Stefania Coco Scalisi è una delle nuove penne più brillanti del panorama letterario italiano.
Siciliana di nascita, ha sempre coltivato una passione viscerale per la scrittura, che l'ha portata a esplorare vari campi del mondo culturale.
Con la narrativa ha trovato la sua vera voce, capace di intrecciare ironia, mistero e una profonda osservazione della realtà.
Il suo nuovo romanzo, “Un’insopportabile donna morta” è un irresistibile mix di giallo e commedia nera.
Ambientato in un condominio italiano apparentemente ordinario, il libro svela un microcosmo di tensioni, segreti e piccole crudeltà quotidiane.
Tutto ha inizio con la misteriosa morte della vedova Calvi, una donna dal carattere arcigno e temuto da tutti i condomini.
Ma quella che potrebbe sembrare una semplice indagine su un decesso si trasforma rapidamente in un’esplorazione delle dinamiche umane, dei conflitti latenti e delle ipocrisie che animano la vita di comunità.
Abbiamo avuto il piacere di intervistare Stefania per Sudpress, dove ci ha svelato i retroscena della creazione di questo libro affascinante, un viaggio tra ironia e mistero.
Stefania, “Un’insopportabile donna morta” si apre con una scena che, nonostante il suo dramma, riesce a strappare un sorriso. Da dove è nata l’idea di un incipit così originale?
“L’ispirazione è venuta dall’osservazione delle piccole assurdità della vita quotidiana. Volevo che la morte della vedova Calvi, un personaggio rigido e antipatico, fosse l’occasione per rivelare l’ironia della sorte e il lato grottesco della realtà. La sua fine teatrale è quasi una rivincita della vita, che smonta il suo rigoroso controllo con una situazione al limite del surreale”.
Il condominio dove si svolge la storia è un microcosmo complesso, con personaggi tanto bizzarri quanto realistici.
Quanto c’è di vero in queste rappresentazioni?
“Tantissimo. Ogni personaggio è costruito su osservazioni della realtà, anche se chiaramente esasperati per enfatizzare le dinamiche di convivenza. Il condominio diventa un palcoscenico, dove ognuno recita la propria parte in una commedia umana fatta di piccoli drammi e grandi tensioni. Volevo che i lettori si riconoscessero in questi personaggi, pur sorridendo delle loro eccentricità”.
Il tuo romanzo è ricco di dialoghi frizzanti e taglienti. Quanto sono stati importanti per lo sviluppo della storia?
“I dialoghi sono stati cruciali. Attraverso di essi, ho potuto esplorare le dinamiche interpersonali e svelare i veri volti dei personaggi. In un condominio come quello che descrivo, le parole diventano armi, strumenti di potere e rivelazione. Ogni battuta è pensata per aggiungere tensione, far emergere rancori o semplicemente svelare la verità dietro la facciata”.
“Un’insopportabile donna morta” è un romanzo che fa riflettere ma anche divertire, giocando con il contrasto tra il dramma e la leggerezza, tra il mistero e il sorriso.
Lo abbiamo raccontato nel corso di una piacevole chiacchierata in cui non sono mancati spunti di riflessione.