L'ondata di maltempo che ha recentemente colpito Valencia non dovrebbe impietosirci, farci sentire fortunati o alimentare il fatalismo (innato) in noi, ma dovrebbe farci tremare.
Valencia conta oltre 200 vittime, con una quantità d’acqua che viene definita straordinaria: circa 300 mm di pioggia caduti in poche ore, un valore vicino a quello annuale.
Stiamo attenti, 300 mm d'acqua.
Allora torniamo un po' indietro: 1 ottobre 2015, Catania, esterno notte:
Questa era una nota dell'ufficio stampa del comune di Catania.
Appurato il fatto che in passato abbiamo avuto la stessa identica portata d'acqua che ha avuto Valencia, quali sono stati i provvedimenti presi?
Solo una settimana prima del nostro ultimo nubifragio – guarda caso – proprio noi avevamo scritto che Catania non sarebbe stata pronta per un altro nubifragio a causa delle 17 mila tonnellate di terra cadute. QUI L'ARTICOLO.
Viola Sorbello, referente di Legambiente Catania, ha descritto come il fenomeno si ripresenti regolarmente, aggravato dalla presenza della cenere dell’Etna che, mischiandosi all’acqua piovana, ostruisce i tombini.
La città, strutturata con vie in discesa verso il centro, è priva di un sistema efficiente di drenaggio.
Da quasi quarant’anni, infatti, i lavori per il “Canale di gronda” – un’infrastruttura ideata per convogliare le acque piovane verso il mare e limitare i danni in città – sono incompleti, nonostante ingenti finanziamenti pubblici, inclusi 48 milioni di euro stanziati nel 2015 e un ulteriore finanziamento di 32 milioni ottenuto nel 2022.
Tuttavia, il progetto è ancora lontano dal completamento.
Nonostante la priorità dichiarata dal presidente della regione, Renato Schifani, per il Canale di gronda, altre iniziative urbanistiche sembrano in contrasto con la necessità di mitigare i rischi alluvionali.
Un esempio è la decisione recente di abbattere una villa storica a Cibali per far spazio a un edificio commerciale, eliminando anche il giardino che avrebbe potuto aiutare a trattenere le acque piovane in una zona ad alta criticità idrogeologica.
Dati dell'Ispra, invece, evidenziano come la cementificazione a Catania abbia raggiunto livelli allarmanti: Gravina di Catania, per esempio, registra un consumo di suolo pari al 50,8%.
Praticamente è più facile che un cammello passi attraverso la cruna di un ago che vedere un fiore a Gravina.
Speriamo di non doverci trovare mai in una situazione simile, ma non confondiamo mai l'insolito con l'impossibile.
Leggi anche: