I casi limite di Agrigento, Misterbianco e Acireale portati alla ribalta dal Movimento 5 Stelle si spera che siano casi isolati, ma se così non fosse? Più di 80mila euro di soldi pubblici per un Consiglio comunale che boicotta le votazioni: il caso gettonopoli al Comune di Catania Gettonopoli: il nuovo caso degli sprechi della casta siciliana salita agli onori della cornaca nell'ultimo mese. Come se la passa il Comune di Catania? Una denuncia forte - come già avvenuto per Agrigento, Acireale e Misterbianco - arriva dal M5S. "La richiesta di accesso agli atti per controllare il lavoro delle Commissioni Permanenti dei comuni siciliani è stata inviata a tutti e 390 comuni" ci dice Angela Foti, deputata regionale pentastellata. "Solo 50 hanno risposto inviando la documentazione richiesta". Il Comune di Catania è tra i 340 comuni che hanno preferito tacere. "L'ammontare del gettone di presenza percepito dai consiglieri comunali per le commissioni così come per il consiglio comunale è mediamente di 63euro lordi" continua la Foti. I consiglieri catanesi, intascano al netto 50 euro per ogni seduta di consiglio o commissione consiliare permanente. "A questi - continua poi Angela Foti - vanno poi aggiunti i rimborsi, che il comune versa alle aziende dei consiglieri che continuano la loro professione e i gettoni dei segretari, dei dipendenti comunali e dei gruppi consiliari necessari per lo svolgimento dell'attività amministrativa". Le somme relative ai rimborsi alle aziende - pubbliche e private - dove i consiglieri sono ancora regolarmente assunti e non in aspettativa, sono praticamente impossibili da verificare dalla semplice consultazione del sito del Comune di Catania. Ma, se verificare la qualità e la quantità del lavoro svolto dai consiglieri comunali risulta ostico e ci si perde nei meandri della pagina Amministrazione Trasparente, quantificare i pagamenti per i dipendenti è stato più semplice: ci è bastato riunire le delibere approvate per la "liquidazione del lavoro straordinario effetuato per assistenza agli Organi Consiliari dal personale autorizzato". Per ogni Consiglio comunale il costo medio del lavoro straordinario di 41 dipendenti è di 1.000 euro. Le sei sedute di luglio ci sono costate 4.157 euro; 5.260 euro quelle di agosto e settembre. Quello che ci risulta poco chiaro è come le sedute di Consiglio comunale possano risultare lavoro straordinario se si svolgono con regolarità e fanno parte dell'ordinarietà del lavoro dell'amministrazione. Così come ci chiediamo quale sia la necessità di pagare la media di quasi 10.000 euro al mese di lavoro straordinario ai dipendenti dell'ufficio del Gabinetto del Sindaco. La cadenza mensile e l'uniformità - cento euro più cento euro meno - delle somme impegnate non dovrebbe spingere a rivedere gli orari di lavoro dei dipendenti? Magari prevedendo turni mattutini e turni serali. Ma lasciando in sospeso questo quesito - se vogliamo puramente organizzativo della macchina amministrativa - andiamo al dato di fatto: per il solo Consiglio comunale sono stati spesi un totale di 34.433 euro per gli ultimi sei mesi del 2014. E la cifra sale, perché va fatto notare che i gettoni presenza ai consiglieri sono scattati ugualmente: la media di presenza è di circa 30 consiglieri comunali per seduta, che magicamente risultano assenti alle votazioni. Ciò significa una media di altri 1.500 euro circa di gettoni a seduta. Totale? "E io pago!"
Per le cinque sedute di ottobre il comune ha sborsato 5.652 euro, 10.250 per le sedute di novembre. 9.114 euro per QUATTRO sedute a dicembre.
Consigli che, va ricordato, nel 90% dei casi si sono conclusi con un nulla di fatto per mancanza del numero legale alle votazioni.
2.500 euro tra gettoni e lavoro straordinario, moltiplicato per n°33 sedute consiliari, dà un totale di 82.500 euro per vedere i consiglieri comunali abbandonare l'aula e boicottare le votazioni.