381142701_793395249453303_3251258523139570544_n.jpeg
381142701_793395249453303_3251258523139570544_n.jpeg
381142701_793395249453303_3251258523139570544_n.jpeg
381142701_793395249453303_3251258523139570544_n.jpeg
381142701_793395249453303_3251258523139570544_n.jpeg
381142701_793395249453303_3251258523139570544_n.jpeg
381142701_793395249453303_3251258523139570544_n.jpeg
900x250 fringe
900x250 fringe
900x250 fringe
sudpresslogo

Il Giornale che pubblica una notizia e scatena l'inferno

sudpresslogo

CONTATTI

sudhitech (1280 x 720 px)
gusto (2)
gusto (2)
come lo raccontiamo noi
gusto (2)
come lo raccontiamo noi
gusto (2)
come lo raccontiamo noi

ISCRIVITI AI NOSTRI CANALI:


telegram
whatsapp

Direttore editoriale

Pierluigi Di Rosa

 

Direttore editoriale

Pierluigi Di Rosa

 

redazione@sudpress.it
direttore@sudpress.it
editore@sudpress.it
tel: +39 339 7008876 (solo messaggi wapp)

redazione@sudpress.it
direttore@sudpress.it
editore@sudpress.it
tel: +39 339 7008876 (solo messaggi wapp)

IN EVIDENZA

Su Sudsport Gravissimo lutto per lo sport siciliano con la prematura scomparsa del presidente delle Polisportive Salesiane Massimo MottaSu SudGUSTO Sabato 28 e domenica 29 ad Aci Castello CNA Catania porta la "Sicilia in Tavola" con le Botteghe del GustoGaia: quando il silenzio fa rumore. Un progetto cinematografico per rendere giustizia alle ingiustizieLanciato il progetto ACOPE 2.0 per contrastare la povertà educativaVenerdì e sabato due eventi speciali per raccontare e ricordare persone specialiSu Sudsport Ross Pelligra e il Progetto Pallavolistico in Sicilia: Catania e Terrasini unite dai Giovani TalentiSu SudGUSTO Le polpette con il sugo in Sicilia: un viaggio tra tradizione, amore e memoria familiareVia gli scrocconi! Presto il politico sarà digitale?Celebrazione della 110ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato a VizziniSu Sudsport Scherma: inaugurata la nuova sala con sistema di elettrificazione innovativo al Cus Catania

Registrazione Tribunale di Catania n. 18/2010 – PIVA 04818090872 - ROC 180/2021
Edito da: Sudpress S.r.l. zona industriale, c.da Giancata s.n. – 95121 Catania

L'ombra della mafia sui 4 termovalorizzatori mai costruiti: accordi illeciti, anomalie e nessuna trasparenza

24-07-2016 02:40

Barbara Corbellini

Cronaca, Inchieste, mafia, rifiuti, guerra dei Roses, roberto grossi,

L'ombra della mafia sui 4 termovalorizzatori mai costruiti: accordi illeciti, anomalie e nessuna trasparenza

resized-ncf2c-.jpg


Perchè in tanti anni i 4 termovalorizzatori che erano previsti in Sicilia non sono mai stati realizzati? Cosa ha provocato questo stallo? Dalla relazione della Commissione Ecomafie emerge l'interesse della criminalità organizzata sulla gestione dei rifiuti: anomalie nelle procedure, nella valutazione dei costi e accordi illeciti. L'esito delle indagini penali? Ipotesi di reato estinte per mancata prescrizione



Dal 2002 si discute della realizzazione di quelli che dovevano essere i 4 termovalorizzatori in Sicilia e, ancora oggi, nel 2016 se ne continua a parlare. Attualmente sono state individuate le 5 aree della Sicilia dove dovranno sorgere: Bellolampo, Lentini, Sciacca, Castellana Sicula e Campobello di Mazara.  Perchè questo scarto di 14 anni? Cosa ha rallentato l'avvio della realizzazione dei 4 termovalorizzatori previsti negli anni passati? Perchè se alcuni fatti anomali erano già noti nel 2007 la vicenda si è conclusa con le ipotesi di reato estinte per mancata prescizione? Questi e altri interrogativi restano ancora aperti.



Dalla relazione della Commissione Ecomafie emergono alcuni fattori che puntano il dito sul coinvolgimento della criminalità organizzata nella gestione dei rifiuti in Sicilia. Questo già si sospettava, ma le anomalie che emergono dalla relazione della Commissione Ecomafie fanno luce sulle dinamiche di un sistema contaminato dalla mafia.



Procediamo con ordine: secondo i datai della relazione, alcune anomalie sono state riscontrate nelle procedure per l'avvio della realizzazione. Secondo il piano integrato rifiuti del 2002 i 4 termovalorizzatori avrebbero consentito di chiudere il ciclo dei rifiuti e nel 2003 vennero stipulate  4 convenzioni con la Tifeo Energia Ambiente scpa, la Palermo Energia Ambiente scpa, La Sicil Power SpA e la Platani Energia Ambiente scpa.



PRIMA ANOMALIA: per la Commissione della Comunità Europea l'Italia viene meno agli obblighi in base alla direttiva 92/50 CEE per non aver pubblicato il bando di gara dell’appalto sulla Gazzetta Ufficiale della comunità europea. In base a questa direttiva, gli appalti pubblici devono essere pubblicati in modo dettagliato nella Gazzetta Ufficiale della Cominità Europea, ma il bando era stato pubblicato solo in modo indicativo sulla medesima gazzetta e in modo dettagliato solo sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana. Per questo motivo sono stati contestati alla Regione livelli di trasparenza insoddisfacenti. Nonostante ciò, le 4 convenzioni per la realizzazione dei termovalorizzatori, vengono stipulate ugualmente.



SECONDA ANOMALIA: da un documento acquisito dalla Commissione Ecomafie, e redatto da Nicolò Marino, all’epoca assessore regionale dell’energia e dei servizi di pubblica utilità della Regione Siciliana è emerso che, per controllare i costi sostenuti per la realizzazione dei termovalorizzatori ci doveva essere una valutazione da parte di un advisor, cioè un consulente della Banca Intesa Innovazione Sviluppo (BIIS), tuttavia la sua attività si limitava a riportare i dati che risultavano dai bilanci delle società senza alcune verifica sulla loro attendibilità.



TERZA ANOMALIA: si passa al 2009 quando le 4 società giungevano alla stipulazione di un accordo con l'ARRA, l'Agenzia Regionale per i Rifiuti e le Acque, volto al superamento dell'infrazione della normativa comunitaria. L'accordo prevedeva l'obbligo dall'aggiudicatario della gara d'appalto di rimborsare agli affidatari originari sia i costi sostenuti che il lucro cessante, in modo tale da garantire agli affidatari originari gli stessi risultati economici che avrebbero raggiunto sulla base delle gare annullate dalla corte di giustizia per via dell'infrazione della direttiva comunitaria 92/50/CE. 



A seguito di questi episodi singolari, nel 2010 il Presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo e l'Assessore Regionale per l'energia e i servizi, hanno provveduto ad annullare l'intera procedura che aveva portato alla stipulazione dell'accordo del 2009 per due motivi: 1. un collegamento non consentito tra i soggetti stipulanti; 2. indizio di infiltrazioni della criminalità organizzata. In seguito l'ARRA cessa la propria attività e l'assessorato regionale per l'energia e i servizi di pubblica utilità diventa titolare nella gestione delle procedure per la realizzazione dei 4 impianti. 



Dalla relazione della Commissione Ecomafie si evince che venivano riscontrate gravissime anomalie nelle procedure di avvio per la realizzazione dei termovalorizzatori a cominciare dalla partecipazione a due raggruppamenti, su quattro ammessi dell'impresa Altecoen, all'epoca coinvolta in inchieste di mafia e questo avrebbe dovuto indurre la stazione appaltante all'esclusione dei raggruppamenti partecipati di quest'impresa. 



Sulla vicenda della realizzazione dei termovalorizzatori, l'esito delle indagini penali è stato che le ipotesi di reato si sono estinte per mancata prescrizione. Inoltre, dai dati della relazione della Commissione Ecomafie è emerso che il Procuratore della Repubblica di Palermo, Vincenzo Lo Voi nel 2015 ha dichiarato che: "Il nostro intervento, non solo per norme costituzionali e procedurali, arriva dopo la commissione dei fatti, ma soprattutto non è in grado di risolvere determinati problemi dal punto di vista amministrativo e dal punto di vista gestionale. Noi possiamo e dobbiamo perseguire i reati, ma non sempre purtroppo questo produce quel semplice effetto deterrente che ci aspetteremmo dalla repressione dei reati".



Tuttavia, in base alla informazioni della Commissione Ecomafie, alcuni fatti di un certo rilievo, in relazione alle fasi procedurali per la realizzazione dei termovalorizzatori, erano già noti nel 2007.



A tal proposito, sempre nello stesso anno, il procuratore aggiunto della Repubblica di Palermo, dott. Roberto Scarpinato osservava come l'organizzazione mafiosa fosse intervenuta per acquisire il controllo economico dell'intero ciclo dello smaltimento dei rifiuti, suggerendo come la questione della realizzazione dei termovalorizzatori, su cui ruotava l'intero piano rifiuti del 2002, non poteva essere ignorato dalla criminalità organizzata.



L'intricata vicenda dei termovalorizzatori non finisce qui: stando alle dichiarazioni del dottor Giuseppe Gennaro della direzione distrettuale Antimafia della procura di Catania, emerse dalla relazione della Commissione Ecomafie, risultavano delle indagini attinenti alla lievitazione del valore delle aree dove sarebbero dovuti sorgere i termovalorizzatori in modo tale da far aumentare la tariffa per lo smaltimento dei rifiuti e recuperare le spese mettendole a carico della Regione. 



I dubbi sulla presenza della criminalità organizzata nel sistema di gestione di rifiuti sono sempre meno: da una sentenza del Tar Sicilia Palermo, secondo la relazione, è emerso che la procedura per l'avvio della realizzazione dei termovalorizzatori è stata condizionata da un illegittimo accordo tra le imprese partecipanti per la spartizione territoriale e del servizio, scartando in questo modo ogni prospettiva di libera concorrenza. 



La vicenda dei 4 termovalorizzatori è particolarmente significativa in quanto rappresenta lo specchio di un sistema contaminato dalla mafia che ha messo le radici nelle procedure di avvio alle realizzazione, dei famosi 4 termovalorizzatori,in Sicilia, basato su accordi illeciti per la realizzazione dei termovalorizzatori, che per anni ha ostacolato la possibilità di trovare soluzioni concrete e trasparenti per un corretto smaltimento dei rifiuti che ormai stanno inghiottendo la nostra terra.



 


image-902

NEWSLETTER

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Rimani aggiornato su tutte le news e gli eventi promossi da Sudpress