maggioranza del presidente Schifani non ha avuto la forza di portare a casa due leggi in pochi giorni.
Il risultato macroscopico è una crisi dei partiti della coalizione.
Pero’ se guardassimo attentamente al microscopio la maggioranza del presidente Schifani, noteremo che il virus dei “litigi” risiede tra le fila di Fratelli di Italia.
Perché? Presto detto.
Elena Pagano: 1690 voti, divisi tra Enna e la sua provincia.
Francesco Scarpinato: 5.325 a Palermo e dintorni.
Per un totale esatto di: 7015 voti.
Una somma di preferenze nelle scorse elezioni regionali, che è riuscita ad "accaparrarsi" nelle fila della fiamma tricolore, due assesorati del governo Schifani.
Due assessori di Fdi, che sono riusciti a racimolare meno della collega-deputata del collegio di Agrigento Giusi Savarino, che è stata eletta con 7172 voti di preferenza.
Una debacle politica oramai risaputa, ma che porta strascichi all'interno del partito di Fratelli di Italia che causa non pochi problemi al governo Schifani. E Roma ne è al corrente.
Ne è al corrente anche il 'figlioccio' di Ignazio La Russa che ad oggi è presidente dell'Ars.
Proprio dalla Capitale è arrivato lo stop alla deputata agrigentina di Fratelli di Italia, di ricevere la nomina a membro della giunta Schifani.
Insomma l'avvocato Severino è stata tradita dal proprio sponsor politico, Nello Musumeci.
Proprio l'ex "cuffariana" nella scorsa legislatura è stata una degli alfieri del governo a trazione FdI.
Le voci di corridoio vociferano che Renato Schifani ha provato a difendere i nominativi inizialmente designati.
Non voleva accettare i dicktat di Meloni e La Russa.
Poi, però, ha dovuto cedere ed è passata la linea del compromesso con quello che, per Forza Italia, è - o è stato - il principale alleato.
Ma Musumeci ha fatto ancora di meglio: è riuscito a far sciogliere come neve al sole un movimento politico, in poche mani di poker nei tavoli politici romani (per modo di dire ndr).
Diventerà Bellissima è stato l'assegno circolare dell'ex governatore di Sicilia, per ricevere la nomina a ministro e per imporre qualche suo uomo o le mogli degli stessi, in poltrone abbastanza ambite sia a Roma che a Palermo.
La consorte dell'avvocato Ruggero Razza, Elena Pagana, dopo essere stata folgorata sulla via di damasco, da grillina è diventata una missina di ferro, occupando di prepotenza la poltrona dell'assessorato all'Ambiente e Territorio di via Ugo la Malfa nel governo Schifani.
Per Musumeci, l'avvocato Razza è come se fosse un figlio politico.
Ma l'ex governatore non dimentica i suoi adepti.
Totò Cordaro anche lui folgorato sulla via di Damasco, dopo che alle elezioni regionali nessuno lo ha voluto nelle proprie liste, è passato tra le file del partito della Meloni ricevendo un grande regalo: il governo nazionale, mesi fa ha nominato il nuovo commissario straordinario unico per la Depurazione, Fabio Fatuzzo, (presidente di Sidra Spa ed ex parlamentare), chiamato assieme all'infaticabile Toto Cordaro e Antonino Daffinà a guidare la struttura che si occupa degli interventi su fognature e depuratori.
Insomma Fratelli di Italia è divisa in correnti: una delle quali ha davvero pochi voti ma tanta potenza politica.
Anche nell'area palermitana - tranne l'assessore Alessandro Aricò - Fratelli di Italia ha pochi politici che hanno quantità di preferenze massicce. Ma di questo ne parleremo un altro giorno.
Il partito della Meloni, cerca di "accozzare" più nomine possibili chiaramente nel rispetto della legalità, ma politicamente può causare non pochi problemi al governo Schifani.
Fdi è al momento un trend politico molto seguito; come il logo 'eternit' negli anni 80.
Tutti lo comprano e tutti lo vogliono.
Ma a seguito delle elezioni europee, gli scenari in Europa potrebbero cambiare e con loro, anche i vecchi nostalgici della destra.
I quali faranno di tutto per non tornare nell'ombra per i prossimi 50 anni.
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