Ma se è tutto vero quello che scriviamo, com'è possibile che…
Dell'avvento della nuova compagnia Aeroitalia dalle parti di Fontanarossa e Comiso ci siamo occupati sin dall'inizio ed il prosieguo non è stato tra i migliori, in particolare a Comiso i cittadini sono più che infuriati e basta seguirne l'attività social dei vari comitati civici per rendersi conto che siamo oltre la soglia di allerta.
Di questi brillantissimi affairs nell'ultimo decennio la top governance della SAC ci ha ormai abituato a iosa, magari continuando a guadagnarsi sino a questi giorni inspiegabili applausi.
Tra tutti, nel 2020, quello con la compagnia aerea “Tayaran Jet” che si è risolta in una gag degna della peggior commedia all'italiana.
Ma tornando alla più attuale Aeroitalia, ne avevamo scritto all'indomani della solita entusiastica conferenza stampa dei soliti statisti e top manager che salutavano l'avvento come la soluzione di tutti i problemi.
Eravamo a fine ottobre 2023, non un secolo fa.
Memorabile, qualche mese prima, lo spottone offerto dal presidente della regione Schifani in occasione dell'arrivo di Aeroitalia a Palermo con relativo annuncio per Catania:
ME-MO-RA-BI-LE!
Poi, dopo un paio di mesi la notizia che la stessa compagnia si era avvalsa dei servizi dello studio del figlio del presidente Schifani per una rogna non da poco in merito all'uso del logo contestato da ITA.
Ma queste sono faccende incidentali.
L'ultima notizia riguarda un atto ispettivo effettuato dal deputato catanese Anthony Barbagallo, segretario regionale del Partito Democratico, che sarà discusso proprio oggi pomeriggio alle 14 in commissione Trasporti rivolto al ministro Salvini.
Ecco il testo:
Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. —
Per sapere – premesso che:
la compagnia AeroItalia in Sicilia avrebbe dovuto rappresentare la concorrenza a Ita e Ryanair e riportare i prezzi a livelli di guardia, ma di fatto si è rivelata un flop: nel giro di pochi mesi ha, di fatto, ridotto i voli su alcune tratte sia dall'aeroporto di Comiso che da quello di Catania;
il Presidente della Regione Siciliana, circa un anno fa, aveva annunciato l'avvento di un vettore che sarebbe comparso anche sui radar di Catania e Palermo;
in sordina, la compagnia pare stia continuando a ridurre il proprio impegno sugli scali della Sicilia orientale;
a pagarne le conseguenze è l'aeroporto di Comiso, dove la compagnia ha previsto di ridurre nei mesi di aprile e maggio, i collegamenti settimanali con Roma da 6 a 4, per Bologna da 3 a 2, per Pisa, salvo imprevisti, 2 a settimana;
anche nello scalo di Catania, dove, a differenza di Comiso, scalo quasi monocolore, vige una certa concorrenza, si intensifica la riduzione dei voli: la frequenza del Fontanarossa-Bergamo scende a bisettimanale, mentre per Fiumicino si partirà tre volte al giorno e non più quattro, e peraltro anche per la stagione invernale si era assistito a riduzioni consistenti per Roma, sia da Catania che da Palermo;
AeroItalia è una delle compagnie a beneficiare dei ristori della regione per aver aderito all'avviso esplorativo sugli sconti per i residenti ma nonostante tutto continua a far registrare i disservizi, tali che, se si prenota un volo, non si sa se si potrà usufruirne; questo è accaduto e continua ad accadere prevalentemente a Comiso, l'unico aeroporto siciliano ad aver chiuso in perdita, per passeggeri, nel 2023 –:
alla luce dei fatti esposti, vista la situazione che si sta prospettando, quali iniziative di competenza intenda assumere per restituire ai siciliani il diritto alla mobilità e al contempo contribuire allo sviluppo dell'isola sotto il profilo infrastrutturale e turistico.
Sin qui le richieste di chiarimenti e siamo curiosi di sapere se si replicherà la stessa scenetta della precedente interrogazione, in quel caso il ministro interrogato era il catanese Adolfo Urso che ha pensato bene di non presentarsi in aula, delegando un povero sottosegretario che non ha fatto altro che leggere un paio di paginette di ben poco pregio, diciamola così.
Leggi anche:
"SAC Aeroporto di Catania, negato accesso agli atti: Ma non era tutto trasparente?"
Nella denuncia hanno sostenuto che "gli atti erano stati secretati per tutelare il processo di privatizzazione in virtù del principio di libera concorrenza."
E noi ridiamo!