La notizia si è diffusa nel tardo pomeriggio di ieri ed a farlo è stato lo stesso Luca Sammartino con un comunicato in cui si dice “soddisfatto per assoluzione in processo per corruzione elettorale, ho subito un calvario politico ed umano ma ho avuto sempre fiducia nella giustizia”.
Ricordiamo a seguire la vicenda in sé e le frequentazioni particolari accertate nel corso delle indagini, che non sono state ritenute rilevanti sotto il profilo giudiziario, ma di certo lo sono sul piano informativo e politico.
Come ricorderemo che resta in piedi il processo Pandora, meglio noto come Tremestierigate, che riguarda presunti casi di corruzione e infiltrazioni della criminalità organizzata nel Comune di Tremestieri Etneo.
La prima udienza è fissata per il 14 marzo 2025 presso la terza sezione penale del Tribunale di Catania.
Prima di questo però il singolare comunicato di giubilo subito emanato dai deputati regionali della Lega Salvo Geraci, Pippo Laccoto, Vincenzo Figuccia, e Mimmo Turano che, a parte la comprensibile soddisfazione per l'assoluzione e qualche considerazione un tantino roboante sul suo ruolo salvifico per la Sicilia, arrivano ad affermare, ed è virgolettato, che “Sammartino è stato sempre un punto di rifornimento per la nostra (nel senso di ”loro" ovviamente, ndr) comunità politica".
“Un punto di rifornimento”…vabbè, andiamo avanti.
Questo processo era relativo alle elezioni regionali del 2017 e Luca Sammartino venne stato accusato di corruzione elettorale.
Secondo l'accusa, avrebbe promesso a Girolamo 'Lucio' Brancato, ritenuto vicino al clan Laudani, lo spostamento di una cabina telefonica situata davanti alla pizzeria della moglie a Mascalucia, in cambio di un pacchetto di voti a suo favore.
La Procura aveva richiesto una condanna a due anni di reclusione per entrambi gli imputati. Tuttavia, il 10 gennaio 2025, la quarta sezione penale del Tribunale di Catania ha assolto sia Sammartino che Brancato con la formula "perché il fatto non sussiste".
In altre indagini erano emersi collegamenti con Carmelo Santapaola, ex vicesindaco di Misterbianco, coinvolto nell'operazione "Revolution Bet 2" del novembre 2018, un'inchiesta sulle scommesse online gestite dal gruppo di Lineri del clan Santapaola, in particolare dai fratelli Placenti.
Santapaola, cugino dei fratelli Placenti, è stato accusato di intestazione fittizia di beni, poiché ritenuto titolare di fatto, insieme ai Placenti, dell'"Orso Bianco Caffè", un'attività già posta sotto sequestro.
Luca Sammartino, che durante elezioni regionali ebbe un clamoroso risultato proprio a Misterbianco, con Carmelo ed il fratello Vincenzo Santapaola, facevano parte di un gruppo WhatsApp denominato "La Fratellanza".
In questo contesto, avrebbero discusso di assunzioni in società compiacenti, con Sammartino che, grazie alle sue conoscenze, avrebbe facilitato l'ottenimento di posti di lavoro per persone segnalate da Santapaola.
A seguito di quelle vicende, il Consiglio dei Ministri ha deliberato lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Consiglio comunale di Misterbianco nel settembre 2019.
I fatti, per quanto accertati, non furono però ritenuti penalmente rilevanti nei confronti di Sammartino.
E infatti non era né per questa vicenda misterbianchese né per il processo in cui è stato assolto ieri che Luca Sammartino si dimise lo scorso aprile dall'incarico di vice presidente ed assessore all'agricoltura del governo Schifani.
Il processo che ne causò le dimissioni è invece, come scritto prima, quello denominato “Pandora” la cui prima udienza sarà il prossimo marzo e la cui storia riportiamo tra gli articoli in calce, ferma restando come sempre la presunzione assoluta di innocenza per chiunque.
Quello che interessa ai fini della pubblica informazione, è sempre bene ripeterlo, quando si raccontano storie che riguardano persone politicamente esposte, non è la rilevanza penale o gli esiti dei processi che seguono dinamiche e logiche proprie, quanto il fatto che è di sicura rilevanza pubblica che possano risultare accertate frequentazioni, comportamenti o fatti che è assolutamente opportuno far conoscere alla pubblica opinione.
Poi ognuno si sceglie i “rifornimenti” che vuole ed ai posteri le ardue sentenze.
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