Ma se è tutto vero quello che scriviamo, com'è possibile che…
Lo avevamo promesso nel precedente articolo, quando abbiamo dato notizia dell'ennesima indigeribile, ed in quel caso anche abbastanza inspiegabile, passerella.
Un articolo, detto per inciso, che ha provocato una reazione di sicuro interesse pubblico, esempio plastico di cosa accade a Catania e del livello di quella che dovrebbe essere una classe dirigente: ci torneremo perché è una notizia gustosa, a fiori.
Avevamo promesso, si diceva, che avremmo scovato il “master plan dell'aeroporto di Catania”, quello senza cifre e senza cronoprogramma, costato alle casse della società pubblica SAC centinaia di migliaia di euro e che si trascina stancamente almeno dal 2014, un decennio in cui i passeggeri sono praticamente raddoppiati rimanendo costretti in strutture mai adeguate.
A dover controllare, a parte la Camera di Commercio del Sud Est che ben conosciamo, anche quell'ENAC i cui massimi dirigenti adesso si trovano coinvolti nell'affaire “Lampedusa” di cui abbiamo scritto con grande anticipo rispetto agli esiti giudiziari di questi giorni e su cui, ovviamente, ritorneremo a breve perché potrebbe essere il classico sassolino che…
Ma torniamo al “Master Plan 2030”, già il nome fa ridere visto che praticamente ci siamo già arrivati senza che abbiano fatto niente a parte spenderci soldi.
E infatti, abbiamo già pubblicato l'avviso in Gazzetta Ufficiale che già nel 2015 parlava di “aggiornamento”, segno che già doveva esserci qualcosa di precedente, e infatti il titolo citava il periodo “2013-2030”: poiché sono passati oltre 10 anni non si trova niente sulle fonti aperte e noi non abbiamo 20 mila euro da spendere per incaricare qualche investigatore privato: anche su questo torneremo visto che ne abbiamo già scritto in tempo non sospetti e proprio in questi giorni torna drammaticamente d'attualità per la rete di spioni sgominata dalla procura di Milano.
Ecco l'avviso per l'"aggiornamento" del master plan 2013-2030 appaltato nel 2015 con base d'asta 535 mila euro. IVA esclusa ovviamente.
Oltre a questo avviso del 2015 con la base d'asta a 535 mila euro, abbiamo trovato altri atti.
Nel 2021 l'ennesimo affidamento diretto da quasi 100 mila euro per la redazione PUT - Procedimento approvazione Masterplan.
Dovrebbe essere qualcosa a proposito del Piano Urbano Territoriale collegato al Masterplan, ma non ne abbiamo trovato traccia.
Settembre 2023 viene pubblicato un affidamento diretto, tanto per cambiare, da oltre 15 mila euro ad un geologo per fare qualcosa di non specificato sempre nell'ambito dell'ennesimo aggiornamento del solito masterplan 2013 (sic) - 2030 (sicsic)
Insomma, quanto costerà alla fine questo benedetto Master Plan forse non si riuscirà a capire mai, magari non quanto quello dello Stretto di Messina ma è una bella gara.
Siamo alle soglie del 2025, dal 2013 di anni ne sono passati quasi 12, quanti gli anni che ci ha messo il top manager Nico Torrisi a conseguire la laurea quadriennale in economia, vedi il caso, ed alla scadenza del 2023 ne mancano appena 5 e ancora girano le varie chiese accondiscendenti con i soliti disegnini.
Nel frattempo si apprende che lo scalo etneo è il terzo in Europa per crescita di passeggeri, abbondantemente oltre i 10 milioni e quella che potrebbe apparire una buona notizia è al contrario la più drammatica delle prove della inadeguatezza di una governance che non ha fatto praticamente nulla in un decennio di quanto prescritto dalle norme di concessione, nell'assoluta inerzia dei vari organi di controllo, quello analogo della Camera di Commercio e quello governativo dell'ENAC che adesso è impegnato a spiegare cosa è accaduto a Lampedusa.
Nel frattempo, come promesso, ecco il famigerato “Masterplan 2013-2030” con l'ultimo aggiornamento REV-01 che risulta agli atti del Ministero dell'Ambiente.
Non c'è una data, non c'è un euro.
Dategliela un'occhiata per favore: è il vostro aeroporto!
Anche degli imprenditori catanesi che se lo stanno facendo scippare.
Altro che applausi.
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Nella denuncia hanno sostenuto che "gli atti erano stati secretati per tutelare il processo di privatizzazione in virtù del principio di libera concorrenza."
E noi ridiamo!