In Italia, la lotta contro il fumo e la prevenzione delle malattie veneree continua a essere un campo di battaglia per la salute pubblica, con uno sguardo preoccupante verso la Sicilia e, in particolare, Catania, dove i dati mostrano un allarmante incremento di tali patologie.
È in questo scenario che il Coehar, centro di ricerca multidisciplinare che studia soluzioni scientifiche innovative per la riduzione del danno da fumo, guidato per altri 4 anni dal professore Giovanni Li Volti, ordinario di Biochimica presso il Biometec di Catania, si posiziona come punto di riferimento nella ricerca scientifica e nella lotta per un futuro più sano.
Nonostante i progressi compiuti, il tabagismo in Italia rimane una piaga, con oltre ogni 80.000 morti l’anno a causa della sigaretta, di questi 60.000 a causa di patologie tumorali e 20.000 cardiovascolari.
Il compito del Cohear è proprio quello di sensibilizzare i giovani su queste tematiche in particolare diffondendo la cultura della “riduzione del rischio”. Obiettivo prefissato dal prof. Li Volti.
Negli ultimi 4 anni con il Coehar hanno attivato una rete con le scuole di Catania e del comprensorio per parlare di dipendenza, prevenzione e come riuscire a smettere di fumare. In questo percorso è fondamentale avere un supporto disciplinato non solo di tipo clinico e farmacologico ma anche con un team esperti come ad esempio psicologi.
Al Policlinico di Catania esiste un centro adatto a questo percorso il cui accesso è gratuito e che fa parte del sistema sanitario nazionale.
Chiunque può essere eseguito con un approccio multidisciplinare.
Ma Catania, purtroppo, primeggia in statistiche meno lusinghiere anche nell’ambito delle malattie veneree con un incremento del 2% nei casi di HIV rispetto al 2019 nell’età compresa tra i 14 e 15 anni, e una prevalenza significativa di diagnosi di sifilide.
Quella etnea è la provincia italiana più colpita insieme a Roma Torino e Milano con circa 500 nuovi casi di HIV diagnosticati ogni anno, mentre vi si registrano la metà di tutti i casi di sifilide individuati in Sicilia: numeri che sottolineano la necessità di una prevenzione e di una sensibilizzazione più efficaci.
Risposta che cerca di dare il Coehar nella sua attività quotidiana ramificandosi come detto su più fronti.
Professore Li Volti, quanto è importante l'educazione sanitaria nelle scuole?
“Fondamentale. È il terreno su cui seminare la consapevolezza per un domani senza fumo e malattie prevenibili. Iniziamo a costruire da qui, dalle giovani generazioni.
Quali sono le ricerche più promettenti per contrastare gli effetti del fumo e delle sostanze?
“Le strategie di riduzione del rischio e le tecnologie innovative, come i dispositivi di monitoraggio biometrico, stanno aprendo nuove strade nella lotta contro le dipendenze”.
Come si combattono queste sfide a livello di politiche pubbliche? Vi sentite supportati?
“Purtroppo non abbiamo accanto le istituzioni che ci supportano, facciamo da soli. Pensate che abbiamo addirittura realizzato sui muri della circonvallazione di Catania un murales che dice “fumare fa male” e che mostra il mondo di chi fuma in bianco e nero fatto di malattie e di tristezza mentre chi non fuma ha un mondo a colori fatto di gioia e allegria. Ci auguriamo che questo messaggio sia chiaro e possa fare da pungolo per i ragazzi, però non possiamo smettere di andare a fare il porta a porta nelle scuole. E come abbiamo fatto per il tabagismo così faremo quest’anno anche per le malattie sessualmente trasmissibili”.
Quanto alle malattie veneree, anche i genitori devono fare la loro parte.
“È imperativo integrare l'educazione sessuale nei programmi scolastici e supportare le famiglie in questo compito.
Il papà oltre che dare la paghetta settimanale al proprio figlio/a deve anche invitarlo ad acquistare il preservativo e avere rapporti protetti e sicuri.
Le collaborazioni internazionali poi potenziano la nostra ricerca e i messaggi chiave da comunicare sono appunto "protezione e prevenzione”.
Con l'impegno del Professor Li Volti e del Coehar, ci si prepara quindi a portare nelle scuole iniziative di sensibilizzazione, con l'obiettivo di ridurre il rischio e di informare i giovani sui pericoli del tabagismo e delle malattie sessualmente trasmissibili con il sostegno di altri esperti, come gli infettivologi tra cui il professore Bruno Cacopardo o Giuseppe Nunnari, per citarne alcuni, ginecologi e dermatologi che spesso sono i primi a fare la diagnosi di questo tipo di malattie.
Occorre un dialogo aperto e senza pregiudizi con i giovani, attraverso la forza della scienza, dell’educazione e della prevenzione.