Appuntamento l’8 dicembre con un'importante iniziativa promossa dall’associazione per la difesa dell’ambiente e della salute. Attraverso l’unico Biobanco istituito in Italia si raccoglieranno prodotti e cibi bio da parte delle aziende da donare a chi ne ha bisogno. Avvocato Marisa Falcone, presidentessa dell’associazione: “La nostra mission è quella di occuparci del rapporto tra ambiente e salute” L’8 dicembre a Catania, presso l'Hotel Royal in via San Giuliano, l'associazione Adas Onlus promuove un'iniziativa basata sulla raccolta di cibo e prodotti naturali da destinare a chi ha problemi di salute come intolleranze e allergie. In occasione della giornata si svolgerà la mostra del concorso fotografico e la conseguente premiazione nel corso di un evento musicale. Sud Press ha intervistato l’avvocato Marisa Falcone, nonché presidentessa dell’associazione Adas Onlus, la quale ha raccontato come nasce l’associazione, quali sono gli scopi e quale sarà l’biettivo della giornata dell’8 dicembre. Come nasce l’associazione Adas Onlus e con quali obiettivi? “L’associazione nasce nel 2010. Noi promotori dell’associazione eravamo prima attivi con un gruppo denominato “Lottiamo per i nostri diritti, lottiamo per vivere”. Abbiamo operato circa un anno come gruppo spontaneo per cercare di sensibilizzare la regione siciliana verso una sintomatologia definita sensibilità chimica multipla, che determina nell’organismo la difficoltà o totale incapacità a reggere l’impatto con quelle sostanze chimiche di sintesi che sono presenti nell’ambiente e anche nei prodotti che sono usati nella quotidianità: dal deodorante al detersivo, colla, pittura e così via. Il gruppo nasce perché alcuni di noi avevano sviluppato questa forma di intolleranza ad una serie di agenti chimici che ci impediva una normale vita di relazione, provocava attacchi di asma e così via. Qual è la vostra mission? “Partendo dalle nostre esperienze di vita, in relazione a una sindrome che impedisce la quotidianità in maniera normale abbiamo ritenuto che la nostra mission dovesse diventare quella di occuparci proprio del rapporto tra ambiente e salute e cercare di mettere a fuoco quanto l’aumento di tumori, di malattie neuro degenerative sia legato proprio al fatto che dall’ambiente e dal cibo assorbiamo una serie di sostanze che il nostro corpo non tollera. Abbiamo notato che lo sviluppo di queste patologie si manifesta, in quest’epoca, in un’età precoce rispetto al passato. Tutto questo ci ha portato nel 2013 a rivedere il nostro statuto e ampliarlo e quindi a poter iscrivere l’associazione all’anagrafe unica delle onlus. L’associazione è diventata nazionale, ci sono coordinamenti in varie regioni d’Italia e il nostro obiettivo diventa proprio quella di cercare di sensibilizzare la gente a rivedere il proprio stile di vita comprendendo che la salute si protegge con le nostre azioni quotidiane”. Come influisce l’ambiente circostante sulla salute? “Il problema dell’inquinamento non è legato solo allo smog e discariche, ma a tutto un inquinamento che si trova all’interno delle nostre case. Molto di quello che c’è negli ambienti chiusi dipende da noi. È importante il cambiamento della nostra quotidianità: se io compro un detersivo piuttosto che un altro se lavo i vestiti con detersivi piuttosto che con altri, allora tutte queste cose caricano l’ambiente interno ad esempio i deodoranti per ambienti sono tra i prodotti più tossici. C’è sempre nei prodotti di uso quotidiano una chimica di sintesi che deriva dal petrolio. Anni fa notando un certo traffico di pneumatici dai paesi dell’est all’Italia si scoprì poi che questi pneumatici vecchi venivano utilizzati per trasformarli in essenze sintetiche”. Quale alternative vengono proposte dalla vostra associazione? “La nostra associazione propone delle alternative a quello che offre l’industria. Se dobbiamo pulire una pentola ad esempio basta tagliare mezzo limone strofinarlo sopra e lasciarlo riposare e la pentola si pulisce. Rendere il cittadino un consumatore consapevole. Cerchiamo di orientare verso prodotti che sono a impatto ambientale zero, quindi sostenibili, a chilometro zero quindi si evita il trasporto. Cerchiamo anche di offrire delle alternative naturali. Ad esempio l’ammorbidente si può sostituire con l’aceto bianco. Ci occupiamo anche del rapporto tra lavoratore e ambiente di lavoro sano e facciamo consulenza gratuita”. In cosa consiste il Biobanco e quali sono i prodotti che verranno raccolti nella giornata dell’8 dicembre? “L’importanza del cibo è fondamentale: deve passare il messaggio che con il cibo buono la salute può essere aiutata. Il Biobanco è stata una grande sfida: ci sono persone con difficoltà economiche con problemi di salute legati a intolleranze e allergie alimentari che non possono mangiare tutto e noi raccogliamo cibo adatto a queste persone. C’è chi è celiaco, intollerante al lattosio, e ripiegare su un cibo che sa che gli farà male non è il massimo. Con il cibo buono la salute viene aiutata. Noi abbiamo istituito questo Biobanco per raccogliere cibo biologico, naturale e senza allergeni. Le aziende ci regalano cibi biologici e anche le farmacie destinano prodotti per la celiachia senza conservanti. Anche integratori, prodotti per l’igiene su base naturale, deflussori per le flebo senza ftalati perché gli ftalati sono tossici”. Per chiunque volesse saperne di più il sito dell’associazione Adas Onlus è adas_news@live.it
Durante la manifestazione si farà una raccolta di prodotti e cibi bio e saranno invitate le aziende a donare anche cibi in scadenza. Si tratterà dell’unico Biobanco in Italia. “Raccogliamo cibi bio a km 0, naturali, senza allergeni, prodotti per igiene eco, presidi sanitari senza lattice nichel e ftalati, da destinare a chi, nel disagio economico, deve fare i conti anche con malattie allergie e intolleranze – così esordisce l’avvocato Marisa Falcone, presidentessa dell’associazione - Le attività di Adas Onlus e del BioBanco sono rivolte ad aziende e cittadini per donare a chi ha problemi di salute prodotti e cibi il più naturali possibile e a cittadini per informarli e renderli consumatori consapevoli”.
In Sicilia eravamo tra le persone che avevamo avuti per primi questa diagnosi, abbiamo costituito l’associazione che nacque per sostenere chi si trovava affetto da questa patologia e da altre che risentono dell’ambiente o comunque che non avevano ancora un protocollo diagnostico ma che erano e sono in preoccupante crescita. Nel tempo abbiamo allargato il nostro raggio di azione avendo compreso quanto l’ambiente incida negativamente sulla salute, quindi quanto l’esposizione a fonti ambientali di rischio siano la causa scatenante o la causa di aggravamento dello sviluppo di tutta una serie di patologie”.