Mentre sta per finire l'anno ed entra nel vivo la campagna elettorale per il prossimo Magnifico Rettore, si alza la tensione tra dipendenti, ormai da mesi in agitazione, e l'amministrazione ormai in scadenza.
L'origine del malcontento
Le organizzazioni sindacali che rappresentano il personale tecnico-amministrativo dell'Università di Catania hanno infatti dichiarato lo stato di agitazione lo scorso 26 ottobre.
Adesso arriva un comunicato durissimo della UIL, a firma addirittura del suo Segretario Generale Attilio Bombardieri, a sottolineare l'importanza nazionale della vertenza catanese.
Questa protesta, una misura estrema e rara nella storia dell'Ateneo, sottolinea il profondo disagio vissuto dai lavoratori.
E nella nota si legge: “È una misura estrema, un evento assai raro nella storia dell’Università, che in passato ha addirittura condotto alle dimissioni del Rettore allora in carica (il riferimento dovrebbe essere al Maginfico Sanfilippo, ndr), che con tale gesto ebbe a dimostrare la sua statura istituzionale, il suo senso di responsabilità.”
Con una chiosa particolarmente caustica: “Esattamente il contrario vale per l’attuale Rettore in carica, al quale piace narrare – fra gli altri mirabilia della sua gestione – d’aver condotto alla pacificazione totale dell’Ateneo, divenuto l’isola del ...vissero tutti felici e contenti.”
L'attuale Rettore, questa l'accusa del sindacato, nonostante la narrazione di una presunta "pacificazione totale", ha respinto le richieste ritenute ragionevoli dei dipendenti, compromettendo la stipula del contratto integrativo per gli anni 2022-2025.
Il tentativo di conciliazione avvenuto il 9 dicembre con la mediazione prefettizia non ha prodotto risultati, evidenziando l'assenza di volontà da parte dell'amministrazione universitaria di accogliere anche le istanze più basilari.
Un Natale amaro per i lavoratori
Per il personale tecnico-amministrativo, il Natale 2024 è arrivato senza alcun riconoscimento delle spettanze arretrate.
I contratti integrativi sono bloccati dal 2021 a causa di interpretazioni normative discutibili e i pagamenti straordinari, sussidi e altre indennità sono in ritardo.
Questo "pacco di Natale", denuncia la UIL, non è altro che l'ennesima dimostrazione di una gestione che ignora le esigenze dei lavoratori.
A tutto ciò si aggiunge l'inflazione galoppante, che ha ridotto drasticamente il potere d'acquisto dei salari.
Mentre i docenti universitari hanno ottenuto un aumento del 4,8% grazie a un DPCM del luglio 2024, il personale tecnico-amministrativo, già penalizzato da livelli retributivi bassi, resta vittima di una contrattazione ferma e inefficace.
Una crisi che tocca tutti
Il malcontento non è confinato al personale tecnico-amministrativo.
L'intera comunità universitaria è colpita da una gestione che non valorizza i suoi membri.
Gli studenti e il territorio stesso risentono di un'Ateneo incapace di garantire un funzionamento armonioso e giusto.
Con le elezioni del nuovo Rettore alle porte, emerge la richiesta di un cambiamento radicale nella gestione.
Un nuovo approccio che rispetti e valorizzi tutte le componenti dell'Università, operando in sinergia per il bene dell'Istituzione e delle generazioni future.
Il "pacco di Natale" dell'Università di Catania è quindi il simbolo di una crisi che va oltre le mura accademiche. Rappresenta la necessità di un cambiamento sistemico, capace di ridare dignità ai lavoratori e fiducia all'intera comunità universitaria.
Il comunicato si chiude con “un augurio di Buon Natale e di un 2025 migliore per tutta la comunità universitaria, nella speranza che la giustizia sociale torni al centro delle priorità accademiche.”
Ed ecco il comunicato:
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