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Biancavilla, città dal cuore d’amianto. Ma le bonifiche già finanziate le hanno eseguite?

17-01-2025 06:00

Giacomo Petralia

Cronaca, Secondo speciale,

Biancavilla, città dal cuore d’amianto. Ma le bonifiche già finanziate le hanno eseguite?

Per Biancavilla, un incubo ancora presente; per gli altri comuni, una fatalità di cui dover tenere conto.

Venerdì 9 maggio 2014, la Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana annuncia la promulgazione di due importanti leggi presidenziali: la prima tra queste è la legge n°10 del 29 aprile 2014 e porta un titolo imponente, ossia “Norme per la tutela della salute e del territorio dai rischi derivanti dall’amianto”.

 

Le finalità di tale legge sono cristalline e così delineate nell’art.1: “La Regione, ai fini della salvaguardia della salute dei cittadini dai rischi derivanti dall’esposizione all’amianto […] adotta iniziative volte alla costante prevenzione primaria e secondaria ed al risanamento ambientale rispetto all’inquinamento da fibre di amianto”.

 

I fondanti obiettivi della legge n°10/2014 riguardano mirate ed efficaci azioni di prevenzione; mappatura, bonifica e recupero di siti, impianti, edifici e manufatti in cui sia rilevata la presenza di amianto; sostegno alle persone affette da malattie derivanti dall’esposizione alle fibre del minerale; ricerca e sperimentazione scientifiche certosine e, in conclusione, l’eliminazione di qualsiasi fattore di rischio.

 

All’Ufficio Amianto, istituito nell’ambito del Dipartimento regionale della Protezione Civile, spetta il compito di coordinare le procedure dei singoli rami dell’amministrazione regionale, di verificare l’ottimale impiego delle risorse economiche e di censire, infine, la presenza di amianto sul vasto territorio siciliano, dandone comunicazione all’A.R.P.A. (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale).

 

Compiti decisamente necessari.

 

Cuore d’amianto

Nel periodo tra il 1988 e il 1992, nel corso di uno degli aggiornamenti periodici sulla mortalità per tumore maligno della pleura, in una cittadina dell’hinterland catanese si registra un apparentemente inspiegabile ma significativo incremento di decessi dovuti a mesotelioma pleurico.

 

Si tratta del comune di Biancavilla.

 

Nonostante l’Istituto Superiore di Sanità formi un gruppo di lavoro per analizzare il caso, non si viene a capo delle fonti che espongono generazioni di donne e uomini biancavillesi all’orribile male. Ci sono dei sospetti, però, arrivati da un funzionario comunale esperto in geologia.

 

Si decide dunque di prendere in esame la cava di Monte Calvario, a pochi chilometri fuori dal centro abitato, dalla quale, fin dagli anni ’50, si estrae materiale lavico da destinare all’industria edilizia locale. Dopo la macinazione, la roccia diventa malta e intonaco con cui si realizzano e rifiniscono case, ospedali, intere strade.

 

Le fondamenta dell’intero agglomerato urbano della cittadina, e buona parte di quelle dei centri vicini, derivano dalla roccia vulcanica di Monte Calvario.

 

Diverso tempo dopo, il professore e ricercatore Antonio Gianfagna comprende che la pietra della cava è contaminata, in modo del tutto naturale, da una fibra asbestiforme precedentemente sconosciuta. Nel 2001, questo minerale simile all’amianto viene denominato “fluoro-edenite”.

 

A causa della facilità di rilascio delle fibre cancerogene che la compongono, ad un’esposizione prolungata alla fluoro-edenite sono associate malattie che intaccano l’apparato respiratorio e le sue membrane.

 

Da quell’esatto momento, Biancavilla, paese da poco più di 22.000 abitanti, è sotto i curiosi occhi del mondo scientifico. Per le ragioni sbagliate.

 

Con il decreto n°468 del 18 settembre 2001, il sito biancavillese da 330 ettari viene inserito tra i Siti di Interesse Nazionale (SIN) ovvero delle aree contaminate, solitamente di grande estensione, che necessitano di interventi di risanamento a causa della loro pericolosità.

 

Quasi un anno più tardi, nel luglio 2002, l’area viene perimetrata e, nel 2020, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, la Regione Siciliana e il comune stesso stipulano un accordo sul programma di messa in sicurezza del SIN.

 

A metà 2024, quando, grazie ad un importo di circa 17 milioni di euro, i lavori dell’appalto sembrano finalmente poter ingranare la marcia, il progetto si blocca di nuovo: la partenopea “Gentile Ambiente S.p.A.”, una delle due ditte incaricate alla bonifica della zona velenosa, riceve dal prefetto di Napoli una misura di interdittiva antimafia.

 

Sono solo piccole bonifiche

Nel 2021, l’Azienda Sanitaria Provinciale di Catania è il soggetto titolare di interventi di bonifica da rivolgere a due strutture della provincia etnea: i Presidi Ospedalieri di Biancavilla e di Paternò.

 

Tali interventi prevedono la rimozione di alcuni elementi in cemento-amianto già precedentemente censiti: si tratta di una copertura di onduline pari a circa 200mq, sita nel cortile del “Blocco A” della biancavillese Via Guglielmo Marconi, e di due canne fumarie, di cui una installata sul nosocomio paternese “Santissimo Salvatore”.

 

Secondo quanto attesta la classificazione dei principali tipi di materiali contenenti amianto e del loro potenziale rilascio delle fibre, descritta nel documento “Linee guida per la redazione del piano comunale amianto” dell’aprile 2015, i prodotti in cemento-amianto “possono rilasciare fibre se abrasi, segati, perforati o spazzolati, oppure se deteriorati”.

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Ad oggi, non risulta nessun monitoraggio dei pagamenti impiegati per la realizzazione dei lavori di bonifica alle due strutture del catanese, pari ad un costo pubblico che ammonta a poco meno di 23.000 euro.

D’altronde, somme del genere sono una vera sciocchezza rispetto alle cifre a cui si è abituati.

 

Quanto meno, è confortante la prova che, nel 2022, si provvede effettivamente al piccolo intervento previsto per il presidio biancavillese, come è possibile verificare consultando le mappe dinamiche dei siti bonificati, pubblicate sul Portale Informativo Amianto della Regione Siciliana.

 

L’Ospedale “SS. Salvatore” di Paternò, invece, non riceve lo stesso trattamento, né secondo quanto illustra la mappa dinamica riguardante l’anno 2022 né quella relativa al 2023.

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In compenso, queste mappe danno agli utilizzatori diverse altre preziose informazioni: in effetti, se il comune di Paternò si fa perdonare dalla comunità e dall’ambiente con la completa bonifica anti-amianto di ben 15 siti nel corso del biennio 2021-2023, decisamente ridotta è la quota raggiunta proprio dal comune di Biancavilla, che nello stesso periodo tocca solo 6 siti decontaminati.

 

Sulla pelle delle persone, quali cifre e quali numeri sono davvero una sciocchezza?

Registrazione Tribunale di Catania n. 18/2010 – PIVA 05704050870 - ROC 180/2021
Edito da: Sudpress S.r.l. zona industriale, c.da Giancata s.n. – 95121 Catania

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