L'edizione più difficile e sofferta, ma la creatura del regista Nello Correale è stata più tenace della pandemia: grazie per l'esempio
Gran finale per la XX edizione del Cinema di Frontiera con il momento delle premiazioni per tutti i lungometraggi e i corti vincitori.
Nella serata condotta dall’attrice e regista Gisella Calì, sono stati assegnati tre premi per il concorso dei lungometraggi: miglior film, premio Bcc Pachino e il premio del pubblico.
Quest’ultimo è una novità assoluta del Festival: agli spettatori, durante le quattro serate, sono state distribuite delle schede per partecipare alla scelta. Inoltre verranno premiati due cortometraggi: il migliore corto e il premio speciale.
Dopo le premiazioni e le proiezioni dei cortometraggi vincitori il momento dell’omaggio al critico cinematografico Sebastiano Gesù, a cura del Centro Studi Cinematografici: Elisa Di Dio ha letto “L’arcano Sicilia”.
Alle 22 l’evento speciale “Safety last (Preferisco l’ascensore)” di Fred C. Newmeyer e Sam Taylor, con Harold Lloyd Usa 1923, 74’, film muto con accompagna- mento musicale dell’Ensemble Darshan.
In via Santa Chiara si è aperto alle 18 con l’incontro con gli autori.
Giuseppe Gambina, direttore del Peace Film Festival di Vittoria, ha parlato della prossima edizione, poi il regista Pasquale Scimeca ha presentato il suo ultimo progetto di scrittura e alle 19,30 il giornalista Giorgio Ruta con “La guerra del tonno rosso”, inchiesta sulla corsa all’oro del Mediterraneo.
Sempre in via Santa Chiara, a seguire, sono stati proiettati i corti “Following life”, de Il Terzo Segreto di Satira Italia 2020, 18’ e “Saber perder” di Sergio Milàn, Spagna 2019, 6’.
Per il focus sull’Iran “Muncher” di Navid Solati Iran 2020, 19’, “Raya” di Sepideh Beerenji, Iran 2019, 14’, “Reverence” di Sogol Rezvani, Iran 2019, 15’, “S” di Hamed Aslani, Iran 2019, 17’ e “Selfie” di Agostino Ferrente, Iran 2019, 74’.
A Largo Balata, alle 21,30 “Chet is back”: Chet Baker in Italia di Nello Correale, Italia 2020, 60’,
“Mario e il Mago” di Klaus Maria Brandauer (versio- ne italiana). Prima visione assoluta del film girato in gran parte a Marzamemi nel 1994 e mai proiettato nelle sale italiane.
“Nour” ha conquistato Marzamemi ottenendo il premio della giuria come miglior film in concorso ed il premio del pubblico
Il Premio Bcc è andato a Michela Occhipinti per “Il corpo della sposa” mentre è stato giudicato miglior corto “Roberto” di Carmen Còrdoba Gonzàlez.
Nour è la storia della ragazzina siriana sbarcata a Lampedusa alla ricerca della madre, lungometraggio di Maurizio Zaccaro tratto dal libro “Lacrime di sale”, scritto dal medico di Lampedusa Pietro Bartolo e Lidia Tilotta: ha vinto il Premio Speciale 2020 assegnato non da una giuria ma direttamente dal Festival e anche quello di gradimento decretato dal pubblico.
“Un film che per noi ha un significato particolare - ha dichiarato il direttore artistico Nello Correale - che rappresenta in pieno le motivazioni e la filosofia del nostro Festival. Nour ci ricorda che le frontiere, che cerchiamo di raccontare da 20 anni non sono solo geografiche, ma che quelle più difficili da superare sono interne, quelle che ci portiamo appresso. Il film di Zaccaro ci fa capire che, anche dopo la fine dell’emergenza sanitaria, rimarrà ancora da confrontarsi con un’ altra grande vicenda, che è quella dell’immigrazione. E la soluzione non la si potrà trovare in un vaccino, ma nella nostra coscienza e con la consapevolezza di affrontarla”.
Il premio della Banca di credito cooperativo di Pachino è stato assegnato al film “Il corpo della sposa”, a ritirare il premio la regista Michela Occhipinti. La pellicola descrive la pratica del “gavage”, a cui devono sottostare in Mauritania le donne in procinto di sposarsi, secondo cui la futura sposa deve ingrassare decine di chili per rispondere al canone estetico imposto dalla tradizione.
La giuria dei corti, formata dagli attori David Coco ed Ester Pantano e dal regista Diego Ronsisvalle, ha assegnato il premio di miglior cortometraggio al corto di animazione spagnolo “Roberto” di Carmen Còrdoba Gonzàlez "attraverso una delicata declinazione di sentimenti come la timidezza, la paura, la sorpresa, la fiducia e su tutti l’amore, filmicamente racconta, con efficacia assoluta, un tema drammatico come l’anoressia”.
Il premio speciale va ad “Amal” di Matteo Russo e Antonio Buscema per la forza di rappresentare "un immaginario probabile che ci narra di viaggi, di migrazioni o forse solo di fughe" e due menzioni speciali sono andate a “Tonino” di Gaetano Di Mauro e “Influencer” dello spagnolo Rubén Barbosa.
Un premio speciale è andato anche a Babak Karimi per il focus “Corti Iran”.
La serata finale, condotta dall’attrice e regista Gisella Calì, ha regalato emozioni e lacrime durante l’omaggio al compianto Sebastiano Gesù, critico cinematografico e vicedirettore del Cinema di Frontiera, a cura del Centro Studi Cinematografici: l'attrice Elisa Di Dio ha letto il suo testo “L’arcano Sicilia”. Gran finale con l’evento speciale “Safety last (Preferisco l’ascensore)” di Fred C. Newmeyer e Sam Taylor, con Harold Lloyd Usa 1923, 74’, film muto con accompagnamento musicale dell’Ensemble Darshan.
“Il Festival ha confermato di essere uno straordinario volano per un futuro sostenibile del turismo a Marzamemi - ha dichiarato il presidente della Pro Loco Marzamemi, Nino Campisi -, che deve puntare su eventi di qualità anche al di fuori dei periodi di maggiore afflusso. Sono state superate innumerevoli difficoltà grazie al sostegno delle realtà economiche e sociali locali e al lavoro entusiasta di tanti volontari”.