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Catania: 450 morti l'anno a causa delle polveri sottili e decibel oltre la media

27-02-2017 10:37

Barbara Corbellini

legambiente, orchestra, finanziere, maresciallo salvo mirarchi, sambuca di sicilia, Teatro Brancati, alberi, paesaggio, verde urbano,


Secondo la campagna di Treno Verde di Legambientel’inquinamento atmosferico a Catania sarebbe nella norma, dai 3 aI 26 micro grammi, ma solo grazie agli agenti atmosferici. Grave l’inquinamento acustico: si registrano 70 decibel nelle arterie principali, oltre la media. 600 mila sono gli spostamenti di autovetture ogni giorno e 450 morti all’anno per patologie correlabili alle polveri sottili. Centraline di monitoraggio una volta erano 20, adesso solo 2. In media, ogni anno trascorriamo 3 settimane nel traffico 



Ogni anno a Catania muoiono 450 persone per patologie correlabili alle polveri sottili, mentre a livello regionale se ne contano 7500. Le problematiche connesse all’inquinamento atmosferico e acustico del capoluogo etneo sono state oggetto dell’incontro svoltosi all’interno di Treno Verde, la campagna portata avanti da Legambiente dal 1988.
Tra i dati più importanti è stato rilevato che l’inquinamento atmosferico è al di sotto del limite giornaliero di 50 micro grammi, grave l’inquinamento acustico con 70 decibel misurati nelle arterie principali della città.



Presenti all’incontro Serena Carpentieri responsabile di Treno verde, Carmelo Oliveri tecnico dell’ufficio ecologia del Comune di Catania, Roberto Grimaldi dell’Arpa, Giuseppe Inturri dell’Università di Catania esperto di mobilità, e Anna Maria Pace di Legambiente Catania.



“Il monitoraggio del’inquinamento acustico e atmosferico è stata la missione di nascita di questa campagna nata 29 anni fa – esordisce Serena Carpentieri, responsabile di Treno Verde - e uno degli obiettivi principali era proprio quello di andare a misurare i livelli di smog e rumore nelle città. Dopo 29 anni è ancora necessario monitorare perché la problematica dello smog nella stagione invernale è ancora emergenza”.



Con i monitoraggi di Legambiente è stato riscontrato che l’inquinamento atmosferico a Catania è al di sotto del limite giornaliero di 50 micro grammi, anche se non c'è da tirare un sospiro di sollievo perchè l'inquinamento esiste, e i problemi più gravi provengono da quello acustico.



“Il monitoraggio del Treno Verde si è evoluto  - continua Serena Carpentieri - e quello che proponiamo è un approccio istituzionalizzato in gran parte del Nord Europa e consiste nel monitorare in maniera itinerante, attraverso degli strumenti portatili, i livelli di smog che si misurano in zone specifiche della città. I cittadini possono installare sul proprio telefono un sistema per misurare i loro percorsi, ad esempio casa-lavoro o casa-scuola, e rilevare i livelli di inquinamento atmosferico che vengono respirati. Noi proponiamo questo metodo perché pensiamo che il sistema delle centraline fisse è ormai un po’ superato e quello che ci auguriamo è di avere in un futuro non troppo lontano un sistema diffuso che ci aiuti a mappare i dati in maniera molto più diffusa rispetto alla centralina”.



“Per l’inquinamento atmosferico non ci sono dati allarmanti – spiega la responsabile di Treno Verde -  andiamo dai 3 ai 26 micro grammi per metro cubo e il limite giornaliero è di 50 micro grammi. Le criticità più grandi riguardano l’inquinamento acustico che continua a non essere monitorato e fortemente sottovalutato per gli effetti che ha sulla salute. In corrispondenza delle arterie principali sono stati misurati 70 decibel che sarebbe invece il limite consentito per le zone industriali cioè le zone dove è ammesso un inquinamento acustico superiore rispetto alle altre che è intorno ai 65 decibel”.



“Nella situazione peggiore noi abbiamo 27 micro grammi di media annua di inquinamento atmosferico che la nostra centralina collocata all’incrocio tra Corso Italia e Viale Vittorio Veneto rileva – afferma Carmelo Oliveri- ed è un valore che è al di sotto dei limiti previsti dalla normativa. Tuttavia esso non dipende da un merito della città ma dalla conformazione del territorio e dal sistema climatico”.



Ma quanto influisce il traffico urbano sull’inquinamento atmosferico? Carmelo Oliveri spiega come a Catania ci sono oltre 700 macchine ogni mille abitanti ed è una delle città più motorizzate d’Italia, con l’aggravante di avere le macchine più vecchie che ci sono in circolazione.
Emergono numerosi dubbi e interrogativi riguardo la reale attuazione dell’ordinanza di divieto di transito di entrata delle automobili nel perimetro urbano del centro storico di Catania che il tecnico del Comune non smentisce e non conferma.



“Per quanto riguarda i sistemi di monitoraggio della qualità dell’aria – spiega inoltre - siamo passati da 20 centraline nel 1992 a 2 centraline, una all’incrocio tra viale Vittorio Veneto e Corso Italia e l’altra dentro il parco Gioeni.  Quest’anno dovremmo passare la mano all’Arpa che si sta organizzando per la sua rete regionale con due centraline nuove che verranno collocate a Catania”.



La novità di quest’anno è che l’Arpa Sicilia prenderà in carico l’intera rete di monitoraggio di qualità dell’aria della Regione Sicilia, e sarà una rete revisionata e ammodernata.
“Il bando di gara per la realizzazione della rete è già stato espletato – dichiara Roberto Grimaldi dell’Arpa - ed è già stata assegnata, quindi quest’anno può essere quello di svolta per la Regione Sicilia per cercare di mettersi al passo con le altre regioni. Ancora una volta, questa mattina, sono presenti i tecnici, l’università, le associazioni, ma manca la politica che è fondamentale a livello decisionale”.



Roberto Grimaldi ha quindi spiegato che la nuova rete per l’agglomerato di Catania prevederà 5 stazioni fisse di rilevamento: Catania ne avrà 2 principali: una sarà quella fissa di viale Vittorio Veneto e l’altra quella di supporto in piazza Santa Maria di Gesù. Verrà mantenuta quella di parco Gioeni e se ne aggiunge una in provincia di Catania a San Giovanni la Punta.



Giuseppe Inturri dell’Università di Catania, esperto di mobilità sostenibile, ha portato a conoscenza di tutti i risultati di un suo studio: collocando trenta sensori in vari punti della città che hanno consentito il monitoraggio di flussi di traffico, velocità e composizione del traffico, quindi il tipo di veicolo, sono stati rilevati in una giornata circa 300 mila ingressi dal confine municipale della città.
“Si tratta di 300 mila autovetture che entrano e 300 mila che escono, poi a questi bisogna sommare una mobilità interna e la nostra stima è di circa 600 mila spostamenti –afferma-. Quindi la mobilità di penetrazione della città è 1 terzo del problema. Catania è al settimo posto a livello nazionale per congestione da traffico in ambito urbano, dopo Milano, spediamo in media il 30% del tempo in più, per spostarci, di quello che avremmo speso in condizioni di traffico accettabili. Si parla di circa 26 minuti ogni giorno a testa in più, su base annuale sono 100 ore, quindi tre settimane che spendiamo nel traffico”.



 



“Ogni anno in Italia perdiamo 3000 persone per incidenti stradali – fa riflettere Inturri - l’inquinamento atmosferico viene considerato solamente un fastidio, ma recenti stime dell’Agenzia Europea dell’Ambiente hanno stimato per l’Italia 90 mila morti premature per patologie correlabili alle polveri sottili e all’ozono. In Sicilia si parla di 7500 morti e a Catania 450. Sono morti silenziose perché premature e riducono di dieci anni la vita delle persone. Abbiamo comunque un problema enorme da affrontare”. 


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