Al Palazzo della cultura per 4 mesi “La Ville Lumière” allestita da “Arthemisia”. Il munifico Comune di Catania, colpito da cotanto sapere e bellezza, acquista gli“allestimenti permanenti” per la modica somma di circa 20.000 euro! Errare humanum est, perseverare autem diabolicum. Così motteggiavano, inutilmente ahi noi, i nostri padri latini. Lo stesso ritornello di Totò Genio (v. servizio pubblicato da SudPress) incalza, invero, anche per la mostra La Ville Lumière dedicata ad Henri de Toulouse-Lautrec in corso a Palazzo della Cultura. E cominciamo tristemente dall’inizio, con la solita delibera di Giunta che sciorina l’immancabile tiritera: “..vista la nota del 13 dicembre 2017, prot. n. 454225, del presidente dell’Arthemisia Group srl, Iole Siena, in cui viene presentato all’Amministrazione il progetto della mostra del grande pittore Toulouse-Lautrec, curata dal prof. Stefano Zuffi …la Giunta Municipale vista la proposta di deliberazione n. 470535 del 28/12/2017…delibera di approvare ecc, ecc …Le sale espositive saranno concesse in applicazione del tariffario, per un costo di € 38.304,00, oltre IVA al 22% per un totale complessivo di € 46.730,88 IVA compresa”. Mica male, vero? No, pardon, c’è dell’altro. “L’Amministrazione, al fine di dotare (rieccoci…) le sale sopraindicate di un adeguato progetto espositivo che consenta l’ospitalità di mostre di sempre maggior prestigio (quali, voscenza, quelle in mente Dei? Quelle della prossima amministrazione?), intende acquisire parte del piano di allestimento della mostra dedicata a Toulouse-Lautrec, consistente in luci, sistema video sorveglianza, arredi e pannelli espositivi per un valore stimato in € 20.000,00… il proponente, Arthemisia Group srl, con nota n. 470412 del 27.12.2017, è disponibile a concedere in maniera permanente la struttura di allestimento della mostra in oggetto… detraendo dal canone complessivo di € 38.304,00, al netto dell’IVA, le prime due mensilità per un importo di € 19.152,00; il proponente, Arthemisia Group srl, dovrà, pertanto, corrispondere all’Amministrazione la somma di € 19.152,00, oltre IVA al 22% pari ad € 4.213,44, per un totale complessivo di € 23.365,44”. Trattandosi di mostra a pagamento il costo del biglietto è fissato a 13 euro (pressappoco quanto un ingresso agli Uffizi di Firenze!). Dunque, facciamo un pò di conti. Il Comune di Catania - sempre in prima linea quando si tratta di declinare il verbo “promuovere” - fulminato sulla via di Damasco, decide all’improvviso di dotare il Palazzo della Cultura, sguarnito da oltre 10 anni, di “allestimento permanente” e “affitta” le sale per 4 mesi ad Arthemisia ad un costo reale di 199 euro al giorno (46.730,88-23.365,44=23.365,44:117 giorni =199,70 euro). Davvero un affare d’oro …ovviamente per Arthemisia, che pagherà al Comune la somma restante, ricavandone una cifra che sarà quantomeno decuplicata dall’introito di ben quattro mesi di sbigliettazione a 13 euro a cranio, visite guidate per gruppi, visite guidate per scuole, vendita di gadget (esiste un fornitissimo book-shop), di cataloghi, audio guide, ecc… Le somme comunque si tireranno alla fine e saranno tutte (non è difficile prevederlo) a totale favore di Arthemisia. Restano in piedi i soliti interrogativi, ai quali tutti i maggiorenti di Palazzo degli Elefanti fino ad oggi sdegnosamente si rifiutano di rispondere applicando la secolare strategia delle tre scimmiette, ossia ignorare, non parlare, fingere di non ascoltare e di non vedere, certi che tutto in questa immemore città sprofonderà prima o poi nel profondissimo pozzo della dimenticanza.
Flatus vocis, secondo la speme dei falsi non udenti amministratori etnei, leviamo ancora una volta alti lai verso l’acusticamente isolato Palazzo degli Elefanti e l’ancor più romito Palazzo della Cultura ove si annidano saperi e bellezza gestiti dal prof. grand’accademico Orazio Licandro. E dunque riecco la raffica degli , destinati tali rimanere: 1) Perché acquistare “parte” del materiale espositivo da Arthemisia e non da rivenditori? 2) Il materiale espositivo è nuovo o è già stato usato? 3) Da chi è stata valutata la “parte” acquistata? Esiste una stima scritta dell’Amministrazione? 4) Come e in che misura sarà possibile utilizzare lo stesso materiale espositivo per altre mostre, visto che ogni mostra richiede allestimenti particolari? 5) La mostra è perfettamente uguale a quelle già esposte in altre città, secondo il legittimo “parere di congruità”, ossia la condizione in base alla quale il prezzo della mostra deve essere uguale o inferiore a quello praticato in altre città per l’identica mostra? A paragone con l’attuale di Milano questa di Arthemisia è decisamente figlia di un dio minore. Di tutto questo nella delibera non c’è traccia. Ma l’eccellenza “fa il nesci” non solo a S. Ambrogio. Dunque? Per finire si ricorda che nel catalogo (venduto a 20€) dedicato a Toulouse Lautrec spiccano in bella mostra i nomi della solita : Enzo Bianco, Orazio Licandro, Pietro Belfiore, i quali nulla han fatto e nulla faranno. Evviva! Tutto il resto è noia. Si ripete, ahimè, ad libitum la maledizione dello scorpione di giada: “ (Tomasi di Lampedusa, “Il Gattopardo”). Dopo ventisette secoli le “civiltà eterogenee, tutte venute da fuori” continuano… a venire da fuori, vendendo anche gli “allestimenti”. Un grazie di cuore o illuminati governatori, munifici elemosinieri di Saperi e Bellezza…
angoscianti interrogativi
trimurti culturale catanese
Sono venticinque secoli almeno che portiamo sulle spalle il peso di magnifiche civiltà eterogenee, tutte venute da fuori già complete e perfezionate, nessuna germogliata da noi stessi, nessuna a cui abbiamo dato il 'la'…”
”a cura di…” (III puntata. Fine).