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Catania, appalto rifiuti da 176 milioni sotto monitoraggio ANAC: una sola offerta, variante sospetta, allarme ignorato.
E mentre stavamo scrivendo di questo fatto già di per sé enorme che riguarda il lotto Centro gestito da GEMA, ne arriva un'altra che riguarda la richiesta di arresto degli amministratori della Super Eco che gestisce il lotto Nord.
Una gara da oltre 176 milioni di euro, indetta per la gestione dei rifiuti nel cuore della città di Catania, si è trasformata in un caso nazionale di cattiva amministrazione, tanto da finire nel mirino dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), che ha avviato un monitoraggio permanente fino alla scadenza del contratto.
L'allarme sulle criticità dell'appalto rifiuti furono sollevate in tempi non sospetti dimostrando, conti alla mano, che i capitolati di quelle gare erano totalmente sballati e sarebbero risultati non sostenibili per le aziende, a meno che…e infatti…
Ma andiamo con ordine.
Un appalto milionario e deserto per cinque volte
Il servizio in questione riguarda lo spazzamento, raccolta e trasporto allo smaltimento dei rifiuti urbani nell’ambito territoriale del Lotto Centro dell’ARO Città di Catania. Dopo cinque gare andate deserte – per importi giudicati “incongrui” e condizioni ritenute “insostenibili” – la SRR “Catania Area Metropolitana” e il Comune di Catania, nel 2021, indissero una sesta gara, articolata in tre lotti (Sud, Centro, Nord) e affidata con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa (OEPV).
Ma anche questa volta, per il Lotto Centro non arrivò alcuna offerta.
Un campanello d’allarme clamoroso che avrebbe dovuto indurre la stazione appaltante a verificare e correggere le criticità della procedura.
Come riportato in un’inchiesta di Sudpress, la società Dusty aveva denunciato pubblicamente le gravi anomalie del bando, definendolo "praticamente impraticabile" e talmente mal concepito da impedire di fatto la partecipazione delle aziende più qualificate. E infatti, nessuna delle aziende storicamente più accreditate ha presentato offerte per la gara, lasciando campo libero esclusivamente a quelle che poi sarebbero risultate aggiudicatarie.
L’unico concorrente e l’aggiudicazione sospetta
Invece di riconsiderare il bando, la SRR e il Comune avviarono una procedura negoziata, riproponendo condizioni già giudicate antieconomiche. A questa nuova gara si presentò un solo concorrente, il Consorzio GEMA, con sede a Pagani (Salerno), che risultò automaticamente aggiudicatario.
È anomalo e allarmante che a una gara europea di tale portata – 176 milioni di euro – abbia partecipato un solo soggetto. Questo indice di scarsa concorrenza è, da solo, sintomo di un fallimento dell’azione amministrativa, che avrebbe dovuto suscitare attenzione e approfondimenti da parte dell’ente appaltante.
Il nodo della variante da 2,5 milioni annui
Le criticità esplodono dopo l’aggiudicazione. Il Consorzio GEMA avvia il servizio ma emergono gravi problemi nell’esecuzione, legati all’inadeguatezza economica dell’offerta. Invece di attivare controlli e verifiche, l’Amministrazione comunale sceglie di ricorrere a una perizia di variante suppletiva, approvata con Delibera di Giunta Municipale n. 83 del 3 ottobre 2023, che aumenta il canone annuo di oltre 2,5 milioni di euro, giustificandola con sopravvenute esigenze operative nel centro città.
La variante è stata motivata, tra l’altro, con la “presenza quotidiana di turisti e studenti fuori sede”, “oltre 2.000 strutture extralberghiere” e “rischi igienico-ambientali” imprevisti. Tuttavia, l'ANAC osserva che nessuno di questi elementi poteva dirsi imprevedibile al momento della gara. Al contrario: si trattava di condizioni note, già indicate nei documenti di gara.
La variante viene adottata ex art. 106 del d.lgs. 50/2016, norma che consente modifiche in corso d’opera solo in circostanze eccezionali, sopravvenute e imprevedibili, e purché l’aumento non superi il 50% del valore iniziale. Ma nel caso di Catania, denuncia Dusty, la variante ha l'effetto di sanare un’offerta sottostimata, selezionata nonostante fosse manifestamente non sostenibile.
Il giudizio dell’ANAC: criticità fondate e monitoraggio attivato
L’ANAC, ricevuta la segnalazione documentata da Dusty, ha valutato fondate le perplessità espresse e ha deciso di attivare un monitoraggio costante dell’intera procedura sino alla sua scadenza, come riportato nella Relazione Annuale 2025 sull’attività svolta nel 2024.
Il pesante giudizio dell'ANAC trova spazio nella relazione presentata al parlamento e dove si legge:

Un’azione rarissima, riservata a casi di particolare gravità e rischio per la legalità e l’equità dell’azione amministrativa. Il monitoraggio riguarda non solo la fase di affidamento, ma anche quella esecutiva del contratto, per evitare ulteriori distorsioni.
La novità inquietante: richiesta d'arresto per amministratori Super Eco, gestore del Lotto Nord
A complicare ulteriormente il quadro, è emerso che la ditta Super Eco, attualmente affidataria del Lotto Nord del servizio rifiuti di Catania, è finita al centro di un’inchiesta condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, culminata con la richiesta d'arresto del suo amministratore delegato Antonio Ciummo e del padre Vincenzo, accusati di aver stretto rapporti con ambienti della criminalità organizzata per agevolare l’acquisizione di appalti pubblici.
Secondo l'accusa vi sarebbero stati “scambi d'affari” tra camorra e famiglia Santapaola che hanno condotto all'aggiudicazione dell'appalto catanese.
Un fatto che getta un’ombra ancora più cupa sull’intero sistema degli affidamenti per l’igiene urbana nella città etnea, e che suggerisce la necessità di un’indagine ampia e strutturale su tutti i lotti attualmente operativi.
Conclusioni: il prezzo dell’opacità
Il caso dell’appalto rifiuti a Catania è emblematico di una cultura amministrativa ancora lontana dai principi di trasparenza, efficienza e concorrenza.
La mancanza di pluralità di offerte, l’approvazione di una variante correttiva sospetta, la disattenzione verso le segnalazioni e il silenzio istituzionale di fronte a un appalto multimilionario gestito da un unico concorrente, sono campanelli d’allarme che non possono più essere ignorati.
L’auspicio è che il monitoraggio avviato dall’ANAC rappresenti un punto di svolta, ma anche un monito per tutte le amministrazioni pubbliche: non basta affidare un servizio, occorre farlo nel rispetto delle regole, della trasparenza e dell’interesse pubblico.