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L'ispettore Licari torna a casa, Natale in famiglia nell'augurio di una veloce guarigione

21-12-2017 14:40

Barbara Corbellini

Cronaca, aggressione, maresciallo salvo mirarchi, san leonardello, terme dell'indirizzo, Maria Callas, fucile, rosatellum,

L'ispettore Licari torna a casa, Natale in famiglia nell'augurio di una veloce guarigione

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L’ispettore della polizia urbana catanese, ridotto in fin di vita quasi tre mesi fa dopo aver subito una brutale aggressione mentre era in servizio ad uno degli ingressi di via del Rotolo, è stato dimesso dal centro specialistico di riabilitazione neurologica di Cefalù, a causa della depressione insorta. Licari, durante quelle ore di lavoro, aveva impedito ad un giovane in scooter di attraversare le transenne che ne vietavano l’accesso, ma il ragazzo dopo qualche minuto, raggiunto da altre persone della zona, aggredì il pubblico ufficiale, colpendolo alla testa



A qualche mese di distanza da quella violenza, frutto probabilmente di una spedizione punitiva, i familiari dell’ispettore sono arrabbiati e al tempo stesso preoccupati per le condizioni fisiche ma anche mentali di Luigi.



La nipote Carla spiega a Sudpress che i medici di Cefalù hanno preferito fargli continuare a casa le terapie, di cui necessita costantemente, in un clima familiare che potrebbe alleviare almeno per un po’ le sue sofferenze.



Licari è affetto da paralisi degli arti superiori e degli arti inferiori, riesce a mantenere la posizione eretta ma deve essere rigorosamente aiutato da due persone. Da solo non riesce praticamente a far nulla, men che meno a bere o mangiare.



“A livello fisico ci sono dei lievissimi miglioramenti –racconta Carla- ma è ancora molto debole e non autosufficiente. La cosa peggiore è che adesso, purtroppo, ne è anche cosciente di questo suo stato e si abbatte parecchio. La depressione nasce proprio dal fatto che prima era un atleta, sempre attivo, mentre ora è sempre accudito come un bambino e questo lo getta nel totale sconforto”.



“A livello mentale continua ad avere gravi deficit ed allucinazioni –continua la nipote-. E queste condizioni possono rendere pericoloso ogni momento della giornata, se lasciato solo. I suoi ricordi si fermano a una settimana prima dell’aggressione. Quei momenti drammatici del 2 settembre continua a non ricordarli”.



A lui e a tutta la sua famiglia gli auguri più sinceri di Sudpress, nella speranza che il Natale in famiglia e l'arrivo del nuovo anno, siano forieri di una quanto più rapida ripresa.


 


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