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LOMBARDO: DIAGNOSI (ANTICARCERE?) TAROCCATA?

29-12-2011 08:30

redazione

Inchieste, anna finocchiaro, antonio condorelli, arresto, catania, clientelismo, giornalismo investigativo, inchiesta, mafia, magistratura, palermo, pd, raffaele lombardo, sicilia catania, sud il,

Cinque giorni dopo la notizia della richiesta d’arresto, a Lombardo viene diagnosticato un “aneurisma all’aorta”. Lo stesso giorno però partecipa a L’INFEDELE.


Cinque giorni dopo la notizia della richiesta d’arresto, a Lombardo viene diagnosticato un “aneurisma all’aorta”. Lo stesso giorno però partecipa a L’INFEDELE. Il primario dubita che la diagnosi sia autentica e denuncia tutto alla Procura di Catania.



Aneurisma all’aorta”. La diagnosi secondo cui Raffaele Lombardo è in pericolo di vita e quindi incompatibile con la detenzione carceraria, è stata fatta (casualmente?) cinque giorni dopo la notizia del possibile arresto per l’inchiesta sul presunto concorso esterno con la mafia. Altro che malasanità, in poche ore il presidente autonomista, secondo il referto che pubblichiamo integralmente, sarebbe stato sottoposto a diagnosi ecografica del capo e del collo, diagnosi ecografica del cuore e test cardiovascolari da sforzo. Ma ecco il miracolo: il 17 maggio mentre preoccupato si faceva visitare a Catania e i medici gli diagnosticavano l’aneurisma all’aorta (una notizia che sconvolgerebbe l’esistenza di chiunque), Raffaele Lombardo prenotava il volo per farsi intervistare da Gad Lerner. Tutto nello stesso giorno. E nel faccia a faccia appariva vulcanico come sempre, argomentando con le solite teorie sullo statuto siciliano mai attuate nonostante da due anni governi la Sicilia.



Il sospetto che questo certificato fosse “truccato ad hoc” per evitare la possibile carcerazione è concreto. Addirittura il primario del Cannizzaro Alberto Lomeo, si è rifiutato di firmarlo ed ha inviato tutto al procuratore Capo Vincenzo D’Agata e  ai principali pm catanesi: Giuseppe Gennaro, Iole Boscarino, Agata Santonocito, Antonino Fanara.



Nella mia qualità di primario –scrive Lomeo- mi è stata consegnata perché apponessi la mia sottoscrizione, come di norma, una cartella clinica stilata dal Dr Giuseppe D’Arrigo, dirigente medico presso la nostra U.O., riguardante il predetto On Lombardo”.



Adesso viene la parte importante: “Dall’esame degli esiti delle indagini esistenti nella cartella stessa, ho rilevato che la diagnosi di “Aneurisma all’aorta” non sembra corrispondere alle effettive condizioni del paziente”.



Fatte queste premesse, il primario Alberto Lomeo comunica di essersi rifiutato di firmare “cartella” e SDO” e di aver contemporaneamente informato la Direzione Generale (compreso Francesco Poli, dirigente scelto proprio dall’amministrazione Lombardo) e la Direzione Sanitaria del Cannizzaro.



Lomeo ha fatto semplicemente il proprio dovere e questo in una terra in cui la Sanità è fortemente condizionata dalla politica non è poco. Un gesto esemplare.



Il tempo gli ha dato ragione.



Sulla vicenda restano tre opzioni aperte, che sottoponiamo ai lettori con il consiglio di non arrivare a conclusioni troppo affrettate né tendenziose.


  1. Raffaele Lombardo è realmente in pericolo di vita, anche se gli esami non corrispondevano con la diagnosi e tre mesi prima la sua aorta era risultata perfetta.
  2. Raffaelle Lombardo è un miracolato.
  3. Le cartelle mediche erano truccate (come lascia intendere il Dott. Lomeo che si è rifiutato di firmarle), per evitare che il presidente, in caso di arresto, finisse in carcere.

Ma Massimo Russo, l’agguerrito magistrato-assessore niente ha visto? E il manager Francesco Poli dell’Ospedale Cannizzaro, nominato dall’amministrazione Lombardo, come si è comportato in questa vicenda? Tenteremo di capirlo, prima di allora ogni considerazione su Lombardo ed i suoi compari autonomisti deve essere lasciata in sospeso.


“FATTA LA LEGGE TROVATO L’INGANNO”


Secondo l’art 275 c4 del codice di procedura penale, la custodia cautelare in carcere non può essere disposta quando l’indagato sia


“in condizioni di salute particolarmente gravi incompatibili con lo stato di detenzione e comunque tali da non consentire adeguate cure in caso di detenzione in carcere”.

Casualmente la diagnosi di Raffaele Lombardo è stata fatta cinque giorni dopo la pubblicazione della notizia sulla possibile richiesta d’arresto a suo carico, ma questo non basta per arrivare a conclusioni che potrebbero essere affrettate.


I boss “galoppini” autonomisti.


Secondo un corposo rapporto dei Ros, i boss santapaoliani, durante le elezioni, si sarebbero trasformati in galoppini elettorali filo-autonomisti. L’esistenza dell’inchiesta è stata confermata dal Procuratore Capo Vincenzo D’Agata che ha parlato anche di “strumentalizzazioni politiche”. Lombardo si è detto sempre estraneo ai fatti e nel giro di pochi giorni ha scaricato a mezzo stampa il fratello Angelo, coindagato con la stessa accusa. “Ciascuno è responsabile delle proprie azioni”, ha detto Lombardo, anche se risulta davvero difficile credere che politicamente i due fratelli non fossero la stessa cosa. Attualmente la pozione di Raffaele Lombardo è in corso di valutazione da parte della Procura di Catania per questo non bisogna giungere a conclusioni affrettate né è corretta ogni strumentalizzazione politica.


“Sud” presterà grande attenzione alla questione, contemporaneamente si occuperà di episodi anche più gravi che riguardano noti personaggi del Pd e del Pdl.


Antonio Condorelli


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