Un settore, quello dello spettacolo, abbandonato e bistrattato. Ancora una volta. Anche solo pensare un Festival di Sanremo con la platea gremita è un insulto ad un'intera categoria che da quasi un anno non vede luce. L'illusionista catanese Dimis interviene sulla polemica con una lettera indirizzata al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini
Caro Ministro Franceschini,
io e tutta la mia categoria non siamo più arrabbiati con Lei. Non siamo più indignati da scelte scellerate.
Siamo proprio arrabbiati e offesi!
Siamo stanchi delle briciole che cadono dal tavolo: noi non vogliamo aiuti o ristori.
Io e i miei colleghi - gente di spettacolo ma anche maestranze, proprietari di teatri, sale e cinema, circensi, artisti di strada e giostrai - vogliamo tornare a lavorare, per e con il nostro pubblico!
Chi non è del settore non può capire. Chi non vive di sorrisi, di applausi, non può aver idea di cosa significhi un anno senza di essi.
Noi viviamo di pane e calore: pane del nostro onesto lavoro e calore del nostro amato pubblico!
Cultura e spettacolo vanno a braccetto nelle nostre esibizioni e non c'è Netflix della cultura che tenga, se poi, arrivano programmi tv in diretta con il pubblico!
Se poi arriva Sanremo al Teatro Ariston con la platea piena e noi (artisti, maestranze, proprietari di teatri e cinema) a casa.
Lo so Sanremo è Sanremo, e noi non siamo nessuno... Forse.
Sanremo è Sanremo, perché in fondo lo paghiamo noi, ciascuno di noi, con il canone in bolletta. Paghiamo i cachet milionari (fanno bene a chiederli gli artisti, fesso è chi li paga) e tutto il resto fermo.
Non ho nulla contro il Festival, c'è l'ho con Lei e con questa politica sorda! Non dobbiamo lavorare per la nostra sicurezza e per quella del nostro amato pubblico? Ok, stiamo fermi, facciamo il possibile. Ma non ci sono figli e figliastri! Faranno il tampone all'ingresso? Permettiamolo a tutti i teatri e cinema.
Siamo chiusi da quasi un anno ormai, nonostante ci fossimo adeguati a tutta la normativa.
È cambiato qualcosa rispetto alla curva dei contagi?
Sì, la curva è salita ugualmente.
E allora non possiamo essere noi il problema e il capro espiatorio.
Rispettando il distanziamento, la mascherina e tutte le altre norme anti-contagio ci permetta, caro Ministro, di ripartire.
Siamo stanchi di essere presi in giro!
Siamo artisti, persone di spettacolo e di cultura, non siamo fessi. Siamo stati solo buoni e abbiamo capito la situazione.
Ma non offendete la nostra intelligenza e soprattutto non prendeteci più per il culo!