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Sant'Agata, mons. Zito: "A Catania non mancano i Pilato che rifiutano la verità e i Quinziano che violentano

12-02-2019 15:12

Lucia Murabito

Cronaca, catania, devoti, Sant'Agata, festeggiamenti agatini, Monastero di Santa Chiara, alluvionati,


Mons. Zito, Vicario Episcopale per la Cultura dell'Arcidiocesi di Catania, non e nuovo a riflessioni che sono veri e propri scossoni per i devoti e non solo. Questa è quella che ci siamo persi lo scorso 6 febbraio a causa dell'annullamento della salita di S.Giuliano



Un'occasione mancata di riflessione. Anche questo tra i risvolti del discusso epilogo dei festeggiamenti agatini dello scorso 6 febbraio. Quello che vi proponiamo in seguito è il discorso (non proclamato) preparato da Mons. Zito per la chiusura del momento del canto delle clarisse in via crociferi. Ve lo proponiamo come riflessione in preparazione dei festeggiamenti per l'ottava di Sant'Agata.



"Lo scontro tra Pilato e Gesù di cui parla il Vangelo ci ricorda lo scontro tra Quinziano e sant’Agata di cui ci narra la passione della nostra santa patrona. Per Pilato e per Quinziano era in gioco l’affermazione del loro potere. Entrambi hanno cercato di imporsi, rispettivamente, su Gesù e su Agata. Si sono serviti dell’autorità ricevuta per tornaconto personale: Pilato per imporre il proprio potere, rifiutandosi di riconoscere la verità che gli stava davanti; Quinziano per impadronirsi della giovane Agata in modo offensivo della sua dignità di donna.



In verità, ciò che accomuna Pilato e Quinziano è la paura: il primo di affrontare Gesù che è la verità; il secondo di affrontare Agata donna libera perché cristiana.



Anche oggi, anche a Catania non mancano i Pilato che rifiutano la verità e i Quinziano che violentano la dignità degli altri, delle donne in particolare.



Sant’Agata, liberaci da tutti costoro!



In questo periodo della storia della nostra città e della nostra nazione, non accade anche a noi di trovarci a lottare tra la paura e la libertà? Perché ci lasciamo vincere dalla paura di dare una chiara testimonianza della nostra dignità di persone umane, di cristiani, di devoti? Se vince in noi la paura, siamo destinati alla disperazione, come Quinziano, e non abbiamo il diritto di lamentarci di quanto riteniamo che vada male.



Da cosa nascono tante nostre scelte anche oggi? A cosa sono dovuti tanti atteggiamenti di uomini o donne che si considerano potenti per il ruolo, qualsiasi esso sia, che svolgono nella società? di tanti piccoli Quinziano del nostro tempo presenti anche nella nostra città?



Certo, la città di sant’Agata, la nostra Catania vive un momento molto difficile. Chi la salverà? Né la paura del futuro, né l’attesa di salvatori con piani politici e finanziari. Con il rischio che la futura fisionomia di Catania possa essere determinata da altri che ci imporranno i loro tornaconti.



Sant’Agata ci insegni e ci aiuti a mettere in campo la forza della coerenza, la responsabilità di compiere ciascuno il proprio dovere, la consapevolezza che il contributo di ciascuno è indispensabile, la coscienza di un forte senso di appartenenza civica.



Siamo chiamati a trasformare la devozione in imitazione! Sant’Agata ci insegna a scommetterci, personalmente e insieme, per una Catania accogliente, risanata, attenta e solidale verso i più bisognosi, pronta ad intervenire a vantaggio delle fasce più deboli della popolazione.



Se è vero, come è vero!, che Catania è la città di Sant’Agata, da lei ci venga il coraggio alla reciproca benevolenza e a non incrementare forme e linguaggi di malevolenza. Spesso sperimentiamo, lungo le strade della città, paura, diffidenza, rancore, invidia e perfino violenza. Sentimenti che vengono strumentalizzati da chi usa del potere ricevuto, come Quinziano, per barattarli con un consenso meschino e una presunta sicurezza fondata sull’inimicizia, senza alcun effettivo contributo per una vita serena e pacificata.



A noi catanesi competono i sentimenti di sant’Agata. La sua bellezza, il suo eroismo, il suo attaccamento  al Signore Gesù e ai valori del Vangelo, la sua protezione per la città, ci chiedono comportamenti di benevolenza, efficaci per costruire una città senza nemici, senza sfiducia, senza odio e senza paura. Sentimenti che rispecchiano la devozione a Sant’Agata.



Perché tutta la sinergia per la buona riuscita della festa non riesce a mutarsi anche in coraggiosa quotidiana sinergia per la buona crescita della nostra città? La processione iniziata ieri sera ci sia di lezione: solo trasformando la devozione in imitazione, con il contributo di ciascuno, la nostra città può passare dalla notte delle difficoltà al giorno della serenità!



Il devoto di Sant’Agata, lo sappiamo bene, vive la propria devozione non solo in questi giorni ma tutto l’anno. Dunque, ogni devoto è chiamato ad imitarla tutti i giorni per onorare Dio con la propria vita e per conseguire la liberazione della patria, della città.



Un compito, questo, che si assumono in special modo quanti sono iscritti alle associazioni agatine. E grazie a Dio sono in tanti, uomini e donne, di diversa età, di diversa condizione sociale, di diverso ruolo nella città. A tutti voi, soprattutto, spetta il compito di promuovere i valori della fede e del coraggio di sant’Agata, a vantaggio della città.


Tutti insieme, associazioni maschili e femminili, in nome di Sant’Agata abbiate maggiore coraggio nel dare un apporto energico e concreto per contribuire a risolvere le necessità di tante nostre famiglie, per accogliere quanti giungono da noi alla ricerca di serenità e pace anche a rischio della propria vita, per imprimere una condizione di migliore vivibilità della nostra città.


Sant’Agata vi trasmetta la sua audacia! Sant’Agata ve ne sarà grata!


E tutti potremo innalzare il nostro comune inno di rendimento di grazie: Cittadini… viva Sant’Agata!"


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