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Il direttore generale ASP Catania Maurizio Lanza ci aveva querelati: e hanno perso lui e l'ASP

11-09-2023 07:30

Pierluigi Di Rosa

Cronaca, Focus, Sanità, covid spese & C., Laterale,

Il direttore generale ASP Catania Maurizio Lanza ci aveva querelati: e hanno perso lui e l'ASP

E si erano anche opposti alla richiesta di archiviazione. Bah...

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Il dott. Maurizio Lanza, un altro dei top manager locali, ci ha denunciati più volte: in quanto persona fisica, assistito dall'avvocato Franco Passanisi, ed anche in nome e per conto dell'ASP di Catania, scegliendo per questa l'avvocato Ornella Valenti.

 

Trovando così il modo di trascinare l'istituzione pubblica sanitaria in una vicenda giudiziaria in cui, semmai, poteva essere essa stessa parte lesa, ma al contrario: per come è gestita. E chissà che un giorno…

 

Sudpress è stato difeso, ancora una volta vittoriosamente, dall'avvocato Emanuela Fragalà, impegnata sin dalla fondazione di questo “giornale corsaro” a far da argine con la sua straordinaria competenza e lucidità processuale alle continue aggressioni giudiziarie che subiamo per il solo fatto che non rinunciamo a raccontare quello che combinano i titolari pro tempore di poteri di gestione di fondi pubblici.

 

Per inciso, abbiamo già dato mandato per valutare le azioni penali per la calunnia patita e civili per i relativi danni causati dall'aver dovuto subire un procedimento ingiusto e probabilmente temerario.

 

Troppo spesso subiamo azioni giudiziarie dal chiaro intento intimidatorio, in alcuni casi veri e propri stalking che non esiteremo a far valere, finalizzate ad impedirci di informare la pubblica opinione di fatti assolutamente veri e di un modo di gestire interessi pubblici che meriterebbero molto più che inchieste giornalistiche.

 

Tornando al dott. Maurizio Letterio Lanza, protagonista di questa doppia denuncia, la cronaca si è occupata in passato di lui per il curioso caso di essere stato condannato nel 2015 in via definitiva dalla Corte dei Conti per aver causato danno erariale in qualità di direttore amministrativo all'ASP di Catania e nonostante questo, forse per premio, venire nominato nel 2018 presso la stessa ASP che aveva danneggiato prima commissario straordinario, poi direttore generale e ancora commissario straordinario. 

E insomma, la gestisce dal 2018, tanto per dire: mettono a capo di un ente pubblico lo stesso che gli ha causato un danno. Bah.

 

Inoltre, altro curiosissimo caso: mentre è al vertice dell'ASP di cui sopra, Lanza partecipa ad un interpello indetto dal Comune di Catania per la nomina di un dirigente a tempo indeterminato, viene scelto, non si sa tra quanti concorrenti, ma non prende mai servizio e dal gennaio 2023 risulta in aspettativa in attesa che finisca il suo incarico all'ASP di Catania.

 

Nella delibera n.3 del 3 gennaio 2023 del Comune di Catania infatti si legge: "Con provvedimento n. 03/917 del 29.12.2022 il Dott. Maurizio Letterio Lanza, nato a XXX, a seguito di mobilità esterna, è stato iscritto nei ruoli dell’Ente a decorrere dal 01.01.2023.

Con decreto dell’Assessore alla Salute della Regione Sicilia n. 53/2022 del 29 dicembre 2022, il dott. Maurizio Letterio Lanza è stato nominato Commissario Straordinario dell’Azienda Snitaria Provinciale di Catania con decorrenza dal giorno 1 gennaio 2023 e fino alla nomina dei nuovi Direttori Generali;

Con istanza del 30 dicembre 2022, introitata a prot. n. 2327 del 03.01.2023, il dott. Maurizio Letterio Lanza ha chiesto di essere collocato in aspettativa, ai sensi dell’art. 3 bis, comma 11, del D.lgs 502/1992 stante la proroga dell’incarico di Direttore Generale dell’ASP Catania;

Che la suddetta proroga decorre dal 01.01.2023 e fino nomina dei nuovi Direttori Generali".

 

Quindi, come detto, non ha mai preso servizio, stanno ancora aspettando tutti lui al Comune di Catania, chissà perché lo hanno fatto quell'interpello per mobilità esterna, evidentemente tanto bisogno non c'era, a parte il fatto di tenere in caldo un posto, evidentemente.

 

Resta il dubbio, quindi, del perché il Comune di Catania abbia scelto un dirigente che non poteva prendere servizio, ma questa è un'altra storia.

 

Allora, dicevamo che il dott. Lanza ci ha querelati. Due volte.

 

Si è sentito leso nella sua immagine personale ed ha dato incarico all'avvocato Franco Passanisi che il 16 luglio 2021 ha depositato querela a titolo personale.

 

Poi ci avrà pensato ed ha deciso che era lesa anche l'immagine dell'ASP di Catania e quindi nella qualità di direttore generale, cioè con i soldi pubblici dell'ente sanitario, ha dato incarico all'avvocato Ornella Valenti che la querela l'ha depositata il successivo 21 luglio 2021.

 

E hanno perso, tutti quanti.

 

La doppia querela nasce per un intervento del 30 aprile 2021 su PrimaTV a cura di Sicra Press ospiti della trasmissione L'Informazione Raccontata diretta da Umberto Teghini con Lucy Gullotta.

 

Ospite anche il professore Ignazio Vecchio, cattedratico dell'Università di Catania al quale ne stanno facendo di tutti i colori, all'Università intendo, ma anche questa è un'altra storia e la racconteremo a tempo debito. 

 

Il professore Vecchio è un altro che non le manda a dire e i contenuti di quella trasmissione, durata circa 30 minuti, sono di una certa rilevanza, chi ha voglia e interesse per le cose catanesi non sprecherebbe tempo a vederla, come anche a scorrere gli articoli che pubblichiamo in calce e che rappresentano in maniera documentale una gestione incredibile di affari pubblici.

Le querele contro SudPress e contro il prof. Ignazio Vecchio, difeso anche lui vittoriosamente dagli avvocati Silvio Aliffi e Katia Iemulo del Foro di Siracusa, Vengono vengono affidate al Sostituto Procuratore Magda Guarnaccia, che in data 24 gennaio ne richiede l'archiviazione.

 

Scrive il PM: "Il video oggetto delle lagnanze della persona offesa, allegato agli atti ed attentamente visionato dallo scrivente Pubblico Ministero, dura più di trenta minuti nel corso dei quali il conduttore televisivo concede la parola prima al prof. VECCHIO Ignazio e successivamente al dott. DI ROSA Pierluigi. L'argomento principale della puntata, evidenziato dalle scritte in sovra impressione è quello dei vaccini domiciliari ai soggetti fragili eseguiti dall'ASP di Catania, per i quali il costo unitario viene ritenuto 'esorbitante',

In realtà, un attento ascolto del video consente di verificare che entrambi gli ospiti benché espressamente invitati dal conduttore ad esprimersi in relazione all'argomento della puntata - si siano dilungati nel commentare in maniera ben più ampia e generica la gestione della cosa pubblica sotto l'aspetto sanitario, facendo più volte riferimento tanto all'ambiente universitario, quanto alla classe politica, sottolineando la inadeguatezza del sistema e dei suoi attori.

Tanto premesso, valutati tutti gli atti del procedimento e, dopo aver attentamente visionato il video ritenuto offensivo della onorabilità e reputazione del dott. LANZA Maurizio Letterio, si ritiene che non sussistano sufficienti elementi per sostenere l'accusa in giudizio, posto che le espressioni dallo stesso ritenute diffamatorie, devono essere considerate quale legittimo esercizio del diritto di cronaca e manifestazione del pensiero di cui all'art. 21 Cost."

 

E ancora: "Ricorrono infatti, nel caso in esame, tutti gli elementi della scriminante sopra menzionata; l'interesse pubblico alla divulgazione della notizia, la verità della stessa e la forma civile dell'esposizione. Relativamente alla verità della notizia, si ribadisce come gli indagati, benché chiamati ad esprimere la propria opinione in relazione all'argomento scelto per la puntata abbiano manifestato genericamente le proprie idee in relazione alla gestione della sanità pubblica. In tale contesto gli stessi hanno in alcune occasioni usato espressioni segnalate dalla persona offesa in querela, senza che però le stessi risultassero immediatamente riconducibili a quest'ultima, esprimendo un forte disappunto che certamente è apparso agganciato ad elementi di verità e di grande

preoccupazione per la collettività. Con riferimento all'esposizione in forma civile, occorre sottolineare come gli indagati sia pur impiegando espressioni colorite e non troppo diplomatiche - abbiano commentato fatti di attualità, dando voce al comune sentire, senza mai scadere in scurrilità inescusabili.Alla luce dei parametri interpretativi sopra evidenziati, risulta evidente come non possibile attribuire a LANZA Maurizio Letterio la qualifica di persona offesa relazione alle espressioni ritenute dallo stesso diffamatorie.

Più in particolare, la genericità e la equivocità delle dichiarazioni rese dagli indagati nel corso della trasmissione, non permettono di ricondurre in maniera chiara ed univoca lamentele degli stessi alla volontà di rappresentare pubblicamente una condotta negligente o addirittura illegittima da attribuire ad una persona ben determinata, men che meno a LANZA Maurizio Letterio, il cui intimo convincimento di essere l'effettivo destinatario delle offese, non rileva quale elemento utile a valutare la consumazione del delitto di diffamazione.

Alla luce delle considerazioni appena svolte, la notizia di reato è da ritenersi infondata."

 

Da qui la richiesta di archiviazione presentata al GIP, cui però fanno opposizione con due distinti atti l'avvocato Franco Passanisi su mandato della persona fisica Maurizio Lanza e l'avvocato Ornella Valenti su mandato del top manager Maurizio Lanza per conto dell'ASP di Catania e con i suoi soldi pubblici.

 

Il fascicolo arriva quindi alla decisione del Giudice per le Indagini Preliminari Chiara Di Dio Datola che accoglie le valutazioni del Pubblico Ministero e ne dispone la definitiva archiviazione.

 

Scrive il Giudice Di Dio Datola: “ Appaiono condivisibili le argomentazioni del PM contenute nella richiesta di archiviazione in quanto, come si desume dalla visione del video, ”gli indagati benché chiamati ad esprimere la propria opinione in relazione all'argomento scelto per la puntata, abbiano manifestato genericamente le proprie idee in relazione alla gestione della sanità pubblica."; rilevato quanto al Vecchio, che lo stesso, in un lungo intervento, elogiando l'operato del Di Rosa e muovendo dalle notizie pubblicate dal suo giornale, formula aspre critiche nei confronti della gestione della cosa pubblica in diversi ambiti, (porcai istituzionali all'interno dell'Università, al comune e nell'ASP), critiche che, ad avviso di questo decidente, non hanno carattere diffamatorio né nei confronti del Lanza né nei confronti dell'ASP della quale era diretttore generale in quanto ciò che si coglie dal complessivo contenuto dell'intervento è una severa critica all'operato dei vertici delle varie istituzioni, e, quindi, anche nei confronti del Lanza, protagonista di un particolare ed inedito momento storico, ovvero quello dell'emergenza covid, ove la spesa pubblica sanitaria era sicuramente esosa e fonte di critica da parte dell'intera collettività."

 

Prosegue il Giudice: “quanto al Di Rosa, l'espressione censurata (si è superato il limite della decenza…qui si fanno le operazioni esclusivamente per rubare, basti pensare come si fanno all'ASP di Catania una serie di affidamenti incredibili per telefono, per mail, senza alcuna indagine di mercao) deve essere letta nell'ambito del contesto storico-temporale al tempo esistente, ovvero quello legato all'emergenza covid, ove, seppur nel rispetto della legalità, si è certamente derogato alle ordinarie regole di affidamento da parte degli Enti coinvolti e, in tale contesto, l'espressione che potrebbe apparire, se letta acriticamente, come diffamatoria, (”qui si fanno le operazioni esclusivamente per rubare") perde consistenza nel contesto dell'intervento del Di Rosa."

 

Il Giudice ritiene quindi  che “le espressioni censurate negli atti di opposizione non hanno carattere diffamatorio in quanto esse costituiscono espressione del diritto di critica su fatti e circostanze che trovano riscontro in una corretta e veritiera ricostruzione della realtà fattuale (quanto ai rilevanti costi sostenuti dall'ASP, la quale, peraltro, nell'atto di opposizione, non ha contestato tale dato ma ne ha giustificato la ragione) e su dati la cui veridicità non è contestata in sede di opposizione (si pensi alle critiche mosse dal Di Rosa rispetto alla scelta del Lanza quale direttore generale dell'ASP di Catania nonostante la condanna da parte della Corte dei Contiper ”nomine illegittime").

 

E ancora: “Non può sostenersi che la critica attenga ad una ricostruzione volontariamente distorta della realtà, preordinata esclusivamente ad attirare l'attenzione negativa degli spettatori sul conto del Lanza e dell'intera ASP per screditarne l'immagine, considerato che in tema di diffamazione, l'esimente del diritto di critica postula una forma espositiva corretta, strettamente funzionale alla finalità di disapprovazione e che non trasmodi nella gratuita ed immotivata aggressione dell'altrui reputazione, ma non vieta l'utilizzo di termini che, sebbene oggettivamente offensivi, hanno anche il significato di mero giudizio critico negativo di cui si deve tenere conto alla luce del complessivo contesto n cui il termine viene utilizzato(in questo senso deve eleggersi l'espressione ”affarista" rivolta dal Vecchio al Lanza)."

 

Da qui l'archiviazione e la presa d'atto che le nostre critiche sono evidentemente ancora insufficienti se ci troviamo sempre la stessa gente a saltare da un incarico all'altro, addirittura incredibilmente assunti già in aspettativa e attesi col posto tenuto in caldo,  con i risultati che tutti conosciamo.

 

E noi continuiamo a subire decine di processi, intentati da personaggi improbabili che invece permangono a percepire indennità pubbliche da centinaia di migliaia di euro. Anche qui con i risultati che tutti conosciamo.

 

Catania è una città sempre più assurda.

 

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