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Ex Provincie, Vullo (Ars): si torni all'elezione diretta di Sindaco Metropolitano e Consiglio

23-01-2017 12:54

Michela Petrina

Cronaca, Ars, elezioni, antimafua, ricorso cassazione,

Ex Provincie, Vullo (Ars): si torni all'elezione diretta di Sindaco Metropolitano e Consiglio

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Già domani, insieme ai colleghi Valeria Sudano e Luca Sammartino il deputato regionale del Pd, Gianfranco Vullo, presenterà un disegno di legge sulla elezione diretta dei consigli metropolitani. "E' un disegno di pochissime righe, a voto segreto lo voterebbero tutti" afferma.



Consigli delle città metropolitane e dei liberi consorzi, è una storia infinita!



Dopo il rinvio delle elezioni di secondo grado dal 21 novembre scorso al 26 febbraio, e la corsa per rinviarle nuovamente al 30 luglio -il relativo disegno di legge approvato dalla I Commissione Affari Istituzionali si trova all'Ars per l'approvazione- il deputato Gianfranco Vullo del Pd lancia una nuova proposta, quella di tornare all'elezione diretta di presidenti e consigli, come una volta. 


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Onorevole, ma con l'elezione diretta di presidente e consiglieri di città metropolitane e liberi consorzi non si snaturerebbe la riforma che ha voluto l'abolizione delle Provncie, tornando di fatto a come eravamo prima?



A parte che la Sicilia è una Regione autonoma e in materia elettorale decide da sé, poiché non siamo riusciti a fare una legge in merito, sarebbe opportuno dare la voce ai cittadini. Quindi, secondo me, piuttosto che andare a votare il 30 luglio con una tornata di elezioni di secondo grado, si dovrebbe fare una legge che porterebbe nuovamente i cittadini a scegliere in maniera diretta i consiglieri metropolitani che adesso non sarebbero più 40 come prima, ma soltanto 18, quanto quelli previsti dalle elezioni di secondo grado.



Non aumenterebbero i costi in tal modo, proprio quello che si è voluto abbattere con la riforma?



I costi della democrazia non si possono abbattere, non esiste politica senza democrazia e democrazia senza elezione diretta. La democrazia deve avere un costo altrimenti si chiamerebbe dittatura.



E' un fatto impopolare, mi rendo conto, ma se noi ai cittadini illustriamo la differenza tra i costi precedenti e quelli attuali, essi capirebbero che c'è già stato un grosso risparmio rispetto al passato e sono convinto che a tutti piacerebbe scegliersi i propri rappresentanti anche in seno alla città metropolitana.



Il Pd, di cui lei fa parte, è il partito di maggioranza all'Ars, pensa che possa passare questa legge, c'è già un accordo con gli altri gruppi, che numeri ci sarebbero?



Il numero non glielo so dire perché si sa come vanno queste cose, c'è anche un discorso di "apparenza".  Apparentemente i colleghi sarebbero d'accordo, ma poi i fatti sono un'altra cosa e tutto quello che in privato si può dire, in pubblico non si può. Non è questione di accordi. Le faccio un esempio. Se per l'elezione diretta del presidente della Città Metropolitana si votasse una legge ad hoc con il voto segreto, il 90% dei votanti all'Ars sceglierebbe l'elezione diretta perché sono tutti d'accordo. Ma con il voto palese sarebbe tutta un'altra storia. E' il vecchio gioco delle parti.



Oggi si riscontra un vantaggio per i presidenti delle città metropolitane siciliane (Orlando a Palermo, Bianco a Catania e Accorinti a Messina), in vista delle elezioni a sindaco nella città di Palermo questo e a Catania e Messina il prossimo anno. Lei cosa ne pensa, non sarebbe giusto commissariare gli enti in queste situazioni?



Si è vero, il vantaggio esiste, ma gli enti non si possono commissariare perché nella legge che ha istituito le città metropolitane, l'emendamento che stabiliva che i tre sindaci non avrebbero dovuto fare i presidenti degli enti metropolitani di diritto, è stato bocciato per ben due volte, quindi non se ne può discutere più.



L'unico modo per fare in modo che i presidenti non usufruiscano di questo vantaggio sarebbe quello di esitare una legge regionale subito. In tal modo, quando si andrà alle urne per le elezioni amministrative, tra i prossimi mesi di aprile e maggio -solo in provincia di Catania sono interessati 20 comuni- si potrebbe votare anche per la Città Metropolitana, con l'elezione diretta di presidente e consiglieri.



Inoltre, secondo me, si dovrebbe votare per un unico collegio. Catania una volta era divisa in otto collegi, 3 in città e cinque in provincia, nei quali si eleggevano 40 consiglieri. Per non perpetrare tali divisioni, la mia proposta è quella di votare in un unico collegio con liste di massimo 18 consiglieri di varie parti della provincia, con due preferenze di genere. Come avviene alle regionali.



Quanto tempo ci vorrà secondo lei per approvare questa nuova legge?



Se c'è la volontà politica, la legge si può fare in poco tempo. Si porta in I Commissione Affari Istituzionali e quindi in Aula. Così potremmo scegliere i nostri rappresentanti metropolitani già nella prossima tornata elettorale, in primavera.


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