Per il suo prossimo SudStyle Talk, che andrà in diretta in versione pomeridiana alle 18.30 di giovedì 30 aprile, il direttore Aldo Premoli ha scelto di parlare di turismo, del "prossimo turismo", e lo farà a modo suo con Samuele Mazza, un vero "maître del buon vivere", che ha una visione affascinante e ce la anticipa con questo articolo.
Probabilmente la villa del Casale di Piazza Armerina nasce con lo stesso principio dell’Hotel Villa Igea di Palermo, luoghi non di capriccio e sfoggio di ricchezza, ma destinati ad essere in realtà dei sanatori: prima contro la malaria ed in seguito contro la tubercolosi.
Ma prima dei Florio ci fu Federico Secondo di Svevia che arrivato qui si sentì meglio che altrove, trovò il luogo ideale per risiedervi, regnò e qui volle essere sepolto.
Ma torniamo, alle origini di questo fenomeno e dico che creare un impianto architettonico, al centro dell’isola, doveva avere un senso, un perché, un vantaggio: ad esempio l’aria di collina filtrata da boschi di Eucaliptus che purificano l’aria, crescono senza acqua ma assorbono l’umidità dell’aria che tanto nuoce a chi ha problemi respiratori.
Gli antichi romani già avevano capito come combattere la malaria e la tbc, al contrario degli italiani dell’inizio del secolo scorso pensavano alla salubrità dell’aria di mare: che è sì salubre, ma per altri benefici, quelli legati alla vitamina D, non esattamente correlata ai problemi respiratori.
I romani costruirono dove l’aria è leggera “come fiori di melo”, dice una bellissima canzone di Zucchero Fornaciari.
Ci sono località di questo tipo in tutta Italia: dai laghi nel nord alle colline Iblee, e qui sorgono “case” di inaspettato splendore architettonico, con giardini che ricordano i dipinti di Lawrence Alma Tadema, il quale immaginava il sud dell’Italia come il paradiso popolato da bellissime ninfe innamorate ma dall’aspetto pallido e insalubre.
Probabilmente rampolle malate (come lo fu Giovanna Florio) che venivano mandate in questa zona d’Europa, ritenuta dalle popolazioni del nord un sanatorio dove passarvi un periodo di convalescenza o di quarantena.
Cento anni fa circa, questa era la visione che gli aristocratici e i grandi borghesi avevano dell’Italia in generale e soprattutto del nostro Meridione, un parallelismo temporale inquietante quanto interessante da osservare ai tempi del Covid19, che ha reso o almeno fatto sentire così fortunati e inaspettatamente sane le popolazioni e gli ospiti che hanno vissuto e stanno vivendo, ad esempio in Sicilia, questo terribile e surreale periodo…
Proprio la fuga dalle città del Nord verso il Sud ha messo in evidenza quanto in realtà sia fragile la vita nelle grandi metropoli.
Ritirarsi in zone salubri è un fenomeno consolidato anche nei confronti della riviera francese o nella Florida negli Stati Uniti
Anche qui più vai a sud e più ti trovi al cospetto di una natura rigogliosa.
Gli ospedali delle grandi metropoli sono invece diventati fonte di contagio e di malessere psicologico, perchè le cure più sicure si sono rivelate essere isolamento e l’aria pulita, insieme alla consapevolezza di essere fuori pericolo.
Cosi ci siamo salvati dal male he porta con sé la psicosi della malattia.
Sono stati efficaci i farmaci? Fino a che punto? Probabilmente lo saranno davvero quando verrà trovato un vaccino.
Intanto la cura sembra essere questa… vivere sani in luoghi vicini alla natura.
Immagino la Sicilia del futuro come una grande beauty farm che potrebbe diventare la meta ideale per chi non ha proprio bisogno di presenziare quotidianamente in ufficio, gestire decine o forse centinaia di persone, con varie esigenze e incompatibilità, perlopiù giovani confusi e spesso con l’unica grande dittatura dell’apparire e dell’essere cool…
Un inferno per chi ha raggiunto la saggezza e l’esigenza dell’amministrare e coltivare se stesso, i suoi cari e suoi interessi. Personalmente ho scoperto che vivere fuori da tutto quello che la vita metropolitana mi ha proposto per decenni dia lucidità e la magia dell’osservazione disincantata.
Forse si può vivere quella vita osservandola e non facendone parte, come i grandi scrittori che si sanno isolare proprio quando più lavorano intensamente, senza più meetings, briefs, e convention...un tentativo frenetico di stare sul pezzo, di maledette sveglie che suonano all’alba...di pasti consumati in piedi o inghiottiti in fretta per rispondere a qualche domanda… senza riflusso gastroesofageo, senza inutili discussioni con un tassista arrogante .....no, bisogna dire no!
Eccomi qua, ora io mi sento come uno di quei personaggi dipinti da Michelangelo nella cappella Sistina, osservo dall’alto le liturgie e i turisti, me ne sto nel mio angolo, mi si intravede appena, ma ci sono… mi sento pago e salvo, posso sentire la mia stessa voce, invece di sentire le voci degli altri.. sono qui “in the middle of nowhere,” con tutto quello che mi serve: un computer ed un telefono.
Ho il pieno controllo dei miei gesti, le nuvole sono dipinti, ho tempo e non ci posso credere, proprio come Lucio Aradio Valerio Proculo Populonio, governatore della Sicilia, committente della villa del casale a Piazza Armerina, che qui provò il paradiso senza dover morire… auguro a tutti questa meravigliosa scoperta, auguro a tutti di non dover pensare che vivere bene significa vivere solo vicino al miglior ospedale...nonostante tutto.
Samuele Mazza: il suo imprinting è una equazione ideale tra etica ed estetica.Ha iniziato con la moda, di cui è stato protagonista negli anni 80 a Milano. Negli anni 90 collabora con l’editore Electa Mondadori per il quale cura una collana editoriale dedicata alla moda italiana. Ha pubblicato vari libri, tra questi quelli dedicati a Bulgari, Missoni, Versace, Ferretti, Trussardi, Moschino, Ferré ed Etro.Diventa empiricamente un Set Designer, memorabile una collaborazione con Massimo Vignelli e Ida Panicelli.Dal Set Design passa all’Interior Design. Apre di conseguenza uno Showroom a Milano nel 2001 conosciuto come “Visionnaire Home philosophy”, che trasformerà il nome della galleria in un brand.Disegna una linea per Ipe Cavalli e cede il marchio all’azienda di Bologna. Ne sarà il direttore creativo fino al 2015.Attualmente ha fatto di Noto la sua residenza principale dove svolge con successo la sua di Real Estate Developer sull’intera Sicilia.Lo scorso anno ha pubblicato con Rizzoli International un lussuoso volume dal titolo SICILIA, Noto dentro fuori: una selezione di splendide dimore,da quelle ricostruite dei primi decenni del XVIII secolo, in piena fioritura del gusto barocco, a quelle contemporanee.