Non è facile raccontare quello che sta accadendo intorno a quello che è ormai un caso emblematico di quanto sta combinando questo indefinibile governo regionale a guida Schifani.
Ci proviamo.
Il caso riguarda il Villa Sofia-Cervello di Palermo pressato da una serie di criticità che, comunque, non pare siano diverse da quelle che affliggono tutta la sanità pubblica siciliana a causa di una gestione politica che ha superato tutti i livelli di indecenza.
Quello che è successo lo sintetizza in una sua dichiarazione il segretario regionale del CIMO Giuseppe Bonsignore: “Nei giorni a cavallo di Capodanno e in quelli immediatamente successivi- evidenzia Bonsignore- i riflettori dei mezzi di informazione sono stati accesi sull’ortopedia di Villa Sofia grazie al blitz del Presidente Schifani, chiamato in causa da una telefonata di un suo conoscente in attesa di intervento chirurgico, e precipitatosi a verificare lo stato delle cose, rimarcando poi che c’erano ben quattordici pazienti in attesa di essere operati in ortopedia ma omettendo di evidenziare come nell’intero mese di dicembre i posti letto complessivi di ortopedia di Palermo e Provincia si sono più che dimezzati per la improvvisa indisponibilità di quelli delle cliniche private accreditate che a fine anno, come sempre accade, esauriscono il budget e chiudono i battenti senza che le istituzioni sanitarie abbiano mai fatto nulla per scongiurarlo”.
Quindi, e se fosse vero sarebbe inqualificabile, il presidente Schifani, sollecitato da un conoscente, avrebbe vestito i panni del Castigamatti presentandosi al Villa Sofia scatenando poi la ridda di dichiarazioni che hanno attirato tutta la stampa regionale contro i sanitari, come se, lo abbiamo già scritto, non fossero proprio loro le prime vere vittime di questa politicanza da operetta che prima sottrae risorse, nomina incapaci per appartenenza e poi strilla come se non fosse sua la colpa.
Proprio all'inizio della storiaccia, venerdì, abbiamo dato, in una, due notizie: il fatto che è proprio il governo regionale a costringere le aziende sanitarie a rimanere sotto organico almeno del 20% e poi della irrituale convocazione da parte di Schifani dei direttori sanitario ed amministrativo del Villa Sofia invece che del direttore generale.
Dopo questo strafalcione istituzionale, arriva, l'indomani sabato, la convocazione del direttore generale del Villa Sofia Roberto Colletti, che lo stesso Schifani ha nominato:
A stretto giro il colpo di teatro che avrebbe dovuto sanare il pasticcio, consegnando alla furia popolare scatenata dall'improvvida “visita ispettiva” di Schifani/Castigamatti e dalle sue successive dichiarazioni, il più classico dei capri espiatori
Quindi, alle 16.07 di sabato il comunicato che annuncia la tardiva convocazione del direttore generale e subito dopo, alle 16.42 viene lanciato quello della “vittoria”, la testa del direttore sanitario Aroldo Rizzo servita sul piatto d'argento.
Operazione facilona che avrebbe dovuto, nella loro insuperabile inadeguatezza, dimostrare l'autorità imperiale di uno Schifani che invece, come vedremo a seguire, finirà per fare la figura del Giufà.
Infatti, a stretto giro, viene diffusa la lettera di dimissioni del direttore sanitario Rizzo che gli spariglia il gioco e ribalta il tavolo, formulando in poche parole un micidiale atto d'accusa nei confronti di quella politicanza che scarica sempre su altri le responsabilità che invece sono esclusivamente sue:
Fermo restando che non abbiamo capito se siano ironici i ringraziamenti al dirigente generale Iacolino, fedelissimo e longa manus di Schifani, resta il contenuto durissimo di quella parte centrale della lettera che descrive il clima in cui si opera in servizi pubblici essenziali ridotti allo stremo, con i veri responsabili, i politicanti, sempre a caccia di capri a fare da scudo alle loro esagerate incapacità.
Ma non finisce qua, perché attorno a Rizzo e contro questo plateale e volgarissimo sacrificio chiaramente preteso o provocato, arriva la cavalleria bianca, con un numero significativo di primari, ben 64 direttori di unità operative, che sottoscrivono una lettera aperta di sostegno ancora più dura:
Non meno pesanti le prese di posizione di sindacati ed associazioni varie.
Insomma, un vero capolavoro quello di Schifani, davvero.
Ha tentato di fare il Castigamatti ed è finito Giufà.
Sarebbe da sorriderci se non si trattasse della Sanità Pubblica, uno dei beni più preziosi della nostra Comunità, che questa politicanza sta distruggendo giorno dopo giorno: sarà faticoso e doloroso rimetterla in piedi.
Sempre che ci si riesca…
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