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D'Agata "assessore generale" di un'Amministrazione assente che inaugura i posaceneri

15-06-2016 04:51

Lucia Murabito

Comune di Catania, consiglio comunale, giolì vindigni, paolo patenè,

D'Agata "assessore generale" di un'Amministrazione assente che inaugura i posaceneri

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Debiti fuori bilancio fermi al palo per l'inadempienza dell'Amministrazione Bianco. Lanzafame: "Non è il consiglio che non vuole votarli, non sarebbero neanche dovuti arrivare in aula". Arcidiacono: "Dove sono gli assessori di ramo? Qui abbiamo un direttore generale e un assessore generale"



Inizia in ritardo: appena una decina i consiglieri in aula all'ora della convocazione il cui orario pare essere scomodo per i libero professionisti. I consiglieri arrivano alla spicciolata e in poco tempo è possibile contare 31 presenze. Da votare una lunga lista di debiti fuori bilancio.



A mancare all'appello è però l'Amministrazione che - se è vero non abbia l'obbligo di presenza - troppo spesso si sottrae al confronto con l'aula.



A rispondere in aula sempre (e solo) lui: Rosario D'Agata. 
Sebastiano Arcidiacono lo apostrofa per questo "assessore generale": oltre che per le sue numerose deleghe, risponde e si fa carico anche delle competenze dei colleghi assessori che si sottraggono costantemente al giudizio e al confronto dell'aula consiliare.



I consiglieri, tanto dagli scranni di maggioranza quanto da quelli di opposizione, lo sottolineano con disappunto. 



Nuccio Lombardo (Art.4): "Non dovremmo neanche essere in aula in sedute che vedono tra i banchi dell'Amministrazione un solo assessore". 
"E' mancanza di rispetto" gli fa eco Sebastiano Anastasi di Grande Catania che, puntuale in aula alle 18:00 aveva chiesto il rinvio di qualche minuto della seduta.
"A chi dobbiamo fare le nostre interrogazioni se dall'Amministrazione Bianco non c'è nessuno ad ascoltarci?" aveva chiesto alla Presidente Raciti.



Nell'attesa dell'inizio c'è fermento: a girare in aula la notizia di una nuova inaugurazione da parte dell'Amministrazione e una foto, che ritrae D'Agata e altri tre funzionari del comune in piazza Europa davanti ai nuovi posacenere.



"Stando con lo zoppo si impara a zoppicare" ironizza Niccolò Notarbartolo. "Non credo fosse necessario allegare una foto di quattro persone orgogliose davanti inaugurano un posacenere" commenta rivolgendosi all'assessore D'Agata che nel frattempo ha raggiunto l'aula.



Come sempre è la fase ispettiva la più scoppiettante delle sedute di Consiglio: si parla di Teatro Stabile, dei solarium ancora da costruire, del caso della Trattoria del Cavaliere, del piano di riequilibrio "scomparso" ma che andrà votato entro il 30 giugno. 



Amministrazione sempre in prima linea nelle conferenze stampa, ma sorda. Sorda anche nei confronti delle indicazioni date dal Segretario Generale Antonella Liotta circa l'approvazione dei debiti fuori bilancio.



Le delibere che i consiglieri avrebbero dovuto approvare ieri in aula erano, infatti, tornate indietro nel corso delle sedute passate perché mancanti di una serie di informazioni che consentirebbero ai consiglieri di votarle con serenità: dalle somme riportate in delibera devono essere scorporati gli interessi maturati, eventuali spese giudiziarie, le rivalutazioni monetarie e gli utili d'impresa.



La disamina delle prime due delibere fa capire subito che le richieste del Consiglio e le indicazioni della Liotta sono state puntualmente disattese dall'Amministrazione. "Non è cambiato niente" afferma Nuccio Lombardo. "Avevamo tracciato un percorso e rimandato indietro gli atti - continua - ma voi ce li riportate qui tali e quali".



Vincenzo Parisi, vicepresidente della Commissione Bilancio: "Avrei preferito avere queste informazioni quando richieste in sede di commissione, ma come per tante altre cose siamo stati bypassati".



"Prendo però atto del fatto - continua - che in conferenza dei capi gruppo è stato saggiamente deciso di far riferire ai dirigenti, debito per debito,delle informazioni richieste dal segretario generale. Qui però risposte non ne abbiamo".



Agatino Lanzafame: "Noi siamo qui per votarle le delibere, è nostra responsabilità e non ci vogliamo sottrarre. Ma così ci obbligate al rinvio: gli atti non potevano arrivare in aula, sono esattamente uguali a come ve li abbiamo respinti".



Notarbartolo: "I debiti nei confronti di Multiservizi ci vengono presentati con l'importo esatto della fattura, senza scorporare l'utile d'impresa. Delle due una: o ci costringete a negare che la Multiservizi sia una società per azioni o il direttore amministrativo di Multiservizi dell'epoca faceva lavorare l'azienda privandola degli utili".



Per Ersilia Saverino e Alessandro Messina l'Amministrazione dovrebbe ritirare le delibere.
Così nella confusione generale e nelle polemiche i 31 consiglieri, pian piano, come sono arrivati vanno via e al voto della pregiudiziale per il rinvio presentata da Notarbartolo manca il numero legale e la seduta è sospesa.



I debiti, tutti datati tra il 2006 e il 2009, restano fermi lì. Ancora.


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