Per un caso del tutto fortuito ci troviamo in quell'esatto momento proprio al Policlinico per un'inchiesta alla quale stiamo lavorando e che - speriamo presto - porteremo ai vostri occhi, una vera e propria serendipità quindi; serendipità per noi, certo non possiamo dire lo stesso per i medici che hanno subito l'ennesimo caso di aggressione. Andiamo alla notizia:
Al Policlinico di Catania si è verificato l'ennesimo episodio violento che ha avuto come protagonista una donna sulla quarantina. La paziente, giunta nelle prime ore del mattino con un codice azzurro, pareva essere tranquilla e collaborativa (ammesso e concesso non lo si debba essere). Ma, come sappiamo bene, persino Giobbe perde la pazienza, figuriamoci una signora in attesa da ore. Infastidita, quindi, ha iniziato a protestare con insistenza, pretendendo che le venissero immediatamente effettuati tutti i controlli. Le sue richieste, accompagnate da minacce di denuncia verso i medici presenti, hanno messo in difficoltà il personale sanitario.
A quel punto, un infermiere si è avvicinato per cercare di calmarla, ma questa risultava implacabile:
“Stai zitto… ti do una pedata in pancia, ti ammazzo!”.
La signora si alza miracolosamente dal lettino e tenta di colpire l’infermiere con un calcio, ma fortunatamente l’operatore riesce a parare il colpo con una mano, riportando però un trauma lieve, con una prognosi di tre giorni. Non contenta, la donna ha afferrato due bottiglie contenenti soluzioni farmacologiche e le ha scagliate contro l’infermiere, che però è riuscito a schivare entrambe, come in Matrix. Vista la situazione, il personale ha giustamente allertato gli agenti presso il posto di polizia all’interno dell’ospedale e la paziente viene arrestata con l’accusa di lesioni, minacce e interruzione di pubblico servizio.
Tralasciando la tragicomicità dell'episodio, nelle ultime settimane solo a Catania sono stati parecchi i casi di insurrezione da parte dei pazienti. È una vera e propria piaga quella della violenza dentro gli ospedali. Solo nel 2023 sono state registrate 16.000 aggressioni che hanno coinvolto 18.000 operatori sanitari, secondo l'Osservatorio nazionale sulla sicurezza (ONSEPS).
Gli infermieri risultano essere la categoria più esposta, seguiti da medici e operatori socio-sanitari e, stando ai dati, due terzi delle vittime sono donne. Quest'ultimo dato sottolinea una certa vigliaccheria da parte dei pazienti più turbolenti.
Fortunatamente, le aggressioni sono al 68% verbali, 26% fisiche, 6% contro beni. Gli ambienti più rischiosi sono i pronto soccorso e le aree di degenza. Insomma, dove c'è più nervosismo.
Non solo i pazienti sono aggressivi, dato che il 28% delle aggressioni sono (utilizzando la terminologia medica) per "simpatia" dai parenti.
Carenze strutturali, personale insufficiente, lunghi tempi d’attesa, stress e frustrazione: pazienti e familiari sfogano la propria rabbia sul personale, ignorando che i problemi derivano da disservizi sistemici. Lo Stato utilizza i tagli alla sanità come una sorta di bancomat per fare cassa e, negli ultimi 10 anni, gli investimenti si sono ridotti di circa 40 miliardi.
Una nota piacevole in questo mare di miserie umane: per la signora non finiscono le attese, dato che è stata posta agli arresti domiciliari in... attesa dell’udienza di convalida.