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Il Bastione degli Infetti: il sito archeologico del '500 che il Comune ha voluto "giardinetto"

20-12-2017 20:48

Giuseppe Nibali

Cronaca, enzo bianco, Orazio Licandro, Rosario D'Agata, maresciallo salvo mirarchi, campagna elettorale, Francis Bill, nigeriana uccisa,

Lo scorso maggio, il Comune di Catania, col sindaco Bianco e gli assessori Rosario D'Agata, Salvo Di Salvo e Orazio Licandro in prima fila, ostentava come di consueto la posa della


"prima pianta"

al


Bastione degli Infetti

, sito archeologico catanese di grande rilievo ma abbandonato, che avrebbe dovuto essere riqualificato con i fondi regionali per l'incentivazione di  forme di democrazia partecipata. Era presente quel giorno, anche


Salvo Castro

, presidente del


Comitato Popolare Antico Corso

, associazione attenta alla valorizzazione e salvaguardia di tutta l'area, che a Sudpress racconta: "Il sito era già noto e frequentato da tante persone. Il comune, in modo sleale, ha cavalcato quest'onda, lo ha candidato, e poi ha speso i


soldi per farne un giardinetto

. Noi non siamo stati interpellati e abbiamo dovuto pure bloccare la cementificazione per le bambinopoli"


Il "Bastione degli Infetti" si trova sulla collina di Montevergine, antica acropoli di Catania. Venne costruito in pietra lavica per volere di Carlo V e fa parte delle fortificazioni un tempo presenti nella città di Catania. Le Mura di Carlo V - furono edificate dall'architetto Antonio Ferramolino a partire dall'inizio del XVI secolo - erano un complesso murario eretto a difesa di Catania e costituito da undici bastioni con sette porte d'accesso. Le mura racchiudevano la città del tempo e la difendevano dai pericoli.


Una delle poche testimonianze rimaste è costituita dal


Bastione degli infetti

- del quale rimane visibile soltanto una piccola parte - edificato nel 1556 ad opera del vicerè Vega e che deve il suo nome a una grave epidemia di peste che colpì Catania nel 1576. Oggi si estende su un'area di circa 1800 metri quadrati proprio nel centro storico della città, nella zona dell'Antico Corso, in via Torre del Vescovo.


Sul progetto di "Democrazia Partecipata", Salvo Castro spiega: "Il sito, abbandonato da 50 anni, era stato utilizzato in modo non sempre accettabile o legale. Fu restituito simbolicamente alla città e noi lo prendemmo in carico come comitato popolare. Lo abbiamo ripulito per avvicinare cittadini e turisti, che volessero conoscerlo, con una serie di iniziative culturali. Nel 2014 lo abbiamo candidato ai


"Luoghi del cuore"

, arrivando 33mi in Italia, con grande soddisfazione, essendo per Catania la prima volta che veniva rappresentata da un bene".


Dopo l'ottimo risultato, il bastione inizia, con il contributo del Comitato, ad avere sempre più visite, anche grazie alle numerose iniziative culturali promosse, e Salvo Castro infatti prosegue "abbiamo fatto avvicinare al luogo le scuole e c'è stata una rinascita.


Il comune è stato però un pò sleale

, perchè approfittando del fatto che il sito era conosciuto, ha usato questa norma regionale per destinare il


2% dei fondi per opere condivise con la cittadinanza, la cosiddetta democrazia partecipata

. In realtà i tempi di votazione, di solito un paio di mesi, furono di due settimane, e si sapeva che avrebbe vinto il Bastione, il sito già godeva di notorietà. Si pensava fosse l'inizio di qualcosa, ed invece era la fine, oltre che una disgrazia. C'era infatti già


un progetto creato a tavolino dal comune

senza chiedere nulla nemmeno a noi che conoscevamo bene la natura dei luoghi.


Dire che siamo arrabbiati è un eufemismo

. Abbiamo fatto una mobilitazione forte, e interpellato


la sovrintendenza che non sapeva di alcune cose

. Inoltre ci siamo opposti alla realizzazione delle aree gioco per bambini,


3 da circa 100 metri quadrati l'una

, perchè avrebbe significato cementificare un bene il cui  stato archeologico è accertato a


50 cm sotto il terreno.

Un domani, qualora la sovrintendenza possa e voglia fare gli scavi, almeno non c'è il cemento, per quanto sostengono di non avere mai soldi, stranamente".


Ma non solo le bambinopoli nel progetto, perchè infatti altri lavori sono stati fatti dall'amministrazione comunale al Bastione, con l'installazione di panche ma sopratutto a livello di drenaggio del terreno, come conferma Castro: "Sono state collocate inutili e costose panchine, ed


è stato impermeabilizzato tutto il terreno

, per cui non sarà più possibile il drenaggio, come avveniva naturalmente".


foto-1-dopo-.jpgfoto-2-dopo-.jpgfoto-3-dopo-.jpgfoto-4-dopo-.jpgimag1140-.jpgmuro-nuovo-bastione-.jpgsquare-.jpg

In evidenza nelle foto, si possono notare anche i quadri elettrici sul muro del '500

.


I rischi comunque di aver trasformato in un parchetto un sito di interesse archeologico e culturale con reperti del trecentesimo secolo e del cinquecento, sono anche di natura sociale: "In una zona come questa, con un alto tasso di criminalità,  un sito prettamente culturale è di sicuro diverso rispetto ad un giardinetto, che non cattura il flusso rivitalizzante, utilissimo per tutto il quartiere. Il comune si è fatto bello, con un posto in cui già la gente veniva prima della votazione per la sua riqualificazione. La cifra stanziata sarebbe stata meglio spesa in altro modo,


anche

attivando


una cooperativa giovanile per far lavorare i ragazzi

come guide o per fare la manutenzione e


creare opportunità lavorativ

e".


 


Infine, Salvo Castro conclude con amarezza:"Il sito attualmente ha cambiato faccia. Noi avevamo impostato la fruizione con attività in primis culturali per renderlo un luogo polivalente che pulivamo costantemente, ora è stato di nuovo abbandonato


".

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Un problema quello del Bastione degli Infetti, sollevato anche da "Free Green Sicilia", che lamenta una ulteriore questione: "Quello che domina, oltre, forse, lo schivato rischio di cementificazione dell'area archeologica, sono


tutte quelle strutture fatiscenti e inguardabili ed in parte  abusive

, come


alcune stalle

sicuramente non autorizzate viste le condizioni, che fanno da cornice sgradevole e impresentabile al Bastione degli Infetti. Come si fa a promuovere un sito di tale importanza internazionale quando tutt'intorno e ben visibile a chiunque vi è uno spettacolo indecoroso che nulla ha da invidiare, purtroppo, con  una periferia da città da terzo mondo?"


 


Dunque, Free Green Sicilia – SOS Beni Culturali, oltre a bocciare un progetto che non doveva neppure esistere in quanto non ha nulla da spartire con un sito archeologico, chiede al Comune di provvedere a riqualificare, ad eliminare gli abusi,  per rendere decorosa  e guardabile tutta l'area limitrofa al Bastione degli Infetti (che peraltro si trova anche accanto all'ospedale pediatrico del Santo Bambino) , e la Sovrintendenza a svolgere i propri compiti istituzionali nel rispetto dei monumenti e dei beni culturali provvedendo a indagare per individuare altre strutture archeologiche  sia all'interno che nelle aree adiacenti al Bastione.


 


Come sempre invece, in primavera, l'amministrazione faceva sfoggio dei grandi risultati, a suo dire ottenuti perentoriamente e grazie al lavoro comune, nella realizzazione del giardinetto, come affermava Enzo Bianco prima: "L'idea è quella di esaltare la ricchezza storico-architettonica di questo luogo creando un


community garden

con spazi collettivi in costante evoluzione per sperimentare la creatività, nuovi spazi per i giochi dei bambini del quartiere e della socializzazione", e Saro D'Agata, assessore all'ecologia, subito a seguire: "Abbiamo lavorato con il metodo della partecipazione e tutti i rappresentanti delle associazioni hanno esposto le loro ragioni che domani dovrebbero confluire in un'unità di intenti".


 


Anche se forse, le associazioni, pur presenti, non avevano pi tanto detto la loro a proposito del progetto, che "


prevede che il luogo storico diventi anche  un percorso articolato dall'inserimento di alcuni alberi e di piante officinali e con un'illuminazione scenografica che avrà lo scopo di esaltare la storicità e la bellezza del sito, punto di attrazione turistica",

come confermato dall'Amministrazione.


Ed esattamente nello stesso modo, era stato stabilito che la Sovrintendenza sarebbe stata parte attiva del progetto, cosa che di fatto non è stata.


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