Inchiesta sulla Sanità Etnea: Undici a Processo, tra cui Eurodeputato FdI
Nelle more di questa prima decisione, erano usciti dal procedimento patteggiando pene variabili l'ex vice presidente dell'Ordine dei Medici di Catania Nunzio Ezio Campagna, sua figlia Paola e l'avvocato palermitano Giuseppe Di Rosa, arrivato a Catania al seguito dell'ex commissario Toti Amato: su questo e sul ruolo dei “palermitani” a breve dedicheremo un apposito focus.
Rinvio a Giudizio e Assoluzioni
Il 18 giugno 2024, il giudice per l'udienza preliminare Carlo Cannella ha deciso il rinvio a giudizio di undici persone nell'ambito di un'inchiesta condotta dai Carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Catania.
In calce gli articoli dedicati all'intricata vicenda che ha decapitato, tra l'altro, l'ordine dei medici di Catania che però è rimasto incredibilmente in carica con i “superstiti” come nulla fosse accaduto.
L'indagine riguarda la gestione degli incarichi relativi a progetti finanziati e approvati dall'assessorato alla Salute della Regione Siciliana, che sarebbero stati attribuiti a "predestinati" o congiunti attraverso bandi e esami pilotati.
Tra gli imputati figura Ruggero Razza, ex assessore regionale alla Salute e attualmente parlamentare europeo di Fratelli d'Italia (FdI) in attesa di insediamento, accusato di turbata libertà di scelta del contraente per la nomina di un professionista per un progetto da 10.000 euro.
Per lo stesso reato, l'ex assessore regionale al Lavoro, Antonio Scavone, è stato prosciolto con formula piena per non aver commesso il fatto.
Altri Imputati e Condanne
Il processo coinvolgerà anche Ignazio 'Igo' La Mantia, ex presidente dell'Ordine dei Medici, e Giuseppe Arcidiacono, dirigente medico dell'ospedale Garibaldi ed esponente di FdI, che si era candidato a sindaco di Catania.
Gli altri rinviati a giudizio sono Alberto Bianchi, Filippo Di Piazza, Sebastiano Felice Agatino Ferlito, Rosalia Maria Leonardi, Eugenio Pedullà, Ernesto Guido Rapisarda, Francesco Lo Re e Daniele Sorelli.
Nel processo con rito abbreviato, Aldo Missale, ex direttore amministrativo dell'Ordine dei Medici di Catania, è stato condannato a sei anni e otto mesi di reclusione per corruzione (con lo sconto di ⅓ previsto dal rito abbreviato), mentre Calogero Grillo, medico accusato di turbativa d'asta, ha ricevuto una condanna a otto mesi, con pena sospesa.
Missale dovrà inoltre risarcire le parti civili, incluse le aziende ospedaliere Policlinico e Garibaldi, l'Ordine dei Medici e una parte lesa, con una provvisionale di 30.000 euro ciascuno.
Grillo dovrà risarcire il Policlinico universitario con una provvisionale di 10.000 euro.
Dichiarazioni e Reazioni
Ruggero Razza ha commentato la decisione dichiarando: "Sono ansioso di potermi sottoporre al giudizio di merito, perché la mole di documenti e prove che abbiamo prodotto è la dimostrazione diretta della insussistenza della contestazione. [...] Sono molto fiducioso e, trattandosi di fatti risalenti negli anni, posso solo sperare che i tempi della giustizia siano davvero rapidi."
Contesto e Implicazioni
Questa vicenda si inserisce in un quadro più ampio di controversie e inchieste che hanno interessato la sanità siciliana negli ultimi anni.
Secondo le indagini, la gestione degli incarichi e delle nomine all'interno dell'assessorato alla Salute della Regione Siciliana sarebbe stata caratterizzata da favoritismi e irregolarità, sollevando dubbi sulla trasparenza e sull'integrità del sistema sanitario regionale.
Le implicazioni di questo processo potrebbero essere significative non solo per gli imputati, ma anche per la credibilità delle istituzioni sanitarie siciliane, già messa a dura prova da performance che sfuggono ad ogni giudizio.
La fiducia dei cittadini nella gestione della sanità pubblica potrebbe essere ulteriormente compromessa, richiedendo misure correttive e un rafforzamento dei controlli per evitare il ripetersi di tali situazioni in futuro: cioè praticamente pura utopia.
L'inchiesta sulla sanità etnea rappresenta un capitolo critico nella lotta alla corruzione e alla malagestione in Sicilia.
Il processo dovrà fare chiarezza sulle responsabilità e garantire che giustizia sia fatta, nel rispetto dei principi di trasparenza e legalità che devono caratterizzare ogni settore della pubblica amministrazione: ovviamente quando ormai i danni saranno superati da quelli successivi.
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