Ma se è tutto vero quello che scriviamo, com'è possibile che…
L'interpellanza del deputato Anthony Barbagallo ha sollevato questioni scottanti sulla gestione e privatizzazione dell'aeroporto di Catania.
Tuttavia, il Ministro Urso ha deciso di non presentarsi in aula, delegando il sottosegretario Ferrante a rispondere in sua vece.
La risposta di Ferrante si è rivelata, secondo molti osservatori, inadeguata e poco trasparente, lasciando molte delle domande fondamentali senza una vera soluzione e provocando la replica molto dura del deputato interpellante Anthony Barbagallo che si è dichiarato del tutto insoddisfatto dell'atteggiamento assunto sulla delicata questione dal governo Meloni.
Il contesto dell'interpellanza: il caos nella gestione della Camera di Commercio del Sud Est e della SAC Spa
Ritardi e confusione nella privatizzazione della SAC Spa
Il deputato Anthony Barbagallo, rappresentante del Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista, ha portato all'attenzione dell'aula una situazione preoccupante riguardante la Camera di commercio del Sud-Est Sicilia e la SAC Spa, società che gestisce gli aeroporti di Catania e Comiso.
La Camera di commercio, che controlla oltre il 60% della SAC Spa, aveva autorizzato la vendita delle quote di maggioranza oltre due anni fa, stabilendo come base d'asta un valore di un miliardo di euro e indicandone la conclusione entro 60 giorni.
Tuttavia, a oltre due anni dall'autorizzazione, il bando di gara non è ancora stato pubblicato, lasciando spazio a numerosi dubbi e sospetti.
Barbagallo ha accusato il commissario straordinario, nominato dalla regione, di gestire la Camera di commercio con decisioni ambigue e controverse.
Dopo aver avviato la procedura di rinnovo degli organi camerali, il commissario l'ha poi revocata senza spiegazioni convincenti, lasciando la Camera di commercio in un limbo amministrativo e influenzando negativamente la privatizzazione della SAC Spa.
Il Ministro Urso si sottrae al confronto, il sottosegretario Ferrante fornisce risposte vaghe
La risposta del sottosegretario Ferrante: insufficiente e generica
Ha
La risposta alle domande di Barbagallo è stata affidata al sottosegretario Tullio Ferrante, il quale si è limitato a leggere un documento formale che non affrontava nel dettaglio le questioni poste.
Ferrante ha menzionato l'intervento della Corte Costituzionale e il successivo contenzioso amministrativo, ma non ha fornito alcuna risposta concreta sulle motivazioni dei ritardi nella pubblicazione del bando di gara per la vendita della SAC Spa.
Inoltre, il sottosegretario ha affermato che la regione ha chiesto aggiornamenti sullo stato delle procedure, ma senza fornire una tempistica chiara.
Ferrante ha anche smentito che la giunta camerale avesse fissato una base d'asta di un miliardo di euro, sostenendo che il valore della società fosse ancora in fase di valutazione.
Una dichiarazione che è stata accolta con scetticismo da Barbagallo e dai suoi sostenitori, dato che nel 2020 era stato comunicato un valore preciso.
La controrisposta molto dura di Barbagallo: indignazione e richiesta di chiarezza
Barbagallo denuncia il silenzio del Governo e dei soci pubblici, in particolare del sindaco metropolitano Enrico Trantino protagonista di un mai chiarito volta faccia
Barbagallo ha espresso la sua insoddisfazione per la risposta ricevuta, accusando il Governo di voler evitare di affrontare seriamente la questione e di sottrarsi alle proprie responsabilità.
Ha sottolineato come il tira e molla del commissario straordinario sulla pubblicazione del bando di gara abbia permesso al centrodestra di mantenere il controllo politico della SAC, con l'intento di lottizzare i posti chiave della società per meri interessi di partito.
Barbagallo ha anche denunciato il silenzio di alcuni dei protagonisti della querelle SAC.
In particolare il sindaco Metropolitano di Catania Enrico Trantino, che con il comune controlla il 14% del capitale sociale, aveva ufficialmente chiesto le dimissioni del CdA ed annunciato sia in consiglio comunale che in assemblea dei soci l'attivazione di iniziative giudiziarie a tutela degli interessi pubblici che dovrebbe rappresentare: NON SE N'È SAPUTO PIÚ NIENTE, salvo qualche photo-opportunity in occasione di bizzarre inaugurazioni di salette varie e improbabili centenari che farebbero pensare ad un repentino cambio di “prospettiva”.
Ma torniamo all'interpellanza.
Il deputato catanese ha anche denunciato il deterioramento dei servizi dell'aeroporto di Catania, evidenziando il drastico peggioramento della qualità del servizio, i ritardi negli imbarchi, e l'aumento dei costi dei parcheggi, senza alcuna giustificazione plausibile.
Ha accusato i soci pubblici, come il comune di Catania, di essere rimasti inerti di fronte a tali problematiche, permettendo un aumento delle tariffe del 50% per la sosta breve senza protestare.
Il silenzio sui fondi e la preoccupazione per il futuro dell'aeroporto
Barbagallo ha inoltre messo in dubbio le dichiarazioni del sottosegretario Ferrante sugli investimenti effettuati per migliorare gli scali di Catania e Comiso.
Ha richiamato l'attenzione su un dato fornito da ENAC, che ha rivelato che la SAC ha effettuato solo il 6% degli investimenti previsti per gli scali, una cifra che dipinge un quadro allarmante sull'effettiva capacità gestionale della società.
Per concludere, Barbagallo ha ribadito l'importanza di garantire trasparenza e ha minacciato di trasmettere gli atti alla Corte dei Conti per verificare se vi siano state irregolarità e responsabilità amministrative in questo lungo e travagliato processo di privatizzazione.
Molto grave l'assenza del Ministro Urso
L'assenza del Ministro Urso rappresenta un segnale negativo verso i cittadini siciliani e l'intero sistema aeroportuale italiano, ancor di più per il fatto che si tratta di un esponente politico catanese, che avrebbe dovuto sentire il preciso dovere di rispondere personalmente a questioni così delicate e così importanti per il territorio.
Evitare il confronto diretto su una questione di tale rilevanza è un comportamento che non può passare inosservato.
La gestione della Camera di Commercio del Sud Est, politicamente commissariata da quasi due anni, e la privatizzazione dell'aeroporto di Catania, un'infrastruttura chiave per il Mezzogiorno, meritano attenzione e chiarezza, e la risposta evasiva del sottosegretario Ferrante non ha certo aiutato a rassicurare i cittadini sulla buona gestione di questa operazione.
Il silenzio del Governo, insieme all'apparente disinteresse dei soci pubblici, rischia di compromettere il futuro dell'aeroporto e, con esso, le prospettive economiche e turistiche di un'intera regione.
La Sicilia merita di meglio: merita risposte chiare, azioni concrete e una gestione trasparente delle proprie infrastrutture strategiche.
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Nella denuncia hanno sostenuto che "gli atti erano stati secretati per tutelare il processo di privatizzazione in virtù del principio di libera concorrenza."
E noi ridiamo!