SUD esiste (e resiste) ormai da oltre tre anni ed abbiamo già una lunga galleria alla quale abbiamo appeso le istanze milionarie presentate per farci chiudere riducendoci oltre il lastrico, i verbali di imprudenti perquisizioni disposte su richiesta di imputato coatto per mafia, istanze rivolte al Garante per chiedere l'oscuramento del giornale on line, strani furti, minacce sempre meno velate per intimidirci e far sparire una voce libera, indipendente ed ormai sempre più autorevole.
Abbiamo resistito e fino ad oggi non ne abbiamo persa una, forti sempre dei riscontri documentali che i nostri articoli e le nostre indagini giornalistiche hanno come bussola.
Ora giunge il provvedimento richiesto addirittura d'urgenza dai fratelli Campisi, con tanto di richiesta naturalmente risarcitoria ed addirittura con la pretesa di una domanda incostituzionale laddove, per il tramite del loro legale, chiedono che ci sia inibito di pubblicare l'indagine giornalistica sul giornale cartaceo, nell'eventualita in cui volesse SUD dare notizia anche con il quindicinale di carta.
I signori Campisi hanno infatti chiesto al giudice un provvedimento ex art. 700 "inaudita altera parte", affinchè si ordinasse al giornale di rimuovere l'articolo "BRUTTISSIMA STORIA ALLA PROCURA DI CATANIA", pretendendo di ottenere un tale abnorme intervento giudiziario senza che il magistrato ascoltasse la parte avversa. Evidentemente pensano ancora di trovarsi nei bei tempi andati. Ed ovviamente il giudice ha immediatamente rigettato la pretesa, ritenendo insussitenti i presupposti, e convocandoci per i primi di aprile, occasione in cui potremo spiegare meglio di cosa si parla realmente nell'articolo.
Quindi, inibire si, avere letto bene: si chiede al Giudice di pre censurare la stampa prima ancora che alcunché sarà pubblicato.
Qualcuno spieghi ai fratelli Campisi e al loro avvocato che la censura non esiste in Italia dal 25 luglio del 1943, quando è caduto il Fascismo.
Ma nelle 22 pagine con cui si chiede la punizione di SUD, si leggono altre perle che meritano d'essere sottolineate. È scritto per esempio che il giudizio non vuole occuparsi di azioni opinabili e giudicabili che riguardino eventuali leggerezze commesse dalla Magistratura. Ma come "leggerezze"!? Ed i fratelli Campisi dov'erano quando quale consulente veniva nominato il testimone di nozze di uno di loro? Non sarebbe stato obbligo anche loro far presente al Magistrato, eventualmente ignaro, la incompatibilità del consulente? Quasi paradossale poi la parte in cui si chiede che della condanna da infliggere a SUD si dia conto con una pubblicazione della sperata sentenza su La Sicilia per risarcire l'immagine dei fratelli, fratelli che si dolgono anche d'essere stati definiti i rampolli di una potente famiglia: e qui non sappiamo se la doglianza faccia riferimento alla circostanza che la mamma sia una Virlinzi o al fatto che il padre fosse iscritto alla P2 di Licio Gelli.
Comunque sia, com'è costume di SUD abbiamo deciso di pubblicare integralmente anche l'atto notificatoci per conto dei Campisi così che i lettori potranno farsi direttamente un'idea ed anche agevolando il punto di vista dei Campisi rispetto ai fatti narrati da Maurizio Distefano e riscontrati documentalmente.
E del resto, i fratelli avevano provato un approccio con gli editori non tanto affinché si desse spazio alla loro verità quanto invocando inutili amicizie comuni, ed invero la Redazione di SUD ha cercato decine e decine di volte gli stessi al telefono per sentirlo e dare spazio ad un'eventuale rettifica, che non è mai intervenuta, salvo poi cercare di intimidirci con qualche foglio di carta bollata.
Si accomodino pure, saremo felici di arricchire la nostra Galleria e stiano certi che non ci faremo spaventare neppure da loro, giovani rampolli di famiglia potente, poiché noi raccontiamo fatti e pubblichiamo documenti.
Ai fratelli Campisi vorremmo solo consigliare un po' di umiltà.
I tempi sono cambiati e certe prepotenze non passano più sotto silenzio come invece accadeva forse fino a ieri.
Ringraziamo, infine, il Direttore per lo spazio concessoci come editori, direttore peraltro erroneamente citato dai Campisi non accortisi che il dott. Nicosia all'epoca non era ancora in carica.
Una svista o un monito?
Naturalmente informeremo i nostri lettori del seguito della vicenda, approfittando di alcuni spunti forniti dal "ricorso" per cercare di chiarire anche alcune posizioni e fatti specifici sui quali non ci eravamo soffermati, ad esempio esistenza o meno di "prestanome" e conferimentti di denaro, attendendo gli esiti della vicenda processuale ancora in corso.
Alla prossima puntata, quindi.
Ci fanno sapere che vorrebbero contattarci per una replica, ma poi richiamati non rispondono. Ieri la notifica con richiesta di censura preventiva. Bollata dal giudice.