Si moltiplicano le segnalazioni e le proteste, da parte di residenti e commercianti del quartiere Borgo-Sanzio, per la carenza e in certi casi assenza del servizio di pulizia e manutenzione del verde pubblico da parte dell’Amministrazione Comunale. In particolar modo, si fa riferimento all'area verde del parco "A. Moro" e dintorni, alla via Empedocle, all'area verde del parco "Falcone", a piazza"Pasolini" e a via Vincenzo Giuffrida. Il Comitato Vulcania, tramite la sua coordinatrice Angela Cerri attacca duramente il comune: "Deve scapparci il morto prima di intervenire?" La potatura degli alberi di alcuni punti precisi del quartiere, ma soprattutto di quelli ai lati delle strade, negli spiazzi grandi e piccoli e nelle aree verdi non esiste. Non è stata né effettuata né tantomeno programmata. Diversi tronchi sono pericolanti, oltre che di ostacolo al passaggio dei raggi solari e dell'illuminazione pubblica, con rischi enormi per l'incolumità di automobilisti e passanti, a causa della scarsissima visibilità di giorno e di notte.
Inoltre, come segnalato da Sudpress diverse volte, ormai non si contano più, proprio le aree verdi del quartiere in questione, ma anche diverse altre, sono sprovviste di video sorveglianza, malgrado i cartelli avvertano del contrario. Invece nessun controllo video viene effettuato nei parchi principali della città, tra cui lo stesso parco "Falcone". Sulla questione della potatura, spiega Angela Cerri, si potrebbe facilmente risolvere il problema, con la tecnica adeguata: "Basterebbe la cosiddetta “rimonda”, una operazione da privilegiare per il benessere delle piante, la tutela dell’estetica urbana e il risparmio economico da parte dell’Amministrazione. Si tratta dell’asportazione dei rami secchi e malati che non servono più all’albero (in larga parte collocati all’interno della chioma) che risultano pericolosi soprattutto in occasione di forti venti e temporali per persone e cose ed intralciano il transito di pedoni ed autoveicoli". A Catania invece è in "voga" la capitozzatura, anche se ormai è abbastanza assodato che sia una tecnica assolutamente drastica e dannosa: "Le capitozzature sono operazioni assurde, non supportate da alcun criterio tecnico-scientifico. Simili azioni causano un danno alle piante che traggono l’energia proprio dalle foglie, compromettono l’estetica di parchi, giardini e viali. Quindi mai nell’interesse della pianta e della cittadinanza che può usufruire delle proprietà benefiche del verde. I nostri amministratori, venendo a conoscenza di tali possibili pericoli, cosa aspettano ad intervenire?”. Ma l'amministrazione e in particolare l'assessore al verde pubblico e ai parchi Rosario D'Agata, cosa fa? Cosa aspetta? Ha già tirato i remi in barca? Attende che ci siano i fotografi, per farsi immortalare prima di effettuare dei normalissimi interventi di manutenzione? E' molto probabile, ma altrettanto triste.