All'epoca la notizia era la sigla di un'intesa tra l'Università statale di Catania e quella privata facente capo al gruppo Humanitas, che gestisce tra l'altro il grande centro oncologico con sede a Misterbiano.
Avanzavamo il dubbio del perché l'Università statale entrasse in compartecipazione con dei privati su uno dei più lucrosi corsi di laurea, quello relativo, appunto, alle professioni sanitarie.
Che vantaggio poteva avere l'istituzione pubblica da una simile "sinergia"? Dagli atti consultati sfuggiva.
In realtà, a valutare l'epilogo di queste ultime ore, alla fine è andata molto peggio di come poteva apparire ed UNICT ha praticamente aperto la strada sul territorio ad un temibile concorrente in uno dei settori formativi di maggior successo e prospettiva.
Infatti, tutta la procedura parte formalmente con questa "intesa" che serve ad attivare il richiesto percorso istituzionale, compreso il parere obbligatorio della Conferenza dei Rettori siciliani che, però, cambierà le crte in tavola.
In pratica, infatti, l'Università di Catania alla fine è proprio scomparsa e la Regione Siciliana ha siglato l'intesa con la sola Università privata Humanitas.
Vediamo un pò cos'è successo.
Come riportato nell'articolo precedente, lo scorso 4 luglio veniva siglto l'"Accordo quadro di cooperazione strategica" tra l'Università statale di Catania e quella privata denominata Humanitas University.
A firmarlo i due rettori pro tempore: per Unict Francesco Priolo e per Hunimed Marco Montorsi con l'aggiunta del consigliere delegato Giorgio Ferrari.
Ne abbiamo già scritto: in estrema sintesi le due parti si impegnavano a realizzare INSIEME alcuni corsi di laurea nel campo delle professioni sanitarie, tra cui proprio quello oggetto dell'intesa con la regione di cui ci occupiamo, ed è prevista all'art.3 punto b dell'intesa che, come vedremo farà una misteriosa mala fine: verrà "espunto".
Successivamente, il 18 luglio, interviene l'allora assessore Ruggero Razza che invia una nota alla presidenza della regione per richiedere alla giunta l'approvazione di un protocollo d'intesa con l'università privata Humanitas per la realizzazione dei corsi di laurea di cui sopra: già in questa fase la statale UNICT è scomparsa.
Passa un pò di tempo e il 13 dicembre 2022 si riunisce la Conferenza dei rettori siciliani (CRUS) che, con nota indirizzata all'assessore alla Salute, in questo caso già l'attuale titolare Giovanna Volo, trasmette il verbale dei lavori contenenti il parere favorevole all'accordo quadro di cui sopra tra le due università, quella statale etnea e quella privata Humanitas.
Il verbale non è reso pubblico e non risulta agli atti, ma contiene o deve contenere una significativa modifica che verrà poi citata nella successiva nota dell'assessore Volo.
ATTENZIONE: il 16 gennaio scade il termine ultimo fissato dal ministero per l'accreditamento dei nuovi corsi di laurea per l'anno accademico 23/24, e quindi la regione comincia a correre a perdifiato.
Infatti, il 13 gennaio l'assessore alla Salute Giovanna Volo invia una nota per chiedere alla giunta l'inserimento del punto relativo all'approvazione dell'intesa tra il governo regionale e l'Università privata Humanitas.
L'Università statale di Catania è letteralmente scomparsa.
E infatti di quanto accaduto troviamo traccia "subliminale" prorpio nella nota dell'assessore Volo:
Quindi in pratica, senza che se ne chiariscano le motivazioni, l'Università di Catania viene fatta fuori dal corso di laurea in infermieristica che, a naso, qualche interesse pubblico, ed anche "commerciale", dovrebbe suscitarlo.
Alla fine della saga, il 16 gennaio, ultimo giorno utile per poter presentare la richiesta di accreditamento al ministero, si riunisce la giunta regionale siciliana presieduta dal presidente Renato Schifani e, su proposta dell'assessore alla Salute Giovanna Volo approva il protocollo d'intesa tra la Regione Siciliana e l'università privata Humanitas per la realizzazione di un corso di laurea in infermieristica: l'Università pubblica di Catania è letteralmente scomparsa, o meglio, "espunta" come scrivono sibillinamente loro.