La Regione salva le Terme di Acireale, Musumeci: ora il rilancio.
Almeno così dicono.
La Regione Siciliana ha infatti acquistato il complesso termale di Acireale per riqualificarlo e rilanciarlo. L'atto di compravendita è stato sottoscritto a Palermo, nella sede dell'assessorato dell'Economia.
Si completa, così, il lungo e complesso iter, avviato dal governo Musumeci, che ha evitato di disperdere non solo l’unitarietà, ma addirittura la stessa attività di una struttura storica rivelatasi fondamentale per lo sviluppo del territorio acese.
La società Terme di Acireale, dopo lo stop alla procedura di privatizzazione avviata nel 2012, era stata posta in liquidazione e chiusa dal 2015 per problemi economico-finanziari. Gli immobili di proprietà erano, quindi, stati poi sottoposti a procedure esecutive e iscrizione ipotecaria da parte dei creditori, oltre a essere lasciati in abbandono.
«Avevamo preso un impegno - commenta il governatore Nello Musumeci - e lo abbiamo mantenuto. Così come sta avvenendo con le Terme di Sciacca, per le quali è in corso il bando, vogliamo restituire al suo territorio un bene che ha una valenza storica e turistica inestimabile. Quello del turismo termale è un progetto strategico del mio governo perché ci consentirà di diversificare e destagionalizzare l’offerta turistica, con evidenti benefici per l'economia dell'Isola. Dopo anni di squallore, gli impianti in Sicilia potranno, quindi, tornare a essere un punto di forza e un motivo di attrazione. Voglio ringraziare il collegio dei liquidatori per l'impegno e la celerità messi nel completamento della procedura».
«Si è chiuso - sottolinea l'assessore all'Economia Gaetano Armao - un complesso negoziato con i creditori internazionali, nel quale è risultata determinate la credibilità del nostro governo regionale. Ed è grazie a questa che sono state superati difficoltà e ostacoli. Adesso possiamo proiettarci verso la concessione ai privati e la riapertura di un complesso termale di grande rilievo per la ripresa economica della Sicilia. Dobbiamo prepararci sin da adesso, pur di fronte a questa drammatica crisi economica planetaria».