Premessa che faremo sempre, almeno sino a che non sarà risolto il problema: del porto di Catania ci si occupa troppo poco e bisogna che si cominci a farlo, a partire dall'amministrazione comunale che deve svolgere un ruolo più incisivo a tutela degli interessi della città.
Come sia ridotta questa strategica infrastruttura lo abbiamo già descritto in precedenti articoli, e lo abbiamo mostrato con video, quindi niente chiacchiere.
Veniamo alla vicenda di cui ci si occupa oggi: è estremamente complessa e delicata, dicevamo, e quindi ci limitiamo ad accennarla per approfondirla prossimamente.
Ce ne occupiamo oggi perché proprio questo pomeriggio, alle 17, sarà discussa come unico punto all'ordine del giono, in una seduta straordinaria del consiglio comunale di Augusta, città che al contrario di Catania alle cose del suo porto è molto attenta.
Nel cuore dell'isola siciliana, nella zona augustana di Punta Cugno, sembra si stia pianificando una controversa situazione con l'affidamento a gestori palermitani del monopolio dei servizi portuali nientemeno che per un quarto di secolo, 25 anni.
Si tratta di un project financing presentato dalla OSP di Palermo, insieme a quattro piccole società locali, che prenderanno il controllo dei "servizi di interesse generale" a Punta Cugno, compresi quelli che riguardano l'industria e il commercio.
Un ambizioso progetto che si estenderà anche alla nuova stazione marittima di Catania, progettata per accogliere il crescente afflusso di crocieristi.
L'interesse finanziario in gioco è considerevole, con un fatturato annuale di quasi 13 milioni di euro solo per i servizi, di cui 6,7 milioni saranno finanziati dalla stessa Port Authority.
Quindi la gran parte degli investimenti e costi saranno a carico dell'autorità pubblica, mentre i ricavi…???
Il progetto è stato presentato dalla Osp di Palermo, presieduta da Giuseppe Todaro, il medesimo uomo d'affari chiamato dal sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, per guidare la partecipata Rap, responsabile della raccolta dei rifiuti nel capoluogo e della gestione della discarica di Bellolampo, oltre alla manutenzione delle strade palermitane.
Questa società, gestita da Todaro, ha già ottenuto l'esclusiva nei porti nord-occidentali dell'isola, dopo una gara in cui era l'unico partecipante e proponente.
Ora, il progetto mira a coprire TUTTI i servizi "non strettamente connessi alle operazioni portuali" nell'ambito dell'Adsp Sicilia orientale, guidato da un consorzio che include le aziende Patania Srl ed Ecolsicilia, con legami alla famiglia dell'assessore comunale al Porto, Tania Patania. Circostanza questa che ha scatenato ulteriori polemiche in considerazione dell'evidente conflitto d'interesse.
Il consorzio coinvolge anche cooperative etnee specializzate nello smaltimento dei rifiuti, come Green Service e La Portuale II.
La situazione ha suscitato perplessità e preoccupazioni, poiché il presidente dell'Autorità di sistema, Francesco Di Sarcina, ha emesso un decreto il 31 luglio, poi integrato il 11 agosto con una "correzione di errore materiale" che ha suscitato più domande di quelle a cui ha risposto.
I decreti appaiono pasticciati perché nel secondo viene effettuata una “correzione materiale” che invece appare più che sostanziale.
Nel primo decreto presidenziale, 77 del 31 luglio , quello che dichiara l'ammissibilità e la “convenienza pubblica” del progetto, è contenuta l'affermazione che sarebbe stato “acquisito il parere favorevole del Comitato di grestione”
In realtà, a quanto pare, non ci sarebbe alcun parere favorevole del Comitato di Gestione, e infatti viene emanato un successivo decreto presidenziale, 84 dell'11 agosto, che sostituisce l'acquisito con un più generico “informato”, come si trattasse di quisquilia concedere tutti i servizi generali per 25 anni:
Vabbè, bazzecole dicevamo.
Secondo il decreto, il presidente ha l'autorità su tutte le competenze non attribuite dalla legge ad altri organi dell'Autorità di sistema portuale. Questo ha permesso a Di Sarcina di procedere con una proposta che è stata presentata sei mesi dopo la sua nomina. Tuttavia, il decreto stesso menziona le "interlocuzioni pregresse" con il proponente, che risalgono al novembre 2022, sollevando interrogativi sul processo decisionale.
L'Autorità portuale ha proceduto con l'iter, ma il progetto ha sollevato dubbi tra gli imprenditori locali, soprattutto a causa della mancanza di chiarezza sulle attività monopolizzate. Queste includono servizi di pulizia e raccolta rifiuti, servizi idrici per le navi e servizi di manutenzione portuale. Il prospetto economico complessivo delle utility ammonta a 12,7 milioni di euro all'anno, di cui 6,7 milioni sono coperti dall'Autorità, ma le implicazioni finanziarie per il futuro sono ancora incerte.
L'organizzazione rappresentativa del settore, Unionports Maritime Cluster, si è dichiarata fortemente contraria e sta conducendo una vera e propria battaglia contro quello che si annuncia come un vero e proprio monopolio dei servizi portuali a terra.
L'associazione ha preso posizione contro il progetto, denunciando la complicità dell'amministrazione comunale e chiedendo una revisione del percorso.
Questo ha portato a una crescente tensione tra il sindaco e gli imprenditori locali.
Inoltre, il fatto che il proponente avrebbe il diritto di prelazione in caso di offerte equivalenti solleva ulteriori preoccupazioni sulla concorrenza effettiva in questo contesto.
L'associazione sta ora cercando il sostegno della deputazione nazionale per esaminare la compatibilità del progetto con il codice della navigazione e il nuovo codice degli appalti.
La questione è se si possa davvero parlare di libero mercato quando un'autorità pubblica cede il proprio ruolo a gruppi monopolistici di privati.
In questo scenario, Punta Cugno, una volta conosciuta come la "Città dei due porti", potrebbe essere destinata a perdere parte della sua identità portuale fino alla metà del secolo, mentre la comunità imprenditoriale locale si mobilita per difendere i propri interessi e il controllo pubblico del porto.
La situazione è in continua evoluzione e le polemiche si intensificano, gettando un'ombra di incertezza sul futuro di Punta Cugno e dei suoi porti.
Vedremo cosa accadrà questo pomeriggio in consiglio comunale ad Augusta e ve ne daremo conto, mentre confidiamo che analoga seduta straordinaria possa essere convocata dal consiglio comunale di Catania, che magari farebbe bene a cominciare ad occuparsi un pò di più di quanto accade all'interno del “nostro” porto.
Magari prima che diventi definitivamente “loro”.
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