Alla luce dei recenti avvenimenti che riguardano Motta Sant'Anastasia e la gestione dei rifiuti, in particolare la possibilità di realizzare un termovalorizzatore di oltre 66 ettari di terreno, ci si domanda quale sia la funzione esatta dei termovalorizzatori e quali vantaggi o svangaggi possono comportare Partiamo da una quesito fondamentale, il termine. Termovalorizzatore o inceneritore? Il dubbio serpeggia tra i cittadini generando spesso confusione. Alcuni sostengono che sia la stessa cosa, altri che i termini indichino due impianti diversi. Noi di Sud Press abbiamo interpellato l'associazione Rifiuti Zero e abbiamo intervistato il dott. Sebastiano Spina. Dire termovalorizzatore e dire inceneritore è la stessa cosa? C'è differenza tra i due termini? Un termovalorizzatore è un inceneritore dal quale si recupera l'energia termica che altrimenti nell'inceneritore andrebbe persa. Quali tipi di rifiuti brucia l'inceneritore? L'inceneritore brucia dei rifiuti misti con delle componenti combustibili come sostanze cartacee, legnose o plastiche. I metalli, le sostanze vetrose e gli inerti non vengono bruciati, a parte alcuni metalli particolari in condizioni particolari. Normalmente i rifiuti misti contengono percentuali di acqua che non agevolano la combustione e non contengono percentuali di sostanze combustibili sufficienti a mantenere l'incendio abbastanza vivo. Pertanto si agevola la combustione con l'aggiunta di sostanze combustibili come il metano, nella maggior parte dei casi. Cosa comporta bruciare i rifiuti? Ci sono rischi di inquinamento ambientale o quali altri? Bruciare i rifiuti comporta una loro trasformazione chimico fisica IRREVERSIBILE in ceneri e fumi tossici. In base alle metodologie di combustione si possono creare tipologie diverse di sostanze emesse, ma in ogni caso tossiche presenti sia nelle ceneri che nei fumi. Mentre le ceneri devono essere smaltite come rifiuti speciali in opportune discariche, i fumi vengono rilasciati nell'aria. Il loro miglior filtraggio diminuisce le sostanze tossiche disperse, costituite da particelle. Più queste sono piccole, meno sono rilevabili e quantificabili e più sono pericolose. Le nuove tecnologie di incenerimento tendono a produrre particelle più piccole, quindi meno misurabili e maggiormente nocive. Le tecniche di filtraggio dei fumi hanno vincoli precisi ed impongono filtri che devono essere manutenzionati correttamente. Ma nella pratica tali metodologie e manutenzioni non sono sempre assicurate al meglio. Il termovalorizzatore rispetto all'inceneritore genera energia elettrica? In che modo? Si, l'energia elettrica si ottiene trasformando l'energia termica prodotta dalla combustione, in vapore che a sua volta mette in movimento un'apposita turbina collegata a un generatore. Stando ai dati dell'ISPRA, l'inceneritore è costituito principalmente da due blocchi strutturali: la prima è il forno, la seconda è rappresentata da dispositivi per il trattamento di emissioni e residui. In caso di impianto di termovalorizzazione, si individua un terzo blocco, per il recupero di energia o calore. Cosa richiede tale recupero di energia? Come sostiene l'analisi dell'ISPRA "I rifiuti contengono elementi ossidabili capaci di liberare energia per produrre calore ed elettricità. In pratica, i metodi attualmente impiegati non sono idonei e presentano problemi tecnologici e ambientali se alimentati con rifiuti urbani. Insomma la questione è particolarmente delicata, ma due cose non bisogna dimenticare: la salute dei cittadini e la salute dell'ambiente!
Tuttavia, le caratteristiche fisico/chimiche dei rifiuti urbani richiedono la progettazione di appositi dispositivi e di determinati processi di conversione dell'energia".