Bilanci in grave perdita da tre anni, capitale ridotto, pesanti rilievi da BankItalia, i Revisori mettono in dubbio la sopravvivenza aziendale e la Banca chiede 10 milioni di euro agli investitori. Tutti i documenti.
La “Banca Sviluppo Economico SpA”, conosciuta anche come Banca Base, è stata costituita ad opera di un gruppo di imprenditori e professionisti catanesi il 30 maggio 2007.
Ha sede e direzione generale in via XX Settembre 56, uno sportello a Misterbianco in via Matteotti 135.
Ha anche una postazione all’interno della Camera di Commercio di Catania per la quale svolge il servizio di tesoreria e che risulta essere la principale depositante della banca, avendola scelta per l'acquisto di titoli di stato per l'investimento del suo fondo di quiescenza.
In questi giorni è in corso un’operazione decisiva e molto complicata per le sorti di questa piccola banca catanese, azienda che ha visto nel corso della sua giovane storia una serie significativa di ribaltamenti nei gruppi che si sono succeduti nel suo controllo societario.
L’assemblea degli azionisti della banca, presieduta attuamente dal dr. Pietro Bottino, sta chiedendo ai suoi azionisti, in prima battuta, ed al pubblico successivamente, di sottoscrivere nuove azioni sino ad un massimo sperato di 10 milioni di euro, a fronte di un capitale sociale attuale di appena 6 milioni 146 mila.
Per poter effettuare una simile raccolta di fondi, la legge impone alla banca richiedente la pubblicazione di un “prospetto informativo” che contenga tutta una serie di informazioni predefinite.
Si tratta di quei documenti di qualche centinaio di pagine che troppo spesso gli investitori non leggono.
Noi li abbiamo letti e li pubblichiamo integralmente in calce.
Il “Prospetto Informativo” per l'aumento di capitale di “Banca Sviluppo Economico” conta ben 269 pagine ed è ricco di informazioni interessanti.
Nel momento in cui l'investitore decide di dare i propri soldi a simili operazioni, deve firmare una dichiarazione con cui conferma di averlo letto: e farebbe sempre bene a leggerlo davvero.
Il prospetto contiene una mole interessante di dati e tabelle, oltre informazioni sull'assetto societario, la governance, i costi, le operazioni con “parti correlate”, etc.
Il primo dato che salta all'occhio è la dichiarazione relativa agli ultimi 3 bilanci, tutti chiusi con perdite considerevoli rispetto al capitale sociale, tanto da comportarne la sua riduzione ai sensi del codice civile.
Un capitale che, veniamo informati dal prospetto, risulta inferiore rispetto ai limiti fissati dalla normativa bancaria per poter continuare ad operare.
Tanto complicata la situazione, da indurre i Revisori dei conti della Banca e la società esterna incaricata della sua certificazione contabile a non esprimere un parere favorevole sulle prospettive di sopravvivenza della Banca.
Con un capitale sociale di poco più di 6 milioni, la Banca del dr. Bottino ha concesso crediti per cassa per 41 milioni di euro e di questi ben 16 milioni risultano denunciati già in sofferenza, deteriorati o scaduti: quasi il 40%.
Per inciso, nel tentativo di recuperare questi crediti, la banca ha speso nell'ultimo anno 218.000 euro per incarichi a legali esterni.
Anche sul fronte della raccolta, qualche criticità c'è, se è vero che la maggior parte risulta “indiretta” e per la maggior parte relativa ai titoli di stato della Camera di Commercio di Catania.
La banca ha in questo momento 13 dipendenti ed è diretta dal dr. Iaconinoto.
L'istituto spende ha speso per il proprio personale nell'ultimo anno 980.000 euro, una media di 75.000 euro per ciascuno, con “altre spese amministrative” per quasi 1,5 milioni di euro, in aumento del 13% rispetto al precedente esercizio.
Le sole sofferenze (per di più considerate al netto degli accantonamenti) rappresentano ben il 68% del capitale netto della banca (comprese le riserve), mentre considerate al lordo, lo superano abbondantemente ed ancora più pesante il raffronto con analogo dato del sistema bancario che per questo indice non supera il 21%.
Per inciso, tutti gli indici di raffronto con i dati del resto del sistema bancario, pubblicati nel prospetto informativo, risultano gravemente compromessi.
In questo quadro non è insiginificante la mole di impegni assunti dalla banca verso quelle che la normativa definisce “parti correlate”, cioè clientela direttamente riferibile (compresi parenti e affini) ad amministratori, sindaci e dirigenti della banca stessa.
Con questi la banca ha effettuato nell'ultimo semestre “transazioni” per 2 milioni 879 mila euro, di cui 2,450 direttamente con Amministratori, sindaci e dirigenti. E sempre con un capitale sociale complessivo di poco più di 6 milioni.
La banca è stata oggetto di due accurate e prolungate ispezioni da parte della Banca d'Italia, l'ultima si è protratta per oltre 2 mesi tra marzo e maggio 2013, entrambe concluse con esiti “sfavorevoli”, sanzioni ad amministratori e dirigenti oltre all'imposizione perentoria ad aumentare il capitale sociale ad almeno 10 milioni di euro entro il 31 dicembre 2014, pena la sospensione dell'attività.
La richiesta di denaro ai propri azionisti si chiuderà il prossimo 14 novembre, mentre per il “pubblico indistinto” avrà termine il 16 dicembre.
Abbiamo provato a chiedere maggiori dettagli sulla delicata operazione in corso ma il presidente Bottino, “unico titolato a parlare con la stampa” come ci è stato segnalato dal suo staff, è molto impegnato e sarebbe stato molto gentilmente disponibile a riceverci a Roma dove si troverà nei prossimi giorni.
Purtroppo noi a Roma non possiamo andare e quindi il giornale deve limitarsi a pubblicare i documenti ufficiali, peraltro abbastanza interessanti e degni da soli di una loro pubblicazione, rimanendo naturalmente a disposizione per qualsiasi chiarimento possa risultare utile agli interessati.
Al momento in cui pubblichiamo, non risultano ancora disponibili dati circa le richieste di queste nuove azioni mentre è dichiarato che non vi sono impegni a sottoscriverle.