Adesso rischia di dover ricoprire la poltrona di primo cittadino sino a fine mandato, difficile dire se saranno più contenti i cittadini o lui, il senatore-sindaco Raffaele Stancanelli.
In caso di caduta del governo Berlusconi, il suo posto a palazzo Madama potrebbe finire in mano a Pippo Failla, sindaco di Paternò, fedelissimo del compaesano ministro Ignazio La Russa. Con il paradosso che l’allegra cittadina alle falde dell’Etna potrebbe essere rappresentata da ben tre parlamentari a Roma: oltre a La Russa e Failla c’è in ballo il posto dell’On Salvo Torrisi, componente della commissione Antimafia. Quest’ultimo rischia di essere “degradato” e finire a sostituire Failla a Paternò, o Stancanelli a Catania se si concretizzasse la variante meno soporifera per la città.
Vero è che con Stancanelli non mancano i colpi di scena, basta ricordare le sue confessioni in diretta dei metodi utilizzati per ottenere i famosi 140milioni di euro da Berlusconi, i discorsi a Cittainsieme “confesso il reato”, le segnalazioni di colleghi di partito nelle commissioni per i servizi sociali messe nero su bianco con tanto di firma (Sud dedicherà una puntata alla vicenda) che gli hanno comportato un avviso di garanzia…
Chi si direbbe pronto a scommettere che il bello ancora non è arrivato?
Nel palazzo di fronte all’Elefante, il suo ex fido Puccio La Rosa reclama come minimo un assessorato, la svolta si attende nei prossimi giorni. Stancanelli non ha remore, si è dimostrato capace di far multare persino il presidente del consiglio comunale, Marco Consoli, troppo legato al posteggio nel comodo atrio municipale. Restando a Catania Raffaele Stancanelli, in un momento delicato politicamente, non ha fatto il salto di qualità a livello nazionale, la sua presenza al Senato è stata senza infamia e senza lode, quasi irrilevante.
Al contrario a Catania ha rischiato e rischia tuttora di volare dal balcone. Letteralmente (vedi il caso degli ex lavoratori Cesame). La disaffezione dei cittadini si tocca con mano mentre la città è in ginocchio, il settore dei lavori pubblici resta paralizzato ed il consiglio comunale, opposizione compresa, si conferma silente ed ingombrante.