In un’aula/sauna irrespirabile per lo scirocco, appesantita dalle pesanti toghe bordate di velluto, davanti alla terza sezione della Corte di Appello, presieduta dalla dott.ssa Elvira Tafuri, si è tenuta oggi la replica del procuratore generale dott. Gaetano Siscaro nel processo di appello Iblis. Nel suo intervento il P.G. ha insistito sul carattere pervasivo di Cosa Nostra ed ha fatto rilevare come l’elemento “territorio” accomuni la presenza dello Stato, della allocazione dell’Impresa ma anche della struttura organizzativa criminale e mafiosa. Secondo Siscaro, la Mafia agisce come un piccolo Stato, infiltrando tutto ciò che sul territorio insiste, che sia la politica o le istituzioni, l’economia o i servizi. L’affare della Tenutella sarebbe, secondo l’Accusa, lo spaccato specifico e processuale di questa realtà siciliana. Il P.G. ha perciò ribadito come Cosa Nostra abbia necessità di intestarsi le più svariate attività economiche, per riciclare i proventi delle attività illecite, e quindi dalla grande distribuzione agli impianti turistici, dalle costruzioni alle onoranze funebri, tutto controllando e deviato verso i propri scopi criminali. Il Procuratore Generale ha poi replicato ai difensori sulle singole posizioni, ribadendo per tutti gli imputati la conferma della sentenza di primo grado ed insistendo per una pronuncia di condanna anche nei confronti dell’on. Giovanni Cristaudo, assolto invece dal Giudice dell’abbreviato. La Corte ha rinviato il processo all’udienza del 10 settembre prossimo, quando prenderà la parola l’altro rappresentante della Pubblica Accusa, la dott.ssa Elisa Cantone, per trattare altre specifiche posizioni. La parola passerà infine ai difensori per le repliche e quindi i Giudici si ritireranno in camera di consiglio per la decisione.